23 Dicembre, antivigilia di Natale. Erano ore che Giorgina aveva il naso incollato al vetro della finestra e guardava estasiata tutto quel soffice cotone che veniva giù dal cielo e formava una coltre immacolata al suolo. Non aveva mai visto la neve. Lei era arrivata nel Nord Italia dalla lontana Africa, dove c’era sempre il sole e faceva molto caldo. Il suo naso era congelato, ma Giorgina insisteva nel lasciarlo attaccato a quel vetro freddo.

Fra due giorni sarebbe stato Natale. Conosceva bene quella ricorrenza, festeggiava ogni anno con tutta la sua numerosa famiglia nella piccola cappella attigua alla missione dei padri domenicani. Sapeva che il Natale era un po’ come il compleanno di Gesù Bambino, bisognava essere buoni e condividere con gli altri la religiosità dell’evento. Era il primo Natale che Giorgina trascorreva in Italia e le sembrava tutto così diverso, così confuso. Le strade erano illuminate a giorno da tante brillanti luci, le vetrine dei negozi erano scintillanti e colme di regali meravigliosi, la gente era come impazzita nella foga di acquistare tutto ciò che vedeva.

Qualcuno a scuola le aveva parlato di un certo Babbo Natale che, nella notte Santa, entrava di nascosto nelle case e lasciava tanti regali a tutti i bambini del mondo. Strano, in Africa non si era mai sentito parlare di quest’uomo e nessuno riceveva regali. Solo una volta Padre Luigino, il missionario che periodicamente si recava a celebrare la Messa nella cappella vicina al villaggio, aveva saputo del compleanno di Giorgina e le aveva regalato una scatola di matite colorate. Lei aveva sgranato i suoi occhioni neri e con un candido sorriso era corsa a casa a fare ciò che più le piaceva: disegnare.
Padre Luigino le aveva spiegato che in Europa, quando una persona festeggia il compleanno riceve dei regali da chi le vuole bene. Era per questo motivo che a Giorgina era difficile capire il perché a Natale la gente comprasse tanti regali da scambiare, il compleanno era di Gesù Bambino, era lui che avrebbe dovuto ricevere i doni. I misteri degli adulti sono davvero incomprensibili.
24 Dicembre, vigilia di Natale. Giorgina era stata invitata da una sua compagna di classe ad andare a visitare il grande centro commerciale della città. Non aveva molto chiaro neppure cosa fosse un centro commerciale. Sulle prime pensò che la gente dovesse mettersi al centro del palazzo e forse fare un girotondo, poi capì. Le luci abbagliavano la vista e le decorazioni colorate lasciavano senza fiato per la loro magnificenza. Enormi abeti si stagliavano al centro del grande palazzo fino a raggiungere il soffitto. Le persone creavano una grande confusione e il chiassoso vociare quasi soffocava le note delle canzoni natalizie che volavano fuori dagli altoparlanti. Giorgina era eccitata, ma allo stesso tempo intimorita da quella grande confusione. Era dunque così che il resto del mondo festeggiava la nascita di Gesù? Molto diverso dalla funzione religiosa che ascoltava al suo paese.

A un tratto la sua amica Lara le urlò: “Presto, corri! Là c’è Babbo Natale!” Giorgina, un po’ frastornata seguì Lara.
“Dov’è?”, chiese urlando per farsi sentire. L’amica la prese per mano e la trascinò vicino ad una folla di bambini vocianti e agitati. “Eccolo! Lo vedi?”, continuò Lara in preda all’entusiasmo. 
Giorgina vide un grosso uomo, tutto vestito di rosso e con una lunga barba bianca come la neve che era scesa dal cielo.
“Quello è Babbo Natale? Ma come fa uno così grosso a entrare nelle case delle persone senza che nessuno se ne accorga?”, chiese stupita. Ma Lara non la ascoltava più. In mezzo a tutta quella confusione ben presto Giorgina si ritrovò faccia a faccia con il signor Babbo Natale. Lui la guardò sorridendo e le fece cenno di avvicinarsi. Piano piano, la bambina giunse dal grande vecchio.
“Come ti chiami?”, domandò lui. 
“Giorgina” 
“E da dove provieni, Giorgina?” 
“Sono nata in Tanzania, si trova in Africa.” 
“Lo so dove si trova il tuo Paese. C’è un desiderio che tieni nascosto nel fondo del tuo cuore?” 
Giorgina pensò a lungo, ma non trovò altro desiderio se non quello di ritornare nel suo villaggio e ritrovare i vecchi amici. Babbo Natale diventò serio per un attimo. Il suo viso era pensieroso.

