Ma non erano favole, rifletteva tra sé e sé mente guidava nella neve, erano ricordi.
Il nonno lo teneva sulle ginocchia e gli raccontava di quando erano scesi su Thor. “Alcuni di noi avevano bisogno di sentire la terra sotto i piedi. Terra vera, non quella roba sintetica che sta sui pavimenti delle stazioni. E poi...” a questo punto gli occhi del nonno si facevano sognanti “mi mancava il cielo. Lo avevo visto sulla Terra, prima di partire, quando ero un bambino come te. Cielo blu, così grande che l’orizzonte è piatto. Non il tetto ricurvo dei toroidali o il nero infinito e inumano del cosmo. Cielo quasi come questo, che mi pare più scuro – o forse no, sono vecchio ormai. E un giorno... “ a questo punto il nonno tornava a guardare Kal “un giorno tu, quando sarei vecchio come me, o i tuoi nipoti, o pronipoti, camminerete in mezzo a foreste grandi come quelle della Terra, navigherete su mari di acqua che non è fatta solo per bere, o per lavarsi, o per raffreddare le macchine. Le grandi stazioni orbitanti, le grandi navi madri passeranno ogni ventisette anni – ogni ventisette anni standard, bada bene – e scenderà sempre più gente. Lavoreranno il suolo, scioglieranno i ghiacci, modificheranno l’atmosfera. Le piante immetteranno sempre più ossigeno nell’aria e si potrà respirare anche oltre i mille metri di quota, non come adesso. Sarete in pochi, all’inizio: qualche decina di migliaia, forse qualche milione, non di più. Non sarà facile. Ma niente che valga davvero qualcosa è facile”.
Ma non era successo.
Giunto il momento del primo passaggio, le astronavi non si erano fatte vedere. Neanche al momento del secondo passaggio.
E la colonizzazione di Thor era lenta, lenta...
I mari si erano ricoperti di fitoplancton e alghe azzurre, vero, ma, sulla terraferma, gli alberi crescevano molto più lentamente del previsto, e solo nelle zone più riparate, come nella grande conca di origine vulcanica in cui vivevano Kal e la sua famiglia e pochi altri. In tutto, poco meno di diecimila persone, costrette a rintanarsi, durante i lunghi, terribili inverni del pianeta, in bunker sotterranei dove non si vedeva nessun cielo. Le scorte si erano esaurite a poco a poco e non erano state rinnovate, i macchinari si erano guastati i pezzi di ricambio non erano giunti. Reperire risorse dalla superficie ostile del pianeta era diventato impossibile e le colture idroponiche, cui andava la maggior parte dell’energia disponibile, fornivano poco più del necessario alla sopravvivenza. Quanto alle colonie di insetti che fornivano le proteine... be’, dopo un po’ la loro carne veniva a noia. Alcuni smettevano di mangiarla e deperivano.
I pionieri guardavano il cielo, come aveva predetto il nonno di Kal, ma per aspettare qualcuno che li portasse via.
Solo che non si vedeva nessuno.
Kal era certo che non sarebbe sopravvissuto fino al successivo passaggio delle astronavi, ma non riusciva a impedirsi di sperare che ai suoi figli, e forse anche a Linda, sarebbe stato concesso.
Se solo avessero avuto abbastanza energia per mantenere in vita la colonia per altri ventisette anni.
Fermò il rover su un dosso che, in realtà, era l’orlo di un cratere vulcanico spento. Sotto di lui, un tratto di foresta primaria ampio diversi ettari. Gli abeti erano stati modificati in modo da crescere rapidamente. In media, raggiungevano i dieci metri. Spuntavano fitti, spingendo le radici in profondità, gli aghi ricoperti di cera in grado di resistere alle basse temperature e di disperdere meno acqua possibile. Se ne avesse tagliano uno, magari uno dei più piccoli, magari uno malato, non si sarebbe lamentato nessuno. E i suoi figli avrebbero calore per un mese. E se l’avessero denunciato...
Spense il rover.
Normalmente, Kal portava il generatore oltre la zona boscosa, in modo da contenere i danni alla vegetazione in caso di esplosione, ma stavolta non l’avrebbe fatto. Sarebbe sceso in mezzo agli alberi e avrebbe provato a ripararlo lì. Se ci fosse riuscito, bene, altrimenti...
Guardò il cielo. Tutti i discorsi che aveva udito da bambino – un’abitudine inculcatagli dai discorsi del nonno. Era il computo del tempo ad affascinarlo, soprattutto. Il diverso ritmo con cui la luce, l’oscurità e le stagioni si alternavano in rapporto al movimento degli astri. Un sistema di calcolo così diverso da quello standard (modellato su quello terrestre) in uso sulle astronavi – di cui Kal non serbava alcun ricordo – e da quello regolato da timer e orologi. Il giorno, su Thor, durava quarantadue ore standard e l’anno quasi tre anni standard: per questo i ritmi della vita erano così rallentati.
Era il firmamento ad essere fuori dal comune, però. Thor aveva una luna, Mjollnir che, vista dalla superficie del pianeta, era grande il doppio del sole di Thor. A propria volta, Mjollnir aveva due satelliti, Hugin e Mugin: due corpuscoli neri che le ruotavano intorno su orbite differenti. Mettendo a confronto i movimenti di tutti quei corpi celesti...
Qualcosa attraversò il cielo.

Tutti i racconti

2
4
14

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    ottimo.
    altre 3 puntate da gustare!
    Complimenti per il [...]

  • Rubrus: MM: sotto le feste le storie si allargano come le pance. Queste sono 4 parti. [...]

2
3
18

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
4
35

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • GiuliaCango: Bellissima ricostruzione della vita di questo artista danese che non conoscevo [...]

  • Rubrus: Oooh... e finalmente non si deve impazzire per cercare il link. Non conoscevo [...]

6
10
44

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

4
7
36

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

  • An Old Luca: Come scrive giustamente Paolo: impeccabile.
    Coinvolgente, scorrevole e [...]

5
9
62

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Walter Fest: Smoki, per "Lampo" intendesi, "guizzo, fulmine, saetta....insomma [...]

  • La Gigia: Ciao Smoki, complimenti per il racconto. Mi sono piaciuti i personaggi con [...]

3
10
38

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
29

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti e apprezzate. Anch'io ricordo le notti su Italia1 a [...]

4
6
39

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

4
6
24

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Qualche annetto fa anche io scrissi un racconto simile, ma più cupo. [...]

  • thecarnival: grazie del commento Rubrus;))) se trovi quel racconto sarei molto curioso;) [...]

7
10
43

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

4
14
32

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

Torna su