Sembrava quel fumetto famoso americano dove un buffo pupazzo tirava fuori dal suo abito cose inimmaginabili.

Abiti sgargianti, trucchi per viso di ogni genere, scarpe enormi appuntite e nasi colorati di rosso. Cappelli di diverse fogge e guanti, baffi posticci a manubrio e mantelli.

Fernando quella mattina, spinto da un’enorme curiosità, si piantò proprio davanti alla figura di Antonio.

Questi gli sorrise vedendo che era ancora un ragazzo. Si accorse prontamente che gli occhi di Fernando erano rapiti dai sui movimenti, dai colori che avevano i suoi costumi, chiese lui se avesse voglia di aiutarlo a vestirsi e a indossare il suo costume.

Fernando accettò con gioia.

Quando la vestizione fu ultimata,il viso del ragazzo era raggiante e stupito nel contempo. Quel vestito indossato da Antonio era bellissimo.

Tutto fatto di rombi colorati uniti tra loro, con quel buffo berretto bianco sulla testa come una specie di tovagliolo da tavola e quelle scarpette nere da ballerina.

La sua maschera, nera, avvolgente, brillante.

Fernando non seppe descrivere tutto quello  con parole. L’unica esclamazione che gli venne fuori dalla bocca fu un “ohhhhhhh” prolungato di meraviglia.

Antonio salutò Fernando.

La festa stava per avere inizio. Il Re Carnevale aveva dato il via ai festeggiamenti.

Le prime file si stavano formando e i “ze pereiras”, maschere satiriche e trasgressive avevano aperto la festa, accompagnate dal suono delle cornamuse.

A seguire si videro i “trapalhao” che rappresentavano caricature di pagliacci.

Fernando intanto si era sistemato in maniera davvero fortunosa su di un muretto antico. Da lì poteva osservare tutta la sfilata in maniera perfetta. Ma il suo vero scopo era di attendere il passaggio del suo amico Antonio e della sua maschera di Arlecchino.

Con la mano sulla fronte per ripararsi dal sole, guardava nel corteo come fosse un marinaio sulla nave posto sul pennone, in attesa della vista della terraferma.

-Ecco gli italiani, gridò!-

La gente si girò, ma non gli diede molto peso. La tradizione in quel luogo era molto forte e degli italiani non avrebbero sovvertito lo stato delle cose.

Arlecchino era in testa baldanzoso, con il suo manganello che ruotava sulla testa, saltando come una rana fa nello stagno o un acrobata su di un telo molleggiato.

Sembrava quasi avesse molle poste sotto i piedi e con fare irriverente disturbava gli spettatori posti lungo il perimetro della sfilata.

A seguire Rosina, Pantalone, Pulcinella, Rugantino e Colombina, Capitan Spaventa e Brighella.

Tutti rigorosamente nei loro vestiti d’ordinanza e a cui Fernando non poteva trattenere l’emozione alla loro vista, battendo le mani fino a farle diventare rosse.

La sfilata stava ormai volgendo al termine. Fernando balzò giù dal muretto al pari di un felino e corse dove si stavano dirigendo gli italiani.

Questo volta trovò le parole adatte.

Meraviglioso.

Non immaginavo potessero esserci della maschere così belle.

Sono felice di avervi incontrato, disse loro.

Qui Antonio chiamò a se il piccolo Fernando e facendolo accomodare su di una piccola sedia, gli adagiò sul volto una maschera nera.

Più piccola di quella che lui possedeva, ma altrettanto rappresentativa della figura di Arlecchino.

Il cuore di Fernando sobbalzò.

I battiti erano ormai accelerati a mille.

La gioia incontenibile.

Antonio disse lui solo poche parole.

-Questo mio regalo voglia essere per te, Fernando, come un proseguimento della nostra cultura nel mondo.-

Fanne tesoro.

La compagnia degli italiani partì la sera stessa.

Quella mattina all’imbarcadero giunsero in diversi.

