IL MINOTAURO

 

Il 28° giorno di servizio dovetti affrontare una medusa. No, non parlo delle meduse di mare, io sono un cacciatore di mostri.

Faccio parte di un corpo speciale dell'esercito che si occupa di ricerca, cattura e detenzione di creature estranee alle tassonomie finora conosciute, a fini di protezione e studio. Questo corpo esiste dal 1947, lo stesso anno dell'incidente di Roswell. Ho saputo dell'esistenza di questa divisione segreta dopo il mio addestramento militare; il giorno dei colloqui incontrai un ragazzo che mi disse, in confidenza, di aspirare ad entrare nella sezione Z. 

-Z?- Dissi io - non la conosco, di che si occupa?- Lui si avvicinò e mi bisbigliò all'orecchio: -mostri-,

-Ah, forse volevi dire X, come gli X-Files!- Gli risposi sfottendolo, ma lui non rise; mi diede una pacca sulla spalla come per dire "beato te che non ne sai niente" e se ne andò. Quando fu il mio turno, per gioco o per curiosità dissi che ero interessato al reparto Z. Ottenni uno sguardo profondo, poi il capitano mi porse un foglio e disse: -per quello bisogna compilare questo modulo e fare un ulteriore colloquio-. Presi il modulo esterrefatto; c'erano domande sulle mie credenze, la mia fede, la mia stabilità mentale e altre domande che mettevano in discussione le prime. Risposi sinceramente senza pensarci troppo e da un giorno all'altro mi ritrovai nella divisione Z. Eravamo 16 in tutto; il ragazzo che me ne aveva parlato non c'era.

I primi giorni furono dedicato allo studio, venimmo messi al corrente dei casi passati, di cosa ci aspettava in futuro e con cosa avremmo avuto a che fare. Fu esilarante, ma anche spaventoso. Da una parte non credevo avrei mai avuto a che fare con "quella roba" e ne ridevo; dall'altra invece ero terrorizzato al pensiero che potesse capitarmi di trovarmi faccia a faccia con una creatura mostruosa.

Insomma, il 28° giorno di servizio ci segnalarono la presenza di una donna con i capelli pieni di serpenti che terrorizzava il litorale. Era il primo vero caso da quando ero entrato nel corpo e proprio non avevo idea di cosa aspettarmi. Quando la vidi mi dissi "vabbè stronzate, è solo una pazza con i capelli arruffati", poi la vidi lanciare un lampo di luce e un albero lì vicino si pietrificò.

-Chiudete gli occhi, non la guardate-,

-Come possiamo prenderla se non la guardiamo?-

-Mettiamo i visori notturni sperando che bastino a proteggerci-. La bestia non ascoltò i nostri richiami nè le intimazioni a fermarsi. Ci minacciava sibilando e i proiettili non la scalfivano; alla fine Manuel riuscì a sorprenderla alle spalle e a catturarla con un lazo improvvisato. Non avevo mai visto niente del genere, ero shockato.

Dopo di lei ci furono molti altri casi più o meno pericolosi di mostri mitologici e creature  fantastiche, che poi tanto fantastiche non erano. Imparai a padroneggiare le attrezzature, alcuni linguaggi per comunicare con loro, gli odori, i movimenti, il modo in cui si nascondevano tra gli esseri umani e come smascherarli.

Il Minotauro arrivò dopo circa un anno dalla mia entrata in servizio, diamine, non so neanche da dove arrivò; il nostro capo mise quattro di noi su un pulmino e ci diede un indirizzo. Lo trovammo che si scornava contro il muro di una palazzina già evacuata. Decidemmo di attirarlo dentro uno degli appartamenti; avevamo pensato che in uno spazio ridotto avrebbe avuto meno libertà di movimento e quindi meno forza e noi avremmo potuto avere la meglio. Quanto ci sbagliavamo.
Attirammo la sua attenzione con un panno in movimento come si fa nelle corride e lui abboccò, quando stava per travolgerci imboccammo le scale e salimmo velocemente al primo piano, poi ci sparpagliammo per l’appartamento. Nascosti, capimmo immediatamente che non eravamo soli; con noi c’erano altri cinque minotauri dalle fattezze enormi e mostruose. I muscoli delle braccia che guizzavano possenti, gli occhi fiammeggianti come il più crudele dei Caronti e le corna, mai viste così grosse. Erano nudi e i loro membri si muovevano a ritmo dei loro passi. Ovviamente ci avevano sentiti, annusavano l’aria e grugnivano come tori inferociti. Da cacciatori ci eravamo trasformati in prede. Feci cenno agli altri di uscire ma il mostro che dovevamo attirare dentro raggiunse l’appartamento e richiuse l’uscio di casa; poi rimase lì, come di guardia. C’era premeditazione in tutto questo; sapevano come ci saremmo mossi e volevano farcela pagare.

