Di chi era? Perché era lì? Dev’essere di quella sgualdrina, me lo sento.

Mentre pensieri sempre più catastrofici si fanno spazio nella mente, sbatto con insistenza sui tasti del pianoforte, ricreando una versione infuriata di Oltremare di Ludovico Einaudi. Poi lo sguardo cade sulla coda del pianoforte. È chiusa.

Ma stamani non era aperta? Chi l’ha chiusa? Lui? Ci deve aver nascosto i messaggi che gli manda quella lì!

Le note di Oltremare svaniscono nell’aria, mentre mi alzo facendo cadere lo sgabello. Apro la coda. Ci sono solo corde tese dentro. Scruto più attentamente. Non c’è niente.

- Amore, perché hai smesso di suonare? -

Il suono calmo ed ignaro della sua voce mi sbatte nuovamente sotto le narici quell’odore di bugia con cui mi aveva salutato al suo ritorno.

Stavo cercando un po’ di conforto fra le note di Einaudi (come sempre quando sono in preda all’ansia) per cercare di non pensare al colloquio che dovrei sostenere fra due giorni alle otto del mattino. Trecentoventitré candidati per due posti da detective nella Polizia Municipale di Prato. Il sogno della mia vita che, se sbaglio anche una sola parola, potrebbe lacerarsi come la tela di Lucio Fontana. Comunque, stavo suonando da qualche minuto quando mi arriva questo tanfo così forte da farmi irrigidire le dita, storpiando tre delle note di Nuvole Bianche.

Oddio, mi sono distratta troppo, ho pensato, ero così immersa nell’ansia e nella musica che non mi sono accorta che entravano in casa!

Mi sono girata, pronta a fronteggiare la minaccia, quando mi sono ritrovata davanti Mario, mio marito.

- Ehi, Serena! Che succede? -

Nonostante abbia trentasei anni (nove più di me) sembriamo coetanei. Ma non è che sembro più vecchia io, è lui a sembrare più giovane, sia ben chiaro!

- Mi hai spaventata, idiota! -

- Ah… ho capito. Ansia pre-esame? - mi ha detto lui, cingendomi in un abbraccio che voleva essere una rassicurazione. E invece non ha fatto altro che infastidire ancor di più la iena che mi scalpitava dentro. Perché c’era qualcosa di diverso in lui. Non nell’atteggiamento, neanche nell’aspetto.

C’era quell’odore, quel tanfo. Profumo di sapone di Marsiglia, lo stesso che sentivo da piccola quando mia nonna lavava a mano i vestiti in giardino con quel sapone a base di cenere che produceva lei stessa. Un odore dolce, di freschezza, di pulito, che ha sempre coccolato i miei ricordi, ma che adesso è arrivato forte, deciso ed incombente come quello di un cadavere in decomposizione.

Sono rimasta basita qualche istante, cercando di capire come un profumo simile fosse finito sulla cute di mio marito. La prima cosa che ho pensato è a lui che vaga per le corsie di una profumeria scegliendo quale di quegli odori sarebbe stato meglio sopra la mia pelle. Ma poi è arrivata lei a sconvolgere i miei pensieri. Giulia. La stagista che deve lavorare per quattro mesi nell’azienda di Mario.

Ma cosa ci trova di interessante quella gatta morta in un’azienda che trasporta e vende acciaio alle industrie automobilistiche? Come fa a piacerle un profumo così da vecchia? Ma soprattutto, come cavolo si è permessa di avvicinarsi al mio Mario e a passargli il suo odore? Come ha osato marcare il mio territorio con i suoi feromoni? E quello stupido di Mario? Di sicuro non si sarà sottratto a lei. Le sono sempre piaciute le ragazze con il seno grande, e quella maledetta ha una quarta abbondante. Mi tradisce. Che bastardo!

Mi sono allontanata da lui, rimanendo impietrita come un gatto che vede sopraggiungere una macchina quando vuol attraversare la strada.

- Che c’è Amore? - mi ha chiesto lui, un po’ sorpreso dalla mia reazione distaccata.

- Uh, niente - gli ho risposto, celando le mie vere preoccupazioni (cosa che succede spesso quando sono già in ansia per altri motivi).