Erano alcuni gruppi di skippers, venuti in visita con amici portoghesi, alcuni proprietari di qualche barca ormeggiata lì.

Quando videro come Fernando avesse in custodia le barche si congratularono con lui.

Uno di loro in particolare, quello meno altezzoso del gruppo, entrò nel suo piccolo ufficio.

Alzando lo sguardo vide la maschera nera di Arlecchino appesa sul muro.

Chiese di vederla e Fernando dopo averla pulita frettolosamente con il gomito  dalla polvere, gliela porse .

-Vedi Fernando,questa è una maschera italiana.

Io sono italiano.-

-Anche noi tutti qui oggi, abbiamo una maschera sai.

Non la si vede ma l’abbiamo indosso da sempre.

Una maschera che nasconde le nostre vere emozioni, soffocate invece dal nostro status quo.

Dove tutto deve essere perfetto, dove niente può essere messo in discussione, dove l’effimero prevale sulla genuinità.

Tu Fernando sei così. Genuino.

Quella maschera non l’hai indossata. L’hai solo messa lì in evidenza come monito, come per dirti ogni giorno chi sei realmente, come per dirti ogni giorno dove vuoi andare.

Grazie di questa lezione di semplicità.-

Restituì la maschera di Arlecchino a Fernando e congedandosi disse lui: -adesso Fernando rimetto la mia di maschera per rientrare di nuovo nel mio mondo.

Arrivederci.-

Chiuse la porta dell’ufficio lentamente e sparì.

Tutti i racconti

3
6
17

Gli occhiali (1 di 2)

25 April 2024

Dopo le ferie di Natale Patrizio aveva dato di matto. Era venuto in ufficio urlando che era un regalo del cavolo, che l’anonimo donante era un vigliacco e che la faccenda non sarebbe finita lì. Sulla vigliaccheria dell’ignoto benefattore potevamo anche essere d’accordo, ma la reazione di Patrizio [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: Rubrus hai ragone.
    Un cugino o l'amico di un amico...😁

  • Adribel: Aspetto la seconda parte ma mi viene un po' l'ansia a pensare che nei [...]

1
1
12

Vi racconto Ludwig Van Beethoven terza parte

Il Titano della Musica

25 April 2024

Nel 1815 il fratello Carlo muore lasciando un figlio, anch’esso di nome Carlo. B. si affezionò talmente al ragazzo che approfittando della scarsa moralità della madre ne contese la tutela che la ottenne dopo una estenuante azione giudiziaria. Ma questo nipote non gli procurò che dispiacere e non [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

1
3
16

II° edizione Sarò padre

lettera al figlio che verrà

25 April 2024

Ciao piccolo mio, siamo tornati adesso dall’ospedale dove ci hanno detto che il sesso del nascituro è maschile. Tu non puoi saperlo che padre avrai e che madre, mentre noi già sappiamo molto di te. Sarai un maschietto, che al momento gode ottima salute e che, da come si muove, sembra voler uscire [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Lo Scrittore: Rubrus = contento che sia stato motivo di dissertazione, come da una semplice [...]

  • Patapump: le aspettative erano davvero molte
    preso spunto da lettera ad un bambino, [...]

28
31
154

La madre di Sara

24 April 2024

Sara appoggiò dei fiori sopra una sedia e si sedette sul bordo del letto accanto ad Ada, la madre, accarezzandole la testa. Poi si rivolse a Sergei, l'infermiere ucraino, un uomo gentile, ma riservato. «A colazione ha mangiato?» gli chiese. L'operatore sanitario fece un cenno negativo col capo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: Oggi sono particolarmente tagliente o è la mia, di sensibilità, [...]

  • Patapump: a me piace l inserimento dei girasoli
    che conoscendo un po Scili ha voluto [...]