Il primo a morire fu Marcus. Starnutì a meno di mezzo metro da una delle bestie che si voltò e lo incornò al muro; poi iniziò a divorarlo. Repressi un grido e mi sembrò di sentir sghignazzare gli altri tori attorno a me. Dovevo muovermi: lasciai gran parte dell’attrezzatura pesante e rumorosa dove mi trovavo e puntai al bagno sperando in una finestra; dopotutto eravamo al primo piano, potevo uscire senza farmi sentire e poi chiamare gli altri per farmi raggiungere uno a uno. Riuscii ad arrivare al bagno senza farmi notare, e nel tragitto incontrai lo sguardo di Stefan, gli feci cenno di seguirmi in silenzio ma quando entrai in bagno mi ritrovai il bestione davanti che si liberava dell’acqua in eccesso presso il lucidissimo water; emise un suono animalesco e mi caricò, istintivamente richiusi la porta e si incastrò con le corna nel legno bianco. Ero vivo ma ora tutti guardavano noi.
-Corri!- Gridai al mio compagno; anche se non sapevo dove; entrare in una qualunque stanza significava rischiare di intrappolarsi da soli; l’entrata di casa era ancora presieduta dalla guardia; quell'appartamento sembrava un cazzo di labirinto e nessuna Arianna ci aveva fornito di un filo per uscirne.
All'improvviso vidi un balcone; presi la trasmittente e mentre chiedevo aiuto e rinforzi a gran voce (non mi interessava più fare silenzio), mi fiondai contro la finestra; la ruppi, dietro di me udii degli spari e poi grida, grida terribili. Presi la ringhiera e la scavalcai, poi saltai. Atterrai sulle ginocchia e mi feci male ma non tanto da non potermi rialzare; feci il giro del palazzo cercando ancora di mettermi in contatto con il quartier generale o chiunque altro, poi udii altri colpi di proiettile e altre grida.

Non avevo il coraggio di tornare dentro; nessuno mi aveva seguito, eravamo solo in quattro e ero ormai certo che fossero morti tutti. Lanciai un paio di granate nella palazzina più per disperazione che altro, senza fermarmi a vedere chi o cosa ne sarebbe uscito e corsi, corsi come il più lurido dei vigliacchi; corsi come corre una preda braccata. Non volevo più avere niente a che fare con quel lavoro del cazzo, volevo vivere nell'ignoranza.

Lasciai l’esercito quel giorno stesso dopo aver fatto rapporto ed ebbi incubi per mesi. 

Tutti i racconti

0
0
1

DOVE SONO

e ci sono in pieno

27 April 2024

Occhi curiosi tra arabeschi di rughe. Il futuro a ritroso. I passi più lenti. Mani nude deformi in spirali di attese. Una valigia mi ha portato lontano.

Tempo di lettura: 30 secondi

0
0
1

Lettere

27 April 2024

Lettere Quella mattina non lanciò il giornale Semplicemente bussò Un gesto ed un rumore che non mi capitava di vedere e sentire da molto tempo Infilandomi la camicia da notte usci sotto la veranda Mi accorsi subito del suo sguardo eloquente e carico di incredulità Come volesse dirmi mille [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

0
0
1

Quando la cronaca deve fare a tutti i costi “sensazione”

27 April 2024

La storia riporta indietro nel tempo, alla fine degli anni Sessanta. Un donna entra in lacrime nel pronto soccorso di un ospedale torinese. Ha le braccia graffiate e i polsi chiazzati di blu, conseguenza di una stretta di mani nervose. Ai medici confida: «Mio cognato ha tentato di violentarmi, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

0
3
15

Diavola a San Valentino

Ispirato alla coppia di regnanti di Omicron Persei 8 in Futurama - Seguito delle prec. parodie sull’inferno

26 April 2024

Attenzione: Questo racconto di tali mondi è fiabesco e i suoi personaggi antropomorfizzati. Nella fattispecie viene immaginato un mondo ultraterreno dove i suoi abitati possono procreare a prescindere dal proprio genere di appartenenza. Buona lettura. Incipit: C’è una coppia di diavolesse dell’inferno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: "Tecnicamente" essendo angeli, benchè caduti, i diavoli dovrebbero [...]

  • stapelia: Di tutta la storia, in particolare, non mi convince il rovesciamento, cioè [...]

