Sara osserva la luce del giorno affievolirsi lentamente fuori dai vetri smerigliati della finestra.

Resta lì immobile, incerta, senza sapere che fare e con quella sensazione di vuoto che avanza.
Sensazione di impotenza.
E intanto cadono gli eroi.
I suoi eroi. 
Non quelli delle serie tv della marvel o dei cartoni animati che tante volte ha guardato accovacciata sul divano insieme ai suoi bambini.
I suoi eroi reali, quelli in carne e ossa. 
Quelli che l’hanno sempre sostenuta nel suo crescere ed evolversi. 
Nel suo diventare donna.
Quelli che “ho paura del buio”, tienimi la mano.
Quelli che “no, non ce la faccio”/ “ma sì che ce la fai”/ e “avevi ragione, ci sono riuscita”.
Quelli che nelle foto ricordo ormai sbiadite la guardano ancora, trasmettendole la fiducia incrollabile che tutto, tutto sarà sempre immutabile.
Quelli che le loro mani erano porto sicuro, fin dai suoi primi incerti passi nel mondo.
Eroi di tutti i giorni.
Eroi imperfetti.
I suoi eroi; anche se ha dubitato di tutto nella vita, in quel suo procedere a tentoni, in quel suo mettere sempre tutto in discussione, in quel suo essere, costantemente, alla ricerca di qualcosa.
E lei lì, immobile, a osservare alcune delle sue certezze frantumarsi come onde sulla battigia.
Nella sua testa fanno un gran rumore. 
Talmente forte che riescono persino a coprire il rumore dei battiti del suo cuore.
Talmente forte che le sembra quasi impensabile che il mondo non se ne sia neanche accorto.
Vite che si corrodono nel fugace istante di un per sempre.
E mentre loro cadono, il mondo, inarrestabile e sordo, continua la sua corsa.
Attonita e stremata, l’anima in subbuglio. Malinconia che si aggrappa alle sue viscere e lacrime, lacrime che faticano ad uscire ma che scavano dentro di lei solchi profondi.
Resta immobile, Sara. 
E osserva frastornata lo scorrere del tempo, inesorabile, che pian piano porta via pezzetti di lei. 
Ora riesce a vederlo, ma in fondo, Sara lo sa, è sempre stato così.
Quel tempo che non è mai sufficiente.
Quel tempo di cui è sempre così gelosa.
Quel tempo di cui ha imparato a centellinare ogni piccolo istante: piccoli ritagli, scampoli preziosi nella trama dell’esistenza.
Quel tempo, ora più che mai se ne rende conto, che scivola via implacabile mettendola di fronte a scelte che Sara non ha alcuna voglia di fare. 
Non ne ha la forza. 
E non sa da che parte cominciare.
Resta immobile e osserva, sì. 
Mani.
Mani forti e imbattibili, così sembrava, (un tempo che non torna).
Mani che a lungo sorressero il suo sbocciare nutrendo la sua essenza.
Lui è sempre stato questo e molto di più. 
È sempre stato forza e giustizia, ed ora? 
E lei? Lei è sempre stata brezza leggera, risate argentine, effervescenza.
La verità è che non era pronta, Sara.
Non lo si è mai.
Ma nessuno le aveva mai detto quanto male può fare un tramonto.
E Sara si sorprende a pensare che in fondo alla fine è proprio in questo cadere senza arretrare che continua a manifestarsi quella forza.
E intanto cadono gli eroi.
I suoi eroi. Consumati dal tempo bastardo.
E quel rifugio di carta, irraggiungibile (inaccessibile), dove lei, sua madre, si è rifugiata.
Lei è lì ma non è più e quelle mani che a lungo la sorressero ora sono paura e confusione.
Loro due sole, il mondo chiuso fuori. 
Ma la stanza è gremita.
Distante lo sguardo e Sara sa che no, non può raggiungerlo.
Fantasmi fra loro. 
Sara si stende nel letto insieme a sua madre.
Non il letto grande dove tante tante volte si rifugiava da bambina nelle sere d’inverno.
Quel letto non c’è più, al suo posto due lettucci singoli e a ben vedere già questo, pensa Sara, è stato un gran cambiamento. 
La fine di un’epoca.
Ma va bene così. Si fa piccola piccola, Sara. 
La tiene vicina a sé.
La stringe in un tenero abbraccio e in quell’abbraccio percepisce tutta la fragilità di quell’essere, nel cui grembo, scintilla fu genesi del suo agire nel mondo.
Ora dorme di un sonno inquieto e disturbato. Sara già lo sa, probabilmente non durerà. 
Non stasera, almeno.
E lui, lui riposa di là, nell’altra stanza. Forse stanotte riuscirà a dormire almeno un po’.
Forse.
Sara rimbocca le coperte a sua madre, e mentre lo fa pensa a quante volte quel gesto così semplice sua madre lo ha compiuto per lei.
Poi spegne la luce e se ne va.