“Ti manca tanto vero? Soprattutto so che ti manca tanto la tua scimmietta Kuki, che hai dovuto lasciare sola nella savana.”, come faceva a sapere di Kuki? Giorgina spalancò i suoi occhioni neri, proprio come quando Padre Luigino le aveva regalato le matite colorate. Babbo Natale era davvero magico.
25 Dicembre, Natale. Giorgina, ancora in pigiama, entrò nella cucina. Aveva molto freddo, i suoi piedi erano totalmente congelati, nonostante le calze in lana pesante che le suore di Santa Caterina avevano confezionato per lei. Non riusciva ad abituarsi al freddo mattino e si svegliava sempre troppo presto. Guardò dalla finestra: non nevicava più, ma la coltre bianca che si era formata nei giorni precedenti era spessa e compatta. Si stropicciò gli occhi ancora assonnati e sbadigliò, aveva ancora sonno e sarebbe tornata a letto, sotto le calde coperte offerte sempre dal convento di Santa Caterina.

Lentamente cercò di uscire dalla cucina e di raggiungere la sua camera, a un tratto vide qualcosa brillare nel buio. Dapprima si spaventò, poi prese coraggio e si diresse verso il luccichio. Subito, all’istante, le venne in mente che era Natale! Natale! Natale! In Italia a Natale passava il Signor Babbo Natale! Lei lo aveva conosciuto, gli aveva parlato, gli aveva confidato il suo desiderio… chissà!

Raggiunse il luccichio e vi trovò un piccolo albero decorato, proprio come quelli che aveva visto al centro commerciale. Papà aveva pensato a lei. Le era sfuggito dalla bocca il desiderio di possedere un albero di Natale come quello che tutto il mondo occidentale sfoggiava durante le feste natalizie. In tutto il mondo, tranne che in Africa.
“Giorgina, ti manca l’Africa?", sussurrò una voce. 
“Sì", rispose la bambina sottovoce. Le mancava il sole, le mancavano gli amici, le mancava Kuki, ma soprattutto le mancava il cielo azzurro e sconfinato della Tanzania, quello che lì, nel nord Italia, non si vedeva mai.

Giorgina lo sapeva che il papà doveva lavorare, sapeva anche che al loro paese il lavoro non c’era e non era sufficiente per dare alla propria famiglia una vita decorosa. Il suo papà aveva abbandonato tutto, proprio come lei, e non si era mai lamentato. Giorgina non lo aveva mai sentito lamentarsi.
Eccolo lì, l’alberello di Natale che lei aveva desiderato: sotto al piccolo alberello che il padre di Giorgina aveva preparato c’erano tre biglietti aerei di sola andata. La destinazione era la Tanzania.
Babbo Natale aveva mantenuto la sua promessa: far avverare il più grande desiderio che Giorgina aveva in fondo al suo cuore.

Tutti i racconti

0
0
1

DOVE SONO

e ci sono in pieno

27 April 2024

Occhi curiosi tra arabeschi di rughe. Il futuro a ritroso. I passi più lenti. Mani nude deformi in spirali di attese. Una valigia mi ha portato lontano.

Tempo di lettura: 30 secondi

0
0
1

Lettere

27 April 2024

Lettere Quella mattina non lanciò il giornale Semplicemente bussò Un gesto ed un rumore che non mi capitava di vedere e sentire da molto tempo Infilandomi la camicia da notte usci sotto la veranda Mi accorsi subito del suo sguardo eloquente e carico di incredulità Come volesse dirmi mille [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

0
0
1

Quando la cronaca deve fare a tutti i costi “sensazione”

27 April 2024

La storia riporta indietro nel tempo, alla fine degli anni Sessanta. Un donna entra in lacrime nel pronto soccorso di un ospedale torinese. Ha le braccia graffiate e i polsi chiazzati di blu, conseguenza di una stretta di mani nervose. Ai medici confida: «Mio cognato ha tentato di violentarmi, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

0
3
16

Diavola a San Valentino

Ispirato alla coppia di regnanti di Omicron Persei 8 in Futurama - Seguito delle prec. parodie sull’inferno

26 April 2024

Attenzione: Questo racconto di tali mondi è fiabesco e i suoi personaggi antropomorfizzati. Nella fattispecie viene immaginato un mondo ultraterreno dove i suoi abitati possono procreare a prescindere dal proprio genere di appartenenza. Buona lettura. Incipit: C’è una coppia di diavolesse dell’inferno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: "Tecnicamente" essendo angeli, benchè caduti, i diavoli dovrebbero [...]

  • stapelia: Di tutta la storia, in particolare, non mi convince il rovesciamento, cioè [...]

