Erano quattro giorni che non cagavo. Questa mattina la faccio. Poca, ma la faccio. Che liberazione! Prendo la carta, pulisco il culo e guardo nella tazza per essere sicuro che sia tutto a posto. E cosa vedo? Sangue, sangue sulla carta, sangue nella tazza. Mio nonno cagava sangue. Lui però si puliva il culo con la carta dei giornali. Tiro su il pigiama. Esco dal bagno e vado in camera. Carla è davanti allo specchio.

Paolo, che dici, ci posso andare al lavoro con questa gonna…”

“L’ho fatta”, le dico.

“Che?” Risponde lei.

“La cacca.”

“Bene.” E si gira per vedere come sta la gonna sul culo.

“Dietro tira troppo. Che dici?”

Mi calo le braghe del pigiama.

“È uscito sangue.”

“Ah.” E si liscia la gonna sui fianchi.

“Saranno emorroidi?”

“Che ne so.”

“Mio nonno le aveva.”

“Ah.”

Si toglie la gonna e ne indossa un’altra.

“Questa è meglio.” Dice.

“Secondo te devo andare dal dottore?” Dico io.

“Boh.” Risponde Carla e infila il collant. Mi siedo sul bordo del letto.

“A te non è mai capitato?”

“No. “

“Mi sa che questo pomeriggio chiamo il dottore.”

“Bravo, mi sa che fai bene.”

Si infila la camicetta rossa e se ne va. Mi vesto, salgo sul furgone e comincio il giro. Riparo l’ultimo lavandino della mattinata. Posteggio sotto un albero e chiamo il dottore.

“Ambulatorio del dott. Rossi. Sono Linda. Come posso aiutarla?”

“A che ora riceve il dottore?”

“Ha un appuntamento?”

“No.”

“Il dottore riceve solo su appuntamento, a meno che non si tratti di un’urgenza.”

“Perdo sangue.”

“Da dove, da quando, di che colore e quanto.”

 Mi tolgo il sudore dalla fronte. Apro lo sportello del furgone. Linda gracchia “È ancora in linea?”

“Dal culo, da ieri, rosso, un po’. Chiaro?” Urlo nel cellulare.

Inserisco il vivavoce e scendo dal furgone.

“L’appuntamento?” Le chiedo.

“Come ha detto?”

“L’appuntamento?”

“Tra dieci giorni, il 15, alle 16.”

“Perdo sangue.”

“Il 15, alle 16. Prendere o lasciare.”

Ridacchio.

“È un nuovo gioco a premi?”

“Si spicci. Sta occupando la linea.”

Mi appoggio all’albero e alzo la voce.

“E se mi viene un emorragia?”

“Vada al PS.”

Donna decisa, Linda, mi piace.

“Al commissariato di pubblica sicurezza?!” Le dico.

“Al Pronto soccorso, stronzo.” E chiude.

Brava Linda. Così si fa con i pazienti. Mi ficco dietro l’albero. Piscio. Calo le braghe e guardo le mutande. Sono macchiate. Finisco di mangiare. Parcheggio al Centro Kleos. Mi fermo fuori a fumare. Sbircio il banco della reception, ci fosse Linda. Non c’è nessuno. Un vecchietto dormicchia su una sedia. Entro. Prendo il numero per il dott. Rossi. Compare sul tabellone. Busso.

“Prego si accomodi.” Urla quello.

Il dott. Rossi è al cellullare. Mi indica la sedia difronte alla scrivania.

 “No, tesoro, mi dispiace. Tanto tanto tanto”,  dice lui, “ma oggi non posso. Ti chiamo domani, va bene?”

Fisso il calendario di Frate Indovino appeso dietro al dott. Rossi. Mia nonna lo teneva in cucina. Ci leggeva le ricette e i proverbi. Lui appoggia il cellulare sulla scrivania e scuote la testa. Il tesoro deve aver riattaccato. Mi fissa.

“Non ci siamo mai visti, vero?”

“No.” Mi presento.

“Bene, Paolo. Mi racconti tutto.”

“Faccio sangue.”

“Da dove?”

“Da dietro.”

“Mai successo prima?”

“No.”

“È gay?”

“No.”

“Fa molti chilometri in bici?”

“Neanche uno.”

Prende una penna e comincia a scrivere una ricetta bianca.

“È per me?” Gli chiedo, stupito.

“Ma no, no, non è per lei. Vada vada avanti.”

“Che vuole sapere?” Chiedo io. Lui stacca gli occhi dal ricettario.

“Il sangue esce solo al momento dell’evacuazione?”

L’evacuazione? Me la ricordo bene, io, l’evacuazione, quella notte. Finita la scossa siamo scappati in piazza. Il centro è stato evacuato. Abbiamo dormito nelle tende. Si sentiva la terra tremare sotto i materassini.

 “Paolo, che succede? Si sente male?”

“L’ultimo terremoto da queste parti è stato ventun anni fa.”

“Che c’entrano i terremoti?”

“L’evacuazione.”