1
2
10

Vi racconto Ludwig Van Beethoven seconda parte

Il Titano della musica

24 April 2024

Nel caso di B. la musica è il percorso della sua intera vita. Ogni attimo è la che si presenta vivo ogni qualvolta noi ci avviciniamo ad ascoltare quella meravigliosa sublime musica. Le sinfonie: che tutto esaltano, tutto circondano di dolcezza e amore. A questo aspirava B. alla dolcezza, all’amore [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Antonellina: Che bella Gennarino! La tua descrizione della figura di Beethoven è [...]

  • stapelia: Hai ritratto una figura non facile! Sul musicista si è detto e analizzato [...]

1
1
7

haiku

24 April 2024

quel picco bianco di mite maggio spicca - resta la neve Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

  • stapelia: Sempre pennellate! Riuscito anche questo! La neve si sente, con gli occhi!

0
2
16

Vi racconto Ludwig Van Beethoven prima parte

Il Titano della musica

23 April 2024

Come spesso ho avuto modo di scrivere o raccontare, sono erede di una famiglia che amava l'Arte: teatro, musica, ballo. pittura. I miei genitori avevano una grande passione per l'opera lirica. Puccini li entusiasmava ed accesero anche in me la grande passione per la lirica e l'amore per Puccini. [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: C'è una seconda parte? La aspetto, allora.

  • Patapump: può essere utile Gennarino che segni cosi
    parte 1di3
    1di2
    in [...]

1
5
24

Tu quoque

23 April 2024

“Tu quoque, quercus!” Lo pronuncio come uno scioglilingua, più volte, con un’enfasi insolita per me che raramente mi esprimo con toni solenni. Subito rifletto e smaschero il lapsus che nasconde il “tu quoque” riferito a un minuscolo esemplare di quercus che da due anni ha preso possesso di un [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Adribel: Eh, l'azione dell'uomo è deleteria per la Natura. I bonsai poi, [...]

  • stapelia: Grazie Adribel. Tutti devono esprimere la propria opinione. Non hai necessità [...]

2
7
21

Il narratore

22 April 2024

Appariva a coloro che, la sera, si radunavano attorno al fuoco. Si annunciava con un bussare leggero alla porta e, semplicemente, chiedeva d’entrare. Raccontava storie di giganti e bambini abbandonati, di streghe e principi, di lumicini intravisti nel bosco tra le fronde smosse dal vento. Quando [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • NomadLantern: Ho letteralmente adorato questo racconto. Senza esitazione, senza esagerazione [...]

  • Rubrus: Grazie, Solitamente però i miei racconti hanno un registro diverso.

1
8
31

Un Tram Chiamato Desiderio

22 April 2024

UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO Mollie O' Reilly era una giovane donna dai rigogliosi capelli biondi con qualche leggera sfumatura di rosso, erano solo leggermente ondulati e le conferivano un aspetto ribelle. In effetti Mollie era, non tanto ribelle, quanto coraggiosa e molto determinata. Mollie [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Zio Rubone: Ciao, Antonellina. Premetto che la storia mi è piaciuta, al netto delle [...]

  • Antonellina: Ciao Zio Rubone, conosco molto bene sia il film di Elia Kazan che l''opera [...]

1
2
18

morte di un amico

22 April 2024

Morte di un amico Il vero amico è una persona rara, è il tuo riflesso nello specchio. é sempre lì che ti guarda e risponde alle tue provocazioni con altre uguali, senza uscire, tuttavia, mai fuori dalle righe. Un amico è quello che, quando lo vai a prendere a casa per uscire, lo trovi sempre [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: Mi sono commossa questa volta ma, nel leggere, vedo la rassegnazione! Impotenza [...]

  • Patapump: caro Lorenzo
    qui hai toccato le corde giuste
    hai saputo raccontare [...]

31
42
197

L'ultimo ballo

21 April 2024

«Sei ebrea?» Angela non rispose e rimase a fissare un punto indefinito del pavimento di quel rifugio, una piccola casa composta da una stanza scarsamente arredata. Uno strano silenzio regnò incontrastato per alcuni istanti poi spezzato dai bombardamenti sempre più vicini. Horst Kleine, capitano [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su