Manca ancora mezz’ora alle 17:00. L’Avvocato Andrea Porro ha un appuntamento con la signora Bonomo, una cliente che segue da mesi per conto di un centro antiviolenza. Ha accettato questo caso per fare un favore a una collega ma lavorare pro bono la trova un’americanata di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Al diavolo l’etica e tutte quelle stronzate sull’impegno sociale, lui ha cose ben più urgenti (e produttive) a cui pensare. Ha dato un’occhiata alla difesa, sottolineando pigramente i passaggi più ostici. È una causa complessa: maltrattamenti, sequestro di persona, tentato omicidio, insomma c’è abbastanza materiale per convincere il giudice a computare una pena esemplare. Si è più volte chiesto come una donna così a modo sia stata tanto ingenua da cascare nella trappola di una tale troglodita. Nella sua testa basta questo particolare a sminuirne le capacità intellettive. A considerarla, in qualche modo, una persona da compatire, ai limiti del labile.

 

Allontana con stizza le carte. Ha bisogno di una pausa, di un momento di evasione che sia solo suo.

 

Apre il pc, entra in una chat; negli ultimi mesi ha scoperto questo mondo parallelo popolato da gente semi ignota. Lo distrae immaginare donne che non conosce, gli piace fingere di essere qualcun altro. In chat è sempre lo stesso Andrea di cinquant’anni ma…Non è più un avvocato. Diventa un arredatore d’interni, un uomo intraprendente e dai modi fluidi. La considera una bugia bianca. Sì, perché, intimamente, è ciò che avrebbe davvero voluto essere! A volte i dialoghi sfociano in conversazioni più spinte. Ha capito che le donne hanno le stesse fantasie degli uomini. Che si annoiano come gli uomini. Che tradiscono come gli uomini, forse anche di più. 

 

Da un po’ chatta con una ragazza, Edera85: è fresca, leggera, spiritosa. Si “incontrano” sempre allo stesso orario; non conosce la sua voce, non sa che fattezze abbia eppure, la trova irresistibile. È un gioco innocente, che lo fa sentire vivo, come quando aveva quindici anni. La pensa spesso; in situazione hot ma anche in frammenti di vita quotidiana. Si è fatto così tante fantasie su di lei che il pensiero che possa sparire lo atterrisce. La sua parte più razionale gli ha suggerito di chiederle una foto: lei ha accettato. Quando la vedrà potrà divagare su qualcosa di più concreto, di più vicino alla realtà. Forse si sentirà meno stupido.

Bussano alla porta, l’Avvocato muove veloce il mouse e lo schermo torna all’immagine rassicurante delle colline del Chianti.

 

La segretaria fa entrare la cliente. La saluta a mezza bocca, senza alzare lo sguardo. Questa piccola donna, dall’aria sbattuta e lo sguardo spaurito interrompe uno spazio di evasione che per lui è diventato vitale. Respira, cercando di arginare l’irritazione. Quando ritorna in sé riesce perfino ad essere gentile. Valuta -l’aveva già fatto in altre occasioni- che la signora Bonomo non è affatto brutta. Anzi, è piuttosto piacente. Sa che non è il tipo di donna in grado di accendere il suo interesse (troppo remissiva, troppo delicata), dettaglio che l’aiuta a stare alla larga da qualunque tipo di coinvolgimento, anche emotivo.

Quando la congeda è già sera; hanno rivisto la linea difensiva e fatto chiarezza sui punti meno chiari. È stanco ma soddisfatto, forse può mettere la parola fine a questo caso. Non crede che lavorerà ancora gratis, neppure se a chiederglielo sarà un’amica. 

 

Torna a casa che è quasi notte; sua moglie è andata già a letto e il figlio è fuori con gli amici; 

Bene, pensa, starò più tranquillo. Entra in chat: Edera85 c’è. Si salutano, chiacchierano, inventano giornate che non sono mai esistite poi, con delicatezza, le chiede la foto.

Dopo pochi secondi, arriva un piccolo fotogramma da cui si vede poco o niente. Deve ingrandirla per poterla mettere bene a fuoco.

Gli tremano le mani e il cuore corre così veloce da saltare un battito. La guarda e…Non è la sua Edera85. Sente il sangue gelarsi.

È la signora Bonomo, la cliente che fino a qualche ora fa era seduta davanti a lui. Ricontrolla il nickname: è proprio quello di Edera85. Com’è possibile?

«Sei tu?» chiede sconvolto.

«Si, non ti piaccio?»

«Si» mente L’avvocato Porro, dopo aver fissato la tastiera per un tempo indecifrato.

Lei sembra intuire il cambio di umore. È incredibile come, anche attraverso uno schermo, si percepire l’altro. «Se vuoi chiudiamo, oggi ho avuto una giornata difficile».

«Perché?» le dita scivolano sopra i tasti. Non sa che fare, cosa improvvisare. Si contorce come un pesce rimasto improvvisamente senz’acqua.

«Sono stata da un avvocato per una questione abbastanza urgente» 

«Niente di serio spero?»

«No, no tranquillo»

«È un bravo avvocato?» Non sa neppure lui dove voglia andare a parare. Sente solo lo stomaco attorcigliarsi dall’ansia.

«È una persona fredda, distaccata. Un uomo di cui non mi potrei mai innamorare».

«Capisco» dice sentendo le forze venire a meno. 

Si abbandona sul divano, 

Immagina ancora di correrle incontro, di prenderla tra le sue braccia, di fare l’amore con lei fino a sfinirsi. Ha amato un fantasma, ha inseguito un’illusione. Sorride ma vorrebbe piangere. 

E adesso? Cosa si fa quando un’illusione si spegne?

 

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