Così lui mi ha dato un bacio sulla fronte, si è tolto cappotto e cravatta, è andato in soggiorno e ha acceso lo schermo a 48 pollici incastonato in quella sontuosa libreria in ebano che i suoi genitori ci hanno regalato (libri inclusi).

- Mettiti le cuffie, che a me non interessa sentire le cavolate che guardi - gli ho detto, tappandomi le orecchie per non sentire le urla dei protagonisti di The Walkind Dead in programmazione su SkyUno. E me ne sono tornata al pianoforte nell'altro soggiorno, posizionato due stanze più in là.

 

Perdo la voglia di suonare quando l’orologio a pendolo rintocca le nove e trenta della sera.

Meglio prepararmi, avrò tutta la notte per pensare a come incastrare quei due maledetti. Se pensano di far passare Serena Berti per una scema, beh si sbagliano di grosso!

Salgo le scale e mi chiudo in bagno per darmi una rinfrescata veloce e per prendere lo Xanax della sera. Poi passo in camera, apro la mia cabina armadio (quella di Mario si trova in fondo al corridoio) e prendo uniforme e cinturone con pistola annessa, mi cambio e scendo giù. Passo dal soggiorno. Mario è stravaccato sull’isola del divano con le cuffie attaccate alle orecchie. Sullo schermo vedo passare in rassegna le immagini di Stephen Hawking, astrofisico britannico, scomparso ieri. Do un buffetto sulla spalla di mio marito, imprimendogli una forza leggermente maggiore del solito. Una piccola ed insignificante rivincita per lo sgarro che mi ha sicuramente fatto.

- Vai già via? - mi chiede, mentre alla televisione in rassegna varie scene de La Teoria Del Tutto, il film che racconta la vita di Stephen Hawking.

- Uh-uh – gli rispondo mugugnando, cercando di scacciare dal mio naso quell’orrendo profumo di Marsiglia.

- Buon lavoro allora Amore, a domattina – mi dice, alzandosi per abbracciarmi e darmi un bacio.

Ma allora lo fa apposta! Quell’odoraccio mi impuzzolentirà tutta! Come diavolo farò a mandarlo via? Mi rimarrà addosso per tutta la notte.

Mentre esco, tiro fuori il gel per le mani dalla tasca del giaccone. Me ne getto una quantità abbondante sulle mani, le sfrego con violenza e poi me le porto alle narici, lasciando che i condotti nasali si riempiano di quell’odore acre e asettico. È così forte che me li brucia, anestetizzandomeli. Entro in macchina e percorro il vialetto che porta al cancello. Poi sfreccio via per le strade buie e poco illuminate di Prato, in direzione della questura.

Tutti i racconti

1
1
10

The 12th room

10 May 2025

The 12th room Caldo Freddo Noia Paura Gioia Dolore Pianto Urla Prurito Singhiozzo Vista appannata The 12th room Non ha maniglia Non una finestrella Senza colore e gelida Palmi delle mani. spingo Spalle, cerco di farle cadere Niente Non vuole che io entri Un cigolio di cerniere inesistenti Le [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

2
2
10

Il pianoforte

10 May 2025

Celina era seduta al lungo tavolo ovale nel soggiorno. Sua mamma, in cucina, stava finendo di riordinare dopo il pranzo. Celina amava questi momenti in cui era sola col papà. Lui stava leggendo un libro, comodamente seduto sulla sua poltrona e la ragazza stava facendo i compiti. Pochi mesi e avrebbe [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Dario Mazzolini: benvenuta su LDM con questo brano di tutto rispetto, scritto in modo lineare [...]

  • Lawrence Dryvalley: Mi unisco al benvenuto su LdM. Gli oggetti della nostra vita diventano spesso [...]

6
4
30

MORTE GENEROSA

09 May 2025

Sto guidando l’auto che si dirige verso il cimitero. Sul sedile posteriore giace sdraiato esamine il mio corpo. Giunto al campo santo, mi cambio indossando gli abiti del mio io defunto. Piove forte quando esco dal cimitero, non ho l’ombrello e devo rovistare nella macchina per cercarne uno. Ed [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • U1803: incredibile racconto...certo che ci vuole una bella fantasia ..in questo racconto [...]

