Pavel ho bisogno di un consiglio.    
Vai!    
Non mi sento molto bene, ho il fiato corto. Faccio fatica a respirare.     
Domani vedrai che starai meglio Oz.    
Ti è piaciuta la birra?     
Si, è buona.   
Ecco, vedi, questa è 12°. Questa è tutta un’altra cosa. E’ meglio di uno spray per i bronchi. Questa me la coccolo sei mesi, non tre. Questa è un’altra storia. Sei mai stato sei mesi in Patagonia Oz?     
Mmh fammici pensare? Mmh no. Cioè una volta ho sognato di imbarcarmi per le Falkland dove avrei incontrato James Hetfield prima di un concerto in Antartide. Doveva portarmi con lui, l’aveva promesso, ma c’erano già troppi scienziati, io non avevo i moon boot, stavo sul cazzo al roadie e su quella nave era rimasto troppo poco spazio così tornai diretto a casa. Ma forse era solo un sogno.    
Beh Oz lasciatelo dire. Ti sei perso un sacco di cose. Un sacco di nulla e gringos e pampas e distese a perdite d’occhio di niente e  vento tra i capelli.    
Wow, sembra affascinante.    
Il fiato lascialo perdere Oz. E ricordati, bere è come nuotare, è allenamento. E’ trattenere il fiato. Se bevi mentre nuoti muori Oz. Lascialo perdere il fiato.    
Si però questa te la devo dire.    
Lascia perdere Oz.    
Anche il notaio ha detto di lasciar perdere. Dice che questa storia dell’eredità andrà avanti anni e lei non avrà mai niente e io sarò morto e non potrò intervenire. Quest’ultimo fatto non è da trascurare. E lui avrà ancora i figli da far andare a scuola e non potrà stare troppo dietro alla questione. Dice che al Monumentale c’è posto per qualche poeta, per qualche scrittore. Al massimo per un giornalista con un po’ di stile. Ma no, io no. Mi ha chiesto referenze, prove di una mia importanza, contatti in un qualche ambito intellettuale. Ma io come faccio Pavel, non bazzico più quella gente dagli anni ’90. Sono fuori posto e ho i capelli bianchi. Certo potrei sempre andare a citofonare a qualcuno della new wave ma quelli sono eterei, non hanno domicilio, non sai cosa fanno eppure esistono e qualche ragazzino in metropolitana parla ancora di loro con entusiasmo. E questi sono nati nel duemilauno. E gli altri negli anni ’50. Finirà che lascerò perdere sul serio e tornerò a prendere sciroppi come tutti. Ma quest’ambizione di lasciare molto a qualcuno e poi morire tranquilli al Monumentale è così fascinosa, è proprio dura da perdere, credimi.     
Oppure la maglietta della salute…     
Oppure ti fotti Pavel! Quella non la metterò mai. Con quella al Monumentale non ti ci fanno neanche avvicinare ad innaffiare i garofani. No no, Lemmy prenderebbe un Jack Daniel’s, me lo verserebbe in testa e farebbe di me una torcia. Un falò di Sant’Antonio. Mi prenderò lo sciroppo, tutto intero piuttosto. Alla Lemmy. E mi scivolerà via questo ingorgo. Ma adesso levo le tende che non so più che ora è e quando perdo la cognizione del tempo mi dimentico di pianificare la vita che ho davanti.  - Tu vuoi pianificare la vita Oz, questo è il tuo problema! - Diceva così quella noiosa che sembrava sempre piagnucolare e lamentarsi e cullarsi nei suoi impegni.     
Ma chi Oz? La tua ereditiera?     
Ma va Pavel, quella è una santa donna.     
Quell’altra. La designer. Con sta ambizione malefica che non le porterà mai nulla. Ci scommetto che ha un cane prenotato al canile, il corredo e la paccottaglia e ha già pianificato la felicità e l’oltretomba! E mi viene a parlare di piani. Questa appaltatrice di vite. Che poi è solo la sua e quando ha finito di mettere in fila gli impegni, giorno per giorno, anno per anno, è presto che finita.     
Vado. Prendo lo sciroppo. Guarisco. E l’eredità me la bevo da te.     
Alla prossima Oz.   
Ci vediamo Pavel.

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