“Bella questa!” Ride e dà una manata al tavolo.

“Io mica ridevo quando è andato giù tutto.”

“Mi scusi. Non volevo…”

Gli squilla il cellulare. iPhone Apple. Deve costare un sacco di soldi. Anche l’orologio. Assomiglia a quello che ho vinto ai baracconi quando ho centrato l’occhio dello scimpanzé. Ma dev’essere di un’altra marca.

“Cara, ci sentiamo più tardi… ho un caso difficile“, sussurra lui. La faccia è paonazza, i rotoli di grasso del collo coperti di chiazze rosse. Non gli prenderà un colpo? Allontana l’iPhone dall’orecchio. Lei insiste.

“Cara...”,  dice lui, e scuote la testa. Si ficca il cellulare nella tasca del camice. Scuote di nuovo la testa. Il grasso delle guance ballonzola.

“Ah, queste donne…”

Mi sono rotto. Il caldo è insopportabile. I jeans sono appiccicati al culo. Li stacco dalla pelle bagnata. Mi alzo e mi avvio alla porta.

“Dove va?”

“Via.”

“Perché? Aspetti, non abbiamo finito.”

“Mi sono scocciato, dott. Rossi. Io perdo sangue dal culo e devo stare a sentire le sue stronzate?”

Il dottore sbuffa. Accende il condizionatore.

 “Ha ragione, Paolo, ha ragione. Ma abbia pazienza. Quella mi ciucca anima e portafoglio. Si sieda, si sieda, le prescrivo una cremina per le sue emorroidi. Tanto, guardi, sono sicuro emorroidi… alla sua età, con il suo fisico.”

Ritorno alla scrivania. Lui tira fuori un fazzoletto, toglie gli occhiali e si asciuga il sudore. Ha le palpebre gonfie, le occhiaie violacee. Il cellulare riattacca. Mi stravacco sulla sedia a godermi il fresco, tanto sono solo emorroidi. Lui scuote la testa e abbatte la chiamata. Mi fissa con gli occhi da miope.

 “Secondo lei che devo fare con Gianna?”

 “Lo chiede a me?”

“Eh, Paolo, dopo tanti anni io capisco subito chi ho davanti...lei è un bell’uomo, giovane. Mi dica, mi dica, in confidenza, da uomo a uomo, lei è uno che se la spassa, vero?”

“Dottore, ma che cazzo sta a dire?” Gli grido sulla faccia paonazza.

“Giusto, giusto. Fa bene ad alzare la voce. Non dovrei importunarla. È con Gianna che dovrei alzare la voce. Vero?”

Guardo l’orologio sulla parete, accanto al calendario. Ancora dieci minuti glieli posso dedicare.

“Ma Gianna che le fa, dottore?”

“Mi ciuccia l’anima, i soldi, tutto.”

“La mandi a cagare.”

“Ehhh, la fa facile lei. È giovane, può avere tutto dalla vita. È anche bello. Lo sa, vero, che è molto bello? Ha mai pensato di vendere…”

“Dottore…”

“La sua immagine. A fare il modello. Mio cugino, da piccolo…”

“Lei è fuori di testa.”

Si infila gli occhiali e mi fissa.

“Ha guardato bene la mia faccia?”

“Sì. E allora?”

Si alza e si appoggia alla parete, sotto il calendario.

“E il resto… lo guardi, lo guardi bene.”

Un pallone sgonfio, penso io.

“E allora?”

“E allora mi dica lei come posso fare! Io la voglia, sa, ce l’ho ancora e il motore va… ma a me chi mi vuole?”

Decido che è meglio tagliare la corda. Metto su un'espressione seria seria.

“Dottore, devo andare.”

“Ma no dai, non c’è più nessuno. Ci prendiamo una birretta al bar. Ti racconto tutta la storia. E dopo mi dici che devo fare con Gianna.”

“Dottore lo chieda a Frate Indovino che deve fare con Gianna.”

Mi alzo e me ne vado. Senza ricetta. Tanto sono solo emorroidi.

Tutti i racconti

0
0
1

Gli occhiali (1 di 2)

25 April 2024

Dopo le ferie di Natale Patrizio aveva dato di matto. Era venuto in ufficio urlando che era un regalo del cavolo, che l’anonimo donante era un vigliacco e che la faccenda non sarebbe finita lì. Sulla vigliaccheria dell’ignoto benefattore potevamo anche essere d’accordo, ma la reazione di Patrizio [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
0
0

Vi racconto Ludwig Van Beethoven terza parte

Il Titano della Musica

25 April 2024

Nel 1815 il fratello Carlo muore lasciando un figlio, anch’esso di nome Carlo. B. si affezionò talmente al ragazzo che approfittando della scarsa moralità della madre ne contese la tutela che la ottenne dopo una estenuante azione giudiziaria. Ma questo nipote non gli procurò che dispiacere e non [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

0
0
1

II° edizione Sarò padre

lettera al figlio che verrà

25 April 2024

Ciao piccolo mio, siamo tornati adesso dall’ospedale dove ci hanno detto che il sesso del nascituro è maschile. Tu non puoi saperlo che padre avrai e che madre, mentre noi già sappiamo molto di te. Sarai un maschietto, che al momento gode ottima salute e che, da come si muove, sembra voler uscire [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

28
31
150

La madre di Sara

24 April 2024

Sara appoggiò dei fiori sopra una sedia e si sedette sul bordo del letto accanto ad Ada, la madre, accarezzandole la testa. Poi si rivolse a Sergei, l'infermiere ucraino, un uomo gentile, ma riservato. «A colazione ha mangiato?» gli chiese. L'operatore sanitario fece un cenno negativo col capo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: Oggi sono particolarmente tagliente o è la mia, di sensibilità, [...]

