Quel giorno la periferia non sembrava il West, ma la campagna inglese. Una pioggerellina britannica, ostinata e penetrante. Me ne lamentai e lei, per ripicca, si trasformò in un acquazzone.
Belle prese a nitrire e sbuffare. Il sauro di Barbara non fece una piega.
Barbara disse che aveva un bungalow vicino al maneggio dove teneva il sauro e che non era il caso di rischiare una broncopolmonite. Non mi chiese che cosa intendessi fare e partì al trotto.
Io le andai dietro.
Che cavolo, ero un tipo all’antica come il comandante di un galeone, non un fesso.
Il bungalow era discreto e allusivo come un'entraineuse. Ingresso e camera con bagno. Barbara aveva telefonato mentre eravamo in viaggio.
Al nostro arrivo il fuoco nel camino chiacchierava con la pioggia sui vetri e, dal divano, un letto si allungava sulla moquette.
«Dennis è convinto che abbia portato qui legioni di uomini» disse Barbara. Si era messa un accappatoio bianco con cappuccio. Una ciocca nera le scendeva su una spalla come un crepaccio in un campo innevato. Mi accorsi che non aveva bisogno di tingersi i capelli. «In realtà non ci ho mai portato nessuno. Finora». Si guardò intorno. Quadri di cavalli erano appesi alle pareti. «Dennis è diventato violento durante il lockdown. Non lo era mai stato, prima. O forse non me ne sono accorta. Trascorrevamo molto tempo lontani. Distanziamento sociale preventivo, in un certo senso. Finché lo abbiamo mantenuto non ci sono stati problemi».
Si sedette accanto a me sul bordo del letto. Avrei dovuto cambiarmi, ma non lo avevo fatto. Mi ero levato solo giacca, stivali e cappello, accomodandomi su uno spigolo, attento a non sporcare. Come ho detto, sono un tipo all’antica.
Barbara fissò un quadro. Stalloni al galoppo su una spiaggia. «E così non esistono Isole del Tesoro?» chiese.
«Non esistono più posti isolati. Diamine, il tempo ha rimpicciolito tutto quanto Ti fanno credere che, crescendo, ti si apra un mare di possibilità, invece gli anni ti si stringono addosso come un vestito troppo piccolo. O una camicia di forza».
Lei distolse lo sguardo. Forse le sfuggì una lacrima, ma non ne sono sicuro. Però fu quello il momento in cui cedetti, e di questo sono sicuro. «Dov’è la nostra giovinezza?» chiesi.
Barbara fece scorrere la mano sul letto.
«Qui» disse.

 

Fu tutto perfetto, tutto come me lo aspettavo.
Tutto come lei si aspettava.
Compreso Dennis, suo marito, che irrompeva nella stanza con una pistola in mano.
Compreso me che glie la strappavo e gli sparavo come nel sequel di un film.
Compreso il cervello che schizzava sporcando ogni cosa perché i sequel vengono sempre male.
Sì, fu come lei se lo aspettava.
Tranne me che prendevo lo smartphone e facevo partire le registrazioni.
«Ho fatto hackerare la tua amica, la valchiria, quando ha pagato con la carta di credito al Benbow Bar. Scommetto che è qui vicino da qualche parte, adesso, e scommetto che se smanetto un altro po’ con questo affare troverò che è stata lei a chiamare Dennis».
Barbara cadde sul letto. Era bianca come l’accappatoio che aveva indossato poco prima e altrettanto sfatta. Tuttavia, anche così, anche adesso…
«Visti i miei precedenti» proseguii «una recidiva è più che plausibile. Chissà, magari mi avresti anche difeso, anche se la condizionale me la sono già giocata. Ma non importa. L’importante è che tu ne saresti uscita pulita, senza neanche un’ammonizione dall’Ordine o un divorzio che ti sarebbe costato un sacco di soldi».
Lei mi guardò. «Che cosa vuoi» disse.
Io guardai i cavalli del quadro, al galoppo sulla spiaggia. «Un’Isola del Tesoro».

 

È qui che ci troviamo, adesso.
No, non vi dirò il nome dell’isola. Non mi sforzerò nemmeno di inventarne uno finto.
Barbara e io stiamo insieme e, qualche volta, siamo persino felici. Quando non ci chiediamo se sia il caso di voltarsi le spalle l’un l’altra.
Non me la sogno più, però.
Mi capita di sognare Belle, invece.
Non tanto spesso: una, due volte l’anno.
I suoi grandi occhi umidi quando l’ho abbandonata al maneggio.
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