“19 luglio 1992 – 19 luglio 2012. VENT’ANNI DOPO LA STRAGE. Inquinamento delle prove riguardanti la ricostruzione dell’attentato in Via d’Amelio. Chi ha ucciso Paolo Borsellino?”.
Il titolo è scritto a caratteri cubitali e occupa buona parte della prima pagina del giornale.
Giannino lo legge per intero stringendo bene le pagine, con la paura di far cadere tutto e di beccarsi una strillata da suo padre. L’articolo invece gli pare troppo lungo. Le colonne di parole formano una spessa cornice intorno alla foto centrale, l’unica in tutta la pagina. Allora il suo sguardo si fissa su un mucchio di macerie dal quale si erge un grosso tronco di fumo nero: pare un albero marcio senza rami né frutti, la corteccia è fatta di polvera e ferro, il prato in cui è cresciuto è uno spazio di urla e pianti, l’odore è acre e asfissiante, mentre le radici, quelle, sono tutte umane. Ma Giannino vede solo un’immagine mai vista prima, un’immagine che gli è lontana, come quelle che si vedono in un qualunque film d’azione e che non possono fare alcun male. Butta l’occhio un po’ a caso sulle parole e nota che alcune si ripetono spesso: strage, Stato, mafia. Le osserva attentamente, incuriosito, tuttavia non gli sono molto chiare. “In quarta elementare”, pensa, “non si parla di queste cose. Io conosco lo Stato. L’ho studiato in geografia e ho letto che l’Italia è uno Stato. Però non capisco. Forse più avanti ci spiegheranno tutto.” Intanto cammina col giornale sempre aperto, con aria pensierosa e viso e busto coperti dalla carta. “Attento Giannino! Non vorrai mica andare a sbattere il muso contro a un palo!” gli urla dietro Giuseppe, il giornalaio. Ma il bambino neanche lo sente.
Appena il tempo di prendere l’imbocco di Via Vecchia che il passo di Giannino viene interrotto da un regolare scalpitio. Fermatosi ecco che vede una seria di cavalli dirigersi verso di lui dall’interno del quartiere Forcella. Sono sei e guidano una carrozza! Abbassa il giornale, incredulo, e con gli occhi spalancati. Gli sembra di stare in una fiaba dei F.lli Grimm. La carrozza è vera, come lo sono le ruote di legno, le ricche decorazioni dorate, scintillanti al sole di mezzogiorno, le stanghe che legano i cavalli tra di loro alla cassa centrale dipinta di giallo e di bianco, e persino il cocchiere indossa abiti d’epoca, seduto sopra la cassetta con le redini in mano. “C’è una festa oggi?” sussurra inconsciamente, ipnotizzato dalla scena. Dietro alla carrozza però si vede una moltitudine di persone. Dalla strada si levano lamenti di donne, applausi e facce scure. Giannino vede alcuni uomini con volti seri e occhiali neri camminare lentamente, accompagnando con gesti d’affetto le donne in lacrime; altri invece se ne stanno in disparte e dai loro pantaloni chiari emerge, di dietro, l’impugnatura metallizzata di un’arma. Allora si sente sempre più confuso.
- Giannino! Ma che ci fai qui? - una voce nota si distingue dalla strada. Giannino si volta e vede arrivare verso di lui un ragazzino grassottello, dalla faccia rotonda, più alto di lui e più grande di qualche anno.
- Mario! Sono passato da Giuseppe per questo – e alza il giornale mettendoglielo sotto gli occhi.
- Sì ma che ci fai alla fine della processione?-
- Ma non lo so! Non capisco nemmeno cosa c’è qui. La strada è vuota, ci sono solo queste persone, e tutti i negozi sono chiusi -
- Certo. Ma tu non sai proprio niente. Lì dentro - indica la carrozza - ci sta una regina in una bara. Questo è un funerale! – esclama sottovoce.
- Una regina? -
- Sì, sì, una regina, una regina – ripete Mario. – Me l’ha detto mia madre. E mi ha pure detto che era vedova. Pure io voglio avere una carrozza così per andare in giro, con dei cavalli miei. Ma hai visto che roba? È il massimo, veramente -
Giannino inarca le sopracciglia e lo guarda con fare sbigottito.
