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Occhi curiosi tra arabeschi di rughe. Il futuro a ritroso. I passi più lenti. Mani nude deformi in spirali di attese. Una valigia mi ha portato lontano.
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Furtiva tengo a bada un'anima persa su nuvole di passaggio. Abissi profondi sondati da occhi curiosi. Parole appaiono esigenti, spunti di bellezza.
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La saliva che lenisce le piaghe macina cemento per le pietre della mia cattedrale.
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Io, piccola noce, mi accoccolo e mi accartoccio nel mio guscio. Riposo in esso, avvolgente e protettivo. Vivo appesa a un vecchio albero, orgogliosamente in piedi da anni, forse secoli, in un giardino [...]
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La storia riporta indietro nel tempo, alla fine degli anni Sessanta. Un donna entra in lacrime nel pronto soccorso di un ospedale torinese. Ha le braccia graffiate e i polsi chiazzati di blu, conseguenza di una stretta di mani nervose. Ai medici confida: «Mio cognato ha tentato di violentarmi, [...]
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Carola Maria: Zio Rubone, è così. Buona domenica!
L’esilioDiRumba: @zio rubone se si scrive che la cronaca deve fare sensazione allora varrebbe [...]
La casa mi protegge come un carapace nasconde le mie rughe. Chiudo il mondo fuori mi accoccolo e acciambello. Son fusa col divano il lindore del lavabo mi consola. Il dolore di vivere mi aspetta fuori della porta. Non uscirò mai più.
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mammola: Grazie per il commento Puccia, e per il consiglio :-)
Sandro Amici: Questo componimento mi tocca particolarmente perché c'è una [...]
