"Due settembrini, così si erano da sempre considerati nelle loro intenzioni vacanziere. Quando il bailamme estivo avrebbe esaurito naturalmente il tempo chiassoso delle sue genti stanziali, si sarebbero ritrovati lì, puntualmente, come ogni anno. Stesi sopra le insegne colorate dei loro rispettivi lettini di tessuto non tessuto sotto un sole decisamente più gentile. In quel tratto di lunga spiaggia romagnola disegnato negli anni per accogliere, capace di mutare poco a poco; se fosse servito, seguendo tendenze o furtive necessità modaiole.

Senza l'inganno di giovani promesse rese alle questioni stabilite, prima delle partenze dolorose, private da ogni cliché osservato negli appuntamenti vagamente sentimentali, loro erano lì, quasi cronometrici e a breve distanza vitale uno dall'altra; con il soccorso di un minimo di percezione, quasi, avrebbero potuto avvertire il reciproco respiro. Ognuno con il proprio spazio ben definito, così come lo erano le abitudini reiterate nel praticare quella rena e il mare osservato, ma con gli stessi occhi traguardanti. Certi atteggiamenti attendevano a quella morbida tipologia di relax, senza scadenze a ridosso o impegni da onorate. Si osservavano con garbato distacco, senza mostrare altra intenzione né inequivocabili, differenti interessi. Inizialmente fu rispetto del "campo" altrui, credo... riservatezza, ma nel rincorrersi cadenzato degli anni non ci fu, da parte di entrambi, mai quella volontà di avvicinare, anche solo per curiosità, un po' di più le loro vite. Si percepivano in quel sabbioso lembo comune e assolato di spiaggia fine, ma non avvenne mai nessuno scarto consapevole, né mai una sola parola tra loro. Incredibilmente neppure un saluto. Chissà, forse non ci fu il momento adatto, l'attimo in cui le barriere si sarebbero potute abbassare concedendo di annusarsi attraverso le poche frasi, facilmente un po' banali, degli iniziali convenevoli.

Potrebbero esserci infinite logiche illogiche del perché certe situazioni non trattengano in sé criteri di evoluzione ma, se così fosse, non ci sarebbe stato neppure l'ingegno né l'opportunità di poter narrare questa storia bislacca. Forse, sarebbe rimasta soltanto materia di educato distacco o un freddo, asettico studio antropologico comportamentale.

Terminò pure il tempo di quella ulteriore estate infinita; quasi scalzata dall'imminente sopraggiungere dell'autunno, senza che per questo fosse mutato il traguardo delle loro strade a incrociarsi silenziosamente e senza giudizio alcuno. Rimase solo e soltanto il breve tratto plausibile, ma mai avvenuto. Tutto sospeso in quel microcosmo silente e apparentemente inutile, da non condividere."

 

© Roberto Anzaldi

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