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Era meraviglioso in vacanza a Palermo vedere mamma al pianoforte di nonno. Tutta dritta e seria, gli occhi che correvano su quelle cosine nere fra le cinque righe di quel foglio lungo.
" Si chiamano note do re mi fa sol la si"
Per me a quattro anni erano solo palline. Stavo zitta e buona accanto a lei e mi piaceva, quanto mi piaceva, soprattutto quando le mani s'incrociavano sui tasti e poi le dita si slargavano a raggiera per acchiappare le ottave. Poi nonno la seguiva col violino e nonna cantava. La mia bellissima nonna materna dagli occhi verdi, capelli ramati, sempre elegantissima e profumata. La mia "giovane" nonna soprano, così diversa dall'altra simpaticissima nonna paterna tabaccaia. Quella era la nonnanonna. La mamma di mamma invece per me era come le attrici che si vedevano al cinema. Dice la leggenda che nonno la "rapì" a 16 anni. Ovviamente lei consenziente, non avevano altro modo per sposarsi subito contro la volontà delle famiglie. Nonno già suonava il violino al Teatro Massimo e nonna faceva i primi passi da corista. Nonno orgogliosissimo di lei la stimolava a crescere nel canto, studi duri, severi, i primi recital, le prime opere. Il cavallo di battaglia fu subito I PAGLIACCI e un giorno, dice sempre la leggenda, il grande direttore Tullio Serafin ne rimase incantato. Davvero solo per la voce o anche per la bellezza visto che lei non era chiatta e rubiconda come le usignole dell'epoca, ma un delizioso fuscello slanciato? Chissà. L'unica cosa certa è che nonno improvvisamente si ricordò di essere siciliano e geloso e la carriera di nonna finì lì. Ma la sua bellezza durò a lungo e il loro amore per quasi settant'anni. Storie d'altri tempi. Come quel pianoforte che un giorno arrivò anche a Roma come regalo di nonno per mamma che con suo gran dispiacere aveva accantonato gli studi del conservatorio e tante altre virtù per seguire quel bambino pazzo di mio padre. Ero più grandicella, ma la gioia di sentir mamma suonare era sempre palpitante.
Suonava solo per suo piacere, mai ha voluto dar lezioni, nemmeno a noi figli, quei momenti al piano erano solo suoi...e miei nell'angolino.
E più che mai oggi che non ci sei più, ancora ti rivedo lì, dritta, fiera, mani che volavano. Anche lei tanto tanto carina..
Tantan....tatatatantan.....Clair de lune...tatantan ...Sbam...Di colpo chiudeva e si alzava dicendo
" Vado a fare le polpette". Mamma.
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Utente Anonimo
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