  • Patapump: a me piace l inserimento dei girasoli
    che conoscendo un po Scili ha voluto [...]

1
2
9

Vi racconto Ludwig Van Beethoven seconda parte

Il Titano della musica

24 April 2024

Nel caso di B. la musica è il percorso della sua intera vita. Ogni attimo è la che si presenta vivo ogni qualvolta noi ci avviciniamo ad ascoltare quella meravigliosa sublime musica. Le sinfonie: che tutto esaltano, tutto circondano di dolcezza e amore. A questo aspirava B. alla dolcezza, all’amore [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Antonellina: Che bella Gennarino! La tua descrizione della figura di Beethoven è [...]

  • stapelia: Hai ritratto una figura non facile! Sul musicista si è detto e analizzato [...]

1
1
6

haiku

24 April 2024

quel picco bianco di mite maggio spicca - resta la neve Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

  • stapelia: Sempre pennellate! Riuscito anche questo! La neve si sente, con gli occhi!

0
2
16

Vi racconto Ludwig Van Beethoven prima parte

Il Titano della musica

23 April 2024

Come spesso ho avuto modo di scrivere o raccontare, sono erede di una famiglia che amava l'Arte: teatro, musica, ballo. pittura. I miei genitori avevano una grande passione per l'opera lirica. Puccini li entusiasmava ed accesero anche in me la grande passione per la lirica e l'amore per Puccini. [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: C'è una seconda parte? La aspetto, allora.

  • Patapump: può essere utile Gennarino che segni cosi
    parte 1di3
    1di2
    in [...]

1
5
24

Tu quoque

23 April 2024

“Tu quoque, quercus!” Lo pronuncio come uno scioglilingua, più volte, con un’enfasi insolita per me che raramente mi esprimo con toni solenni. Subito rifletto e smaschero il lapsus che nasconde il “tu quoque” riferito a un minuscolo esemplare di quercus che da due anni ha preso possesso di un [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Adribel: Eh, l'azione dell'uomo è deleteria per la Natura. I bonsai poi, [...]

  • stapelia: Grazie Adribel. Tutti devono esprimere la propria opinione. Non hai necessità [...]

2
7
21

Il narratore

22 April 2024

Appariva a coloro che, la sera, si radunavano attorno al fuoco. Si annunciava con un bussare leggero alla porta e, semplicemente, chiedeva d’entrare. Raccontava storie di giganti e bambini abbandonati, di streghe e principi, di lumicini intravisti nel bosco tra le fronde smosse dal vento. Quando [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • NomadLantern: Ho letteralmente adorato questo racconto. Senza esitazione, senza esagerazione [...]

  • Rubrus: Grazie, Solitamente però i miei racconti hanno un registro diverso.

1
8
29

Un Tram Chiamato Desiderio

22 April 2024

UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO Mollie O' Reilly era una giovane donna dai rigogliosi capelli biondi con qualche leggera sfumatura di rosso, erano solo leggermente ondulati e le conferivano un aspetto ribelle. In effetti Mollie era, non tanto ribelle, quanto coraggiosa e molto determinata. Mollie [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Zio Rubone: Ciao, Antonellina. Premetto che la storia mi è piaciuta, al netto delle [...]

  • Antonellina: Ciao Zio Rubone, conosco molto bene sia il film di Elia Kazan che l''opera [...]

1
2
18

morte di un amico

22 April 2024

Morte di un amico Il vero amico è una persona rara, è il tuo riflesso nello specchio. é sempre lì che ti guarda e risponde alle tue provocazioni con altre uguali, senza uscire, tuttavia, mai fuori dalle righe. Un amico è quello che, quando lo vai a prendere a casa per uscire, lo trovi sempre [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: Mi sono commossa questa volta ma, nel leggere, vedo la rassegnazione! Impotenza [...]

  • Patapump: caro Lorenzo
    qui hai toccato le corde giuste
    hai saputo raccontare [...]

31
42
196

L'ultimo ballo

21 April 2024

«Sei ebrea?» Angela non rispose e rimase a fissare un punto indefinito del pavimento di quel rifugio, una piccola casa composta da una stanza scarsamente arredata. Uno strano silenzio regnò incontrastato per alcuni istanti poi spezzato dai bombardamenti sempre più vicini. Horst Kleine, capitano [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su