A Palermo due dragoni non sputano fuoco ma offrono acqua dalla loro bocca.

Si racconta che i due esseri mitologici siano diventati di marmo in seguito a un incantesimo, essi terrorizzavano il territorio e la gente rimaneva chiusa in casa per paura di finire tra le fiamme dei bestioni. Allora le carrozze non potevano più passare perché chi intraprendeva un viaggio correva il rischio di imbattersi non nei malandrini, ma nei draghi sputafuoco. Siccome al tempo dei Normanni era stata edificata la cattedrale di Monreale, i cristiani non potevano passare per quei luoghi in quanto avrebbero incontrato la cattiveria di questi strani animali.

Un giorno il cielo fu oscurato da una tempesta. L'acqua scorreva a fiumi e mentre le forze della natura si abbattevano a terra, tutto ad un tratto il cielo si illuminò più del normale e un fulmine colpì i due esseri. Fu più una benedizione che una disgraziata disavventura perché da quel momento i due dragoni, accovacciati come cagnolini scodinzolanti, persero la loro capacità di sputare fuoco e cominciarono ad offrire acqua dalla loro bocca, acqua fresca ai viandanti che partivano per Monreale e che si recavano in pellegrinaggio alla Chiesa Madre per pregare il Cristo panteocratore e leggere le storie della Bibbia dalle mura ricche dei preziosi mosaici dei maestri dello scalpello.

Per ricordare ciò nel Seicento, proprio nel luogo leggendario, fu progettata e costruita una fontana. La fontana  dei due Dragoni  nasconde pure una particolarità: per punire tutti coloro che si dedicavano all'arte delle malelingue e al pettegolezzo denigratorio, chi si avvicinava e parlava o sussurrava qualcosa poteva essere ascoltato con chiarezza da chi si trova all’estremità opposta.

La piccola esedra con la fontana si trova di fronte all'Albergo delle povere e dopo anni di abbandono è stata restaurata nella primavera del 2016. Ora chi va verso Monreale per visitare il paese e le bellezze locali, o magari per gustarsi un bel cannolo siciliano, lo fa in macchina, non più in carrozza. Ma i dragoni, protetti da una inferriata ornamentale, sembrano non spaventare neanche più i bambini. E sono lì da tanti secoli, pronti a distribuire acqua agli assetati sotto la calura di una Palermo sempre infuocata.

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