“Allora Tonino, questa è la spesa che devi consegnare alla signora Tebaldi, mi raccomando ... Qua ci sono i soldi del resto come ha chiesto la cliente e non perdere tempo per strada perché quando torni mi devi dare una mano a fare la vetrina per Natale. ”
Tonino prese sottobraccio il cesto ricolmo di mille cose, si mise il casco e inforcato il suo scooter prese la strada per arrivare dai Tebaldi.
Passando per il viale lungo ed alberato che lo portava alla  Villa si fermo' al primo angusto portoncino di quella bella via.
Bussò festoso ad un campanello ed una capigliatura bionda si sporse da una bifora al terzo piano. 
“Toninooo, è arrivato Tonino!.”
Salì le scale tre a tre ed aprì la porta che elettricamente già gli avevano socchiuso.
Il salone era pieno di divani rossi ed oro ed ognuno traboccava di belle un poco avvizzite dopo una intensa notte.
Si mosse veloce tra le ragazze, tutte sorridenti al
suo passaggio e per un attimo si fermo' sull'uscio di noce tutto  intarsiato di draghi  e farfalle che si rincorrevano nella rappresentazione dell'eterno gioco dell' amore.
Trasse un sospiro, rigettò come un gallo le spalle indietro e girò la maniglia.
Dalla semioscurità poco a poco emerse il profilo di un letto a baldacchino. Una abatjour rossa vellutata si  accese su uno dei due comodini e la scena si strutturò in un attimo in un infinito gioco di specchi riflettenti uno nell' altro che dono' alla vista di Tonino la immagine di donna Violette l'Amour l'ape regina di quell'alveare traboccante nettare.
Un età indefinita dal trucco pesante che non toglieva neanche per dormire,seni accoglienti, e fianchi larghi, Violette stava sdraiata seminuda sul letto sfatto con un piede penzoloni con ancora una calza di nylon velata nera.
“Vieni Ammore, tras!”
A sentirsi chiamare così Tonino ebbe un colpo al cuore e gli occhi gli luccicarono
“ Ammore Ammore ”
Sospirava Violette.
“Ammore Ammore mio”, mentre con le labbra voraci e impreziosite da un rossetto viola mangiucchiava un piccolo bignè alla crema.
Antonio,da tutti da sempre chiamato Tonino fece un timido sorriso:
“Madame Violette”- le disse in un francese perfetto così come lei gli aveva insegnato,
“ je ne peux pas rester longtemps aujourd'hui, mon patron doit faire la vitrine pour Noël.” [1]
“Ton patron”  [2]-disse lei -
"Non cambierà mai...
Lo conosco da quando aveva la tua età e lavorava come lavapiatti di notte e portiere durante il giorno...
Avrebbe dovuto sposarsi con una mia amica ma per fare soldi la mise in mezzo alla strada a fare la mignotta.
Ogni mattina alle 4 la riportava a casa e la picchiava a sangue perché l'accusava di nascondergli parte dei guadagni.Ogni mattina erano pugni e ceffoni fino a quando 'nu niro,uno di quei giganti della Shore Patrol[3], gli ruppe la testa con il manganello a quel caprone!"
“E  la ragazza”, fece Tonino sognante," l'americano se l' è sposata?"
"Ma che dici uaglio', 'sti ccose succedono int 'e film.
'A vita, arricuordat bell e mammà è nata cosa.Mo' però vattenne ...."
Tonino non lo sapeva ma madame la Violette non era, come gli aveva fatto credere la madre superiora dell' Istituto in cui era cresciuto la sua vera madre.

Lui non poteva immaginare ma il suo vero genitore biologico era proprio Saverio il salumiere,ora rispettabile  bottegaio ma in gioventù truffatore e pappone nonché,ma questo la giustizia non arrivò neanche mai ad immaginarlo,assassino di Bice, sedici anni appena, perdutamente innamorata di lui, tanto da concedersi ad altri uomini 
pur di aiutarlo a pagare i suoi debiti di gioco.
Saverio non seppe mai che Bice di nascosto gli aveva partorito un figlio: Tonino.
Da uomo violento non sopporto' l' umiliazione di  essere stato  messo sotto da quel gigante nero che gli era corso indietro tra i vicoli del porto quando aveva incominciato a picchiare selvaggiamente per strada Bice, la sua puttana.
Non potendo fare nulla contro quella montagna di ebano quella mattina stessa si accanì contro Bice fino al punto di strozzarla.Il corpo lo seppellì di notte , un paio di giorni dopo al cimitero.  Nessuno tranne Violette ne denunciò mai la scomparsa… e tantomeno in questura qualcuno   si preoccupò di dare credito 
alle dichiarazioni di una prostituta.

 

[1] Oggi non posso trattenermi a lungo. Il mio principale deve preparare la vetrina per Natale 

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