Le favole classiche sono un’ecatombe di mamme; la cosa potrebbe anche avere una spiegazione logica: visto che il divorzio non era ancora stato inventato, le donne preferivano passare a miglior vita piuttosto che continuare a vivere con dei mariti scemi; come si potrebbero altrimenti definire uomini che, appena rimasti vedovi, in due e due quattro si risposano portandosi in casa megere che odiano i loro figli?

 

HANSEL E GRETEL

Lui è un taglialegna che vive in mezzo al bosco e se la passa maluccio; e già qui si intuisce che non doveva essere un’aquila: capirei se vivesse in mezzo alla tundra lappone o, peggio ancora, nel deserto dei Gobi, ma ha una foresta fuori l’uscio di casa santiddio: datti da fare con quella mannaia! La moglie muore probabilmente di stenti perché il marito continuava a portare a casa ghiande per cena, invece di tagliare le querce e vendere la legna al mercato; lui lesto la sostituisce con un’arpia che lo convince ad abbandonare i figli Hansel e Gretel in mezzo al bosco; i due bimbi ritrovano la via di casa per la felicità del padre, così felice e scemo da farsi ancora persuadere dalla nuova moglie a lasciare i figli al loro destino; nemmeno Hansel e Gretel dovevano essere delle menti eccelse perché, dopo varie peripezie che li vedono prigionieri di una strega poi arrostita da Gretel, decidono di ritornare a casa in quella bella famigliola; per loro fortuna ritrovano solo il padre perché la matrigna nel frattempo è morta, scema pure lei che se l’è cercata accasandosi con uno spiantato.

 

BIANCANEVE E I SETTE NANI

Anche lei orfana di madre, ma vive negli agi di un castello con padre tontolone e matrigna che la odia di tutto cuore: uno specchio continua a dirle che Biancaneve è più bella di lei e così decide di farla uccidere da un cacciatore (rancorosa la signora!); il cacciatore però la risparmia lasciandola nel bosco e Biancaneve viene ospitata da sette nani che le fanno passare una bellissima villeggiatura rassettando casa e lavando le loro mutande. E qui si apre una parentesi per riportare la favola sui binari del politically correct: cos’è questo stereotipo della donna che fa la sguattera per dei maschi? E poi perché i sette sono tutti maschi senza rispetto per le pari opportunità e le quote rosa? E infine, non meno importante, è ora di finirla con la discriminazione per l’aspetto fisico: diversamente longilinei, non nani.

Comunque la matrigna ci riprova e manda in coma Biancaneve con una mela avvelenata; passa di lì un principe e bacia Biancaneve che si sveglia e poi convola a nozze. Qui sarebbe da valutare se il bacio abbia rilevanza penale poiché non c’è consenso; il matrimonio poi potrebbe essere nullo in quanto viziato da costrizione morale nei confronti dello sposo perché la sveglia dal coma; mi stupisco, infine, come i coltivatori di mele della Val di Non non si siano ancora indignati perché, fin dalla mitologia greca, è sempre la mela ad essere il frutto della discordia: un’albicocca o una banana per una volta, mai?

 

CENERENTOLA

Il padre di Cenerentola, vedovo pure lui vedi un po’, è tre volte scemo perché, oltre alla nuova moglie cattiva come una vipera, si trascina in casa pure le due perfide figlie che, in combutta con la madre, costringono Cenerentola a fare la serva (le donne fra loro sanno essere molto sodali). Capita che il re dia una festa e inviti tutte le fanciulle del regno per trovare una fidanzata al figlio e ci va pure Cenerentola grazie all’aiuto di una fata che le confeziona un abito che manco Valentino; il principe ci balla tutta la sera ma a mezzanotte Cenerentola scappa perdendo un décolleté Louboutin; il mattino dopo il principe va alla ricerca della sua bella ma non ne ricorda le sembianze; così fa calzare la scarpa a tutte le fanciulle finché riconosce Cenerentola dal piede che calza perfettamente la Louboutin.

Senti a me Cenerentola, già uno che ha bisogno di una festa organizzata dal padre per trovarsi una morosa fa pensare; poi balla solo con te e ha bisogno di farti calzare una scarpa per riconoscerti? Delle due l’una: o non ha mai alzato lo sguardo dalle tette, oppure è un feticista dei piedi; in entrambi i casi lascia perdere che è un maiale!

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