0
6
17

Gli occhiali (2 di 2)

26 April 2024

«Con queste fai prima» disse buttandomi le chiavi. «Ti ho visto» aggiunse a mo’ di spiegazione mentre le impugnavo. Non dubitai neppure per un secondo che dicesse la verità, poi aprii il cassetto. Gli occhiali a raggi X erano là dentro e non erano neppure identici a quelli che indossava. Si capiva [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: La mia curiosità di ieri è stata travolta dalla piega del racconto [...]

  • Walter Fest: Sei Rubrus e sei fatto così, nella prima parte pensavo ai famosi occhiali [...]

0
2
8

Vi racconto Ludwig van Beethoven quarta parte e ultima parte

Il Titano della Musica quarta parte

26 April 2024

Nell’antitesi dualistica di B. gioia e dolori, gli elementi dell’antitesi stessa, sono talmente equilibrati da costituire un'altra notevole caratteristica del suo genio. La grazia, la forza. Il sorriso; la danza; il pianto; non appaiono mai isolati, ma si richiamano a vicenda, si intrecciano e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: Molto solenne questa dimostrazione di stima. Traspare dal testo la musica e [...]

  • Gennarino: Stapelia geazie infinie. Mi hai commosso. Un caro saluto daòòa [...]

3
6
22

Gli occhiali (1 di 2)

25 April 2024

Dopo le ferie di Natale Patrizio aveva dato di matto. Era venuto in ufficio urlando che era un regalo del cavolo, che l’anonimo donante era un vigliacco e che la faccenda non sarebbe finita lì. Sulla vigliaccheria dell’ignoto benefattore potevamo anche essere d’accordo, ma la reazione di Patrizio [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: Rubrus hai ragone.
    Un cugino o l'amico di un amico...😁

  • Adribel: Aspetto la seconda parte ma mi viene un po' l'ansia a pensare che nei [...]

1
3
16

Vi racconto Ludwig Van Beethoven terza parte

Il Titano della Musica

25 April 2024

Nel 1815 il fratello Carlo muore lasciando un figlio, anch’esso di nome Carlo. B. si affezionò talmente al ragazzo che approfittando della scarsa moralità della madre ne contese la tutela che la ottenne dopo una estenuante azione giudiziaria. Ma questo nipote non gli procurò che dispiacere e non [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • stapelia: Per niente noioso, è un inno in parole. La conoscenza serve? Certamente. [...]

  • Gennarino: stapelia grazie di cuore.

1
4
19

II° edizione Sarò padre

lettera al figlio che verrà

25 April 2024

Ciao piccolo mio, siamo tornati adesso dall’ospedale dove ci hanno detto che il sesso del nascituro è maschile. Tu non puoi saperlo che padre avrai e che madre, mentre noi già sappiamo molto di te. Sarai un maschietto, che al momento gode ottima salute e che, da come si muove, sembra voler uscire [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Patapump: le aspettative erano davvero molte
    preso spunto da lettera ad un bambino, [...]

  • stapelia: Parlerò della stesura. Il contenuto è lontano dai miei gusti.Impeccabile [...]

28
32
156

La madre di Sara

24 April 2024

Sara appoggiò dei fiori sopra una sedia e si sedette sul bordo del letto accanto ad Ada, la madre, accarezzandole la testa. Poi si rivolse a Sergei, l'infermiere ucraino, un uomo gentile, ma riservato. «A colazione ha mangiato?» gli chiese. L'operatore sanitario fece un cenno negativo col capo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Patapump: a me piace l inserimento dei girasoli
    che conoscendo un po Scili ha voluto [...]

  • Rubrus: Non sono un fanatico del taglio breve, ma, in questo caso specifico e benchè [...]

1
2
10

Vi racconto Ludwig Van Beethoven seconda parte

Il Titano della musica

24 April 2024

Nel caso di B. la musica è il percorso della sua intera vita. Ogni attimo è la che si presenta vivo ogni qualvolta noi ci avviciniamo ad ascoltare quella meravigliosa sublime musica. Le sinfonie: che tutto esaltano, tutto circondano di dolcezza e amore. A questo aspirava B. alla dolcezza, all’amore [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Antonellina: Che bella Gennarino! La tua descrizione della figura di Beethoven è [...]

  • stapelia: Hai ritratto una figura non facile! Sul musicista si è detto e analizzato [...]

1
1
7

haiku

24 April 2024

quel picco bianco di mite maggio spicca - resta la neve Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

  • stapelia: Sempre pennellate! Riuscito anche questo! La neve si sente, con gli occhi!

Torna su