0
6
17

Gli occhiali (2 di 2)

26 April 2024

«Con queste fai prima» disse buttandomi le chiavi. «Ti ho visto» aggiunse a mo’ di spiegazione mentre le impugnavo. Non dubitai neppure per un secondo che dicesse la verità, poi aprii il cassetto. Gli occhiali a raggi X erano là dentro e non erano neppure identici a quelli che indossava. Si capiva [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: La mia curiosità di ieri è stata travolta dalla piega del racconto [...]

  • Walter Fest: Sei Rubrus e sei fatto così, nella prima parte pensavo ai famosi occhiali [...]

0
2
8

Vi racconto Ludwig van Beethoven quarta parte e ultima parte

Il Titano della Musica quarta parte

26 April 2024

Nell’antitesi dualistica di B. gioia e dolori, gli elementi dell’antitesi stessa, sono talmente equilibrati da costituire un'altra notevole caratteristica del suo genio. La grazia, la forza. Il sorriso; la danza; il pianto; non appaiono mai isolati, ma si richiamano a vicenda, si intrecciano e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: Molto solenne questa dimostrazione di stima. Traspare dal testo la musica e [...]

  • Gennarino: Stapelia geazie infinie. Mi hai commosso. Un caro saluto daòòa [...]

3
6
22

Gli occhiali (1 di 2)

25 April 2024

Dopo le ferie di Natale Patrizio aveva dato di matto. Era venuto in ufficio urlando che era un regalo del cavolo, che l’anonimo donante era un vigliacco e che la faccenda non sarebbe finita lì. Sulla vigliaccheria dell’ignoto benefattore potevamo anche essere d’accordo, ma la reazione di Patrizio [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: Rubrus hai ragone.
    Un cugino o l'amico di un amico...😁

  • Adribel: Aspetto la seconda parte ma mi viene un po' l'ansia a pensare che nei [...]

1
3
16

Vi racconto Ludwig Van Beethoven terza parte

Il Titano della Musica

25 April 2024

Nel 1815 il fratello Carlo muore lasciando un figlio, anch’esso di nome Carlo. B. si affezionò talmente al ragazzo che approfittando della scarsa moralità della madre ne contese la tutela che la ottenne dopo una estenuante azione giudiziaria. Ma questo nipote non gli procurò che dispiacere e non [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • stapelia: Per niente noioso, è un inno in parole. La conoscenza serve? Certamente. [...]

  • Gennarino: stapelia grazie di cuore.

1
4
19

II° edizione Sarò padre

lettera al figlio che verrà

25 April 2024

Ciao piccolo mio, siamo tornati adesso dall’ospedale dove ci hanno detto che il sesso del nascituro è maschile. Tu non puoi saperlo che padre avrai e che madre, mentre noi già sappiamo molto di te. Sarai un maschietto, che al momento gode ottima salute e che, da come si muove, sembra voler uscire [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Patapump: le aspettative erano davvero molte
    preso spunto da lettera ad un bambino, [...]

  • stapelia: Parlerò della stesura. Il contenuto è lontano dai miei gusti.Impeccabile [...]

28
32
156

La madre di Sara

24 April 2024

Sara appoggiò dei fiori sopra una sedia e si sedette sul bordo del letto accanto ad Ada, la madre, accarezzandole la testa. Poi si rivolse a Sergei, l'infermiere ucraino, un uomo gentile, ma riservato. «A colazione ha mangiato?» gli chiese. L'operatore sanitario fece un cenno negativo col capo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Patapump: a me piace l inserimento dei girasoli
    che conoscendo un po Scili ha voluto [...]

  • Rubrus: Non sono un fanatico del taglio breve, ma, in questo caso specifico e benchè [...]

1
2
10

Vi racconto Ludwig Van Beethoven seconda parte

Il Titano della musica

24 April 2024

Nel caso di B. la musica è il percorso della sua intera vita. Ogni attimo è la che si presenta vivo ogni qualvolta noi ci avviciniamo ad ascoltare quella meravigliosa sublime musica. Le sinfonie: che tutto esaltano, tutto circondano di dolcezza e amore. A questo aspirava B. alla dolcezza, all’amore [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Antonellina: Che bella Gennarino! La tua descrizione della figura di Beethoven è [...]

  • stapelia: Hai ritratto una figura non facile! Sul musicista si è detto e analizzato [...]

1
1
7

haiku

24 April 2024

quel picco bianco di mite maggio spicca - resta la neve Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

  • stapelia: Sempre pennellate! Riuscito anche questo! La neve si sente, con gli occhi!

Torna su