7
13
71

De Veris Celatis

09 May 2025

La scellerata e blasfema azione di bombardamento degli americani sull’Abbazia nel 1944 rase al suolo non solo un luogo di cultura millenaria, ma anche custode occulto di antichissimi volumi che documentavano religioni, credenze e pratiche mistiche antiche come l’umanità. Scavando per rimuovere [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
1
20

Circostanze

08 May 2025

Circostanze Ho constatato che c’era un coacervo di cervi sulla cima del Cervino, tutti pieni di cimici, che cercavano cibo tra i ciottoli, per cibarsi di ceci, cicerchie e corbezzoli cornuti. Così, già che c’ero, ho acceso un cero a San Cirillo e poi ho seguito il censimento di alcuni ceceni [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dario Mazzolini: onestamente ho preferito sottolineature. Non che questa non mi sia piaciuta [...]

1
3
19

Biasimo al sole

08 May 2025

Intro: Aprile porta con sè i primi raggi infuocati. Ecco dei versi dedicati all' avversario dei prossimi mesi: il Sole. Sofferenza di luce Il sole, non più stella di grazia, ma occhio accecante e crudele. Luce che brucia, non calore, un tormento senza fine. Raggi che svelano crepe e ruggine, [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

4
6
31

L'ospite nell'armadio

Contiamo insieme. Uno... Due... Tre... Sto arrivando.

07 May 2025

Parte I – Il gioco nel giardino Era una limpida giornata di primavera quando Marta decise di dedicarsi alle grandi pulizie. Le finestre aperte lasciavano entrare l’aria fresca e il profumo dell’erba tagliata. In sottofondo, la sua playlist preferita scorreva tranquilla. Dal giardino arrivava la [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • VjKov: Vi ringrazio

  • Rubrus: Un classicone (il babau nell'armadio) ben trttato e ridotto all'essenziale. [...]

5
5
34

L'erede del Principe della risata

06 May 2025

In un periodo stagnante di cinema comico, si venne a sapere che alla gente mancava molto una figura come quella di Totò, come se fosse una cosa strana. Così qualche esponente delle teste d'uovo nazionali pensò bene di inventarsi un fantomatico figlio segreto del famoso principe della risata e di [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • L. Carver: La vena di malinconia in effetti non è casuale. Del resto, che comicità [...]

  • Rubrus: Tra originale e copia si preferisce quasi sempre l'originale. Nondimeno, [...]

9
9
29

Il plurale

05 May 2025

Mai stata così sola come quando usavo il plurale. Oggi il mio amore vola perchè ho imparato ad usare il singolare. Era ora di cambiare forma grammaticale!

Tempo di lettura: 30 secondi

4
4
24

L'Errore

05 May 2025

E fu il rovente furore di un istante, il risveglio dal tepore della routine un eco offuscato e sordo del passato permanente nelle antiche stanze convalescenti dei giorni fioriti di brume e arie terse a gremire palcoscenici di vissuti sfiorendo al calar della sera nel sapore del suo olezzo. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: interessante poesia, anche se ho fatto fatica a leggerla tutta.Like a prescindere [...]

  • L’esilioDiRumba: per me è stato un piacere leggere questa poesia. si distingue anche, [...]

4
3
14

Vi racconto un pò di Giambattista Basile

Un grande favolista.

04 May 2025

Giambattista Basile è senza dubbio uno dei giganti della letteratura italiana, un maestro delle favole che ha saputo incantare generazioni con la sua straordinaria capacità di narrare. Nato nel 1583 a Giugliano di Napoli, Basile ha lasciato un'impronta indelebile nel mondo delle fiabe e dei racconti, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

4
9
35

La compagnia

04 May 2025

Mi piace uscire a cena solo con la Zanna (mia moglie): quando mangia e beve diventa ancora più simpatica e poi a bocca piena non mi brontola; non disdegno neppure le uscite in comitiva, che comportano però problematiche dal momento in cui ti siedi fino al conto finale; ecco come ho imparato a gestirle. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

Torna su