Le lastre, alzate verso il cielo e contro il sole evidenziavano una tripla frattura scomposta a tibia, perone e malleolo. Sarino sospirò: fosse stato in un ospedale italiano avrebbero operato, 3 mesi e la gamba sarebbe tornata come prima ma… non era in Italia. Il sole del Congo  gli aveva cotto la pelle e, se non fosse stato per i tratti somatici, il colorito che aveva assunto lo avvicinava ancora di più agli africani.
Tre mesi. Tre mesi dopo non aveva ancora nostalgia di moglie, figlia e nipoti. Si era offerto volontario proprio per allontanarsi da loro. 45 anni di matrimonio gettati nel cesso, pensò. Irma non se ne era neppure accorta. Andava in giro a vantarsi di quanto fosse grande quel marito medico che, da tempo ormai, era al servizio dei più bisognosi. In realtà l'idea era quella di fuggire lontano da tutti.
Irma non lo aveva capito o, forse, non voleva capirlo.
“Sarino, vai a fare la spesa.
Sarino, vai a vedere come sta mio padre. Sarino, porta il nipote a scuola. Sarino, prendi il nipote a scuola. E l’altro all’asilo…”
“Papà, domani mi serve il tuo aiuto fino a tardi, andiamo a teatro. Papà, potresti portare i bambini in montagna con te, oppure nella casa al mare, giusto quel mesetto.”
Il giorno in cui Sarino aveva incontrato la vicina di casa, quella del terzo piano, quella gnocca da paura e simpatica e disponibile sempre a dare una mano, si era sfogato: “Baby, sono stufo, arcistufo di tutto. I figli dovrebbero abitare a 500.000 km di distanza dai genitori. Mia moglie ordina, mia figlia ordina, i nipoti ordinano… Voglio il divorzio. Sono a pezzi.”
Baby aveva sorriso, un sorriso di una dolcezza disarmante: “Perché non fai domanda a Medici senza Frontiere e vai a dare una mano?”
Sarino pensò che la sua vicina oltre che gnocca fosse anche un genio! 
Un mese dopo era già sull’aereo che lo avrebbe portato a Kinshasa e, da lì, verso Walikale. Una vita diversa, sempre di servizio ma diversa. Diversi i modi in cui si rivolgevano a lui, diversi i sorrisi, diversi i rapporti tra le persone. Sarino era rinato. Tre mesi dopo era un altro uomo: nostalgia? Di niente e di nessuno. 
Riguardò la lastra contro il sole, Nonomaka sarebbe tornato a camminare. Sorrise, pensò a Baby che lo avrebbe raggiunto presto, si vestì, entrò in sala operatoria e riparò quella fottuta gamba nel miglior modo possibile. 
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