Tutti i racconti

0
0
9

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

0
0
4

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

5
6
24

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

3
10
23

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai,” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

7
8
29

Non leggerai il mio nome

01 December 2025

Non leggerai il mio nome Quel foglio rimarrà bianco e sfuggente Chiunque avesse voluto scriverlo, ne sarebbe rimasto deluso Avrebbe deciso qualcosa, che non avevo scelto Sarebbe andato per consegnarlo, quando ero ormai lontano Lontano da quel fumo che copriva il mondo, fino a soffocarlo Avevo mani [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

7
22
29

Soluzione radicale

01 December 2025

Il monolocale mi garba. Così pulito e ordinato, sembra la casa delle bambole. Beh, per quel che ne so io, perché lo giuro, non ne ho mai vista una. Che posso dire, ragazzi? Per ora me ne sto qui, sotto un buffo piumino rosa e un lenzuolo pieno di orsetti stampati. Insomma, mi sembra di vivere dentro [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • An Old Luca: A me è piaciuto molto. Scritto bene e il finale sospeso è un'ottima [...]

  • Maria Merlo: Grazie, An Old Luca. Sono contenta che il racconto e il finale ti siano piaciuti.

3
3
28

Il libro magico (2/2)

Intrigo a casa Natale

30 November 2025

Gli elfi che erano di sentinella avevano sentito e visto Darkman introdursi furtivamente sul sentiero che portava a casa di Babbo. Avevano dato l’allarme e ora erano tutti nascosti nelle vicinanze della casa in attesa del nemico. Sapevano che il mago era forte e usando la magia poteva sconfiggerli, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: Un po' grinch e un po' Calimero, che si sbianca col mattarello invece [...]

  • Dax: "Con la violenza si aggiusta tutto"(cit. Legs Weawer)Like

3
10
63

Elisa e lo specchio

30 November 2025

Dopo il maithuna, seduto nudo sul letto, la osservavo rivestirsi davanti allo specchio rettangolare da parete a figura intera. Sulle spalle scendevano con leggerezza i capelli biondi ondulati. Le natiche a mandolino. Le gambe bianche lunghe. Le caviglie sottili. Spostai lo sguardo sullo specchio. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Sofia85: È sincretismo. Gabriele D'Annunzio ne rappresenta un precedente.

  • Dax: la donna che si riveste allonspecchio è un'immagine potente, ricca [...]

3
3
30

Il libro magico (1/2)

Intrigo a casa Natale

29 November 2025

Oltre il regno della neve e del gelo dove vive Babbo Natale con gli elfi e le sue amate renne, andando verso oriente e camminando per giorni e giorni, si arriva in una città chiamata Blacktown. Un posto altrettanto freddo, ma del tutto privo di luce, di alberi e di animali. In quelle terre c’è [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Virginia Lupo: buonasera. Una storia, una favola più adatta alle persone adulte. La [...]

  • Dax: Una favola "nera"...attendo la seconda parte Like

13
10
37

Jean Vallette parte (2/2)

Da Rieux-Minervois a Parigi

29 November 2025

È giorno fatto da un pezzo quando Jean e Jòrdi giungono in vista di Carcassonne. La doppia cinta di mura merlate e le torri che proteggono l’antica città hanno anche questa volta un grande effetto sul giovane. Jean ripercorre con gli occhi della mente i sei anni trascorsi al Petit Séminaire. Latino, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

14
5
42

Jean Vallette parte (1/2)

Da Rieux-Minervois a Parigi

28 November 2025

2 ottobre 1865 È ancora notte a Rieux-Minervois. Un vento gelido soffia, promettendo un cielo terso e una bella giornata d’autunno. «Lo gal canta, Joan-Baptista. Lo sénher Jòrdi t’espèra» [1]. «Óc, maman»[2], dice il ragazzo prendendo la sua valigia di cartone e scendendo per la rampa ripida [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • La Gigia: In questo intrigante racconto c'è uno studio approfondito non solo [...]

  • Dax: Piaciuto. Attendo continuo.Like

7
9
39

Tutte le mattine

28 November 2025

Tutte le mattine, più o meno alla stessa ora, li vedo. Lui è lì, sul marciapiede poco prima della fermata della corriera. Lei è al balcone, pigiama chiaro e una sigaretta tra le dita. Quando passo in auto li intravedo soltanto per qualche secondo, ma è sempre uguale: lui guarda verso l’alto, lei [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su