- Ma scusami, chi era il re? E poi dove governava ‘sto re?
- Governava qui, a Forcella. Ma vedi che non sai proprio niente? A me mi ha raccontato tutto mia madre. Infatti è stata lei a dirmi di venire qua stamattina. Tu invece? -
- Mio padre mi ha detto di uscire al posto suo, perché lo devo aiutare col trasloco. Ci trasferiamo per lavoro, e da quando siamo rimasti in due devo aiutarlo sempre e fare commissioni.
- Allora non ti vedrò più da domani? -
- Mi sa di no. A proposito, dimmi una cosa. Ma questa regina come si chiamava? –
- Amalia, credo -
- E se sai tutto, di Borsellino invece che mi dici? -
- Mai sentito. Mia madre di questo qui non mi ha mai detto niente -
I due si guardano in silenzio con gli occhi e la bocca imbronciati dal sole. Poi, senza troppe cerimonie, si separano e prendono strade diverse. Voltando la testa un po’a vanti e un po’ indietro Giannino si dirige verso casa, ancora confuso dall’identità di questo re di cui non sa nulla.
Giunto dal padre, questi lo sgrida per averlo fatto aspettare: “ma dove sei finito? Un giornale ti avevo chiesto!”, poi curva la testa pelata all’ingiù, su pile di fogli, e con la penna in mano ricomincia a scrivere file di numeri.
- Che fai papà? - chiede Giannino, scavalcando qua e là gli scatoloni della Ditta Traslochi.
- Economia. Bisogna farla sempre, ogni mese. Vuoi vedere come si fa? -
Giannino dice di no con la testa. Passano i minuti e l’aria è densa di calore, quasi si soffoca. L’estate è allo zenit. Il giovane s’annoia, racconta al padre della carrozza e del re di Forcella, ma il vecchio risponde che di re non ce ne sono mai stati e che l’ultimo uomo con questo titolo fu Umberto III, e Giannino neanche si ricorda più il nome della regina, e non può dargli più informazioni. Quindi prende di nuovo in mano il giornale e si ricorda di quello che aveva letto. Ricomincia a fare domande a suo padre, stavolta su Borsellino e la mafia. Vuole sapere se almeno lui gli può rispondere. Allora il vecchio avvicina il figlio al tavolo in cui siede, e con gli occhi sempre immersi nei conti, con voce lenta e debole come lo stillicidio, incomincia a narrare dei suoi anni giovanili, di come Borsellino era un uomo giusto, insieme ad un altro, Giovanni Falcone, eroi italiani uccisi dalla mafia, ch’era una cosa malvagia, odiata dalla gente onesta; e poi parla delle grandi manifestazioni in nome dei due uomini, della giustizia, di come lui, poco più che ventenne, prese parte ad una di queste, in cui migliaia di persone si erano ritrovate, sentendosi unite, quasi invincibili, perché il Male aveva osato troppo. Il padre racconta al figlio dei giorni in cui tutti si sentirono forti e indignati, dei giorno in cui tutto doveva cambiare, in cui la mafia doveva sparire per sempre…
 

Tutti i racconti

1
2
22

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

1
2
9

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like
    bel racconto interessante che forse meriterebbe di essere sviluppato [...]

  • thecarnival: grazie Paolo ma sai benissimo ch ci vuole molta ciccia in un romanzo e francamente [...]

4
6
31

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

3
4
18

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Maria Merlo: Davvero originale e ben scritto. Bravo.

  • thecarnival: mea culpa;) ops errore temporale ... ora la memoria continua a farmi cilecca [...]

6
9
35

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Secondo racconto che ha per oggetto un pianta. Tenero e gradevole, riesce a [...]

  • Davide Cibic: E’ ufficiale, le piante vivono! Spesso si dice che per il buon andamento [...]

3
12
29

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai,” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Elena D.: Bel racconto, intenso e che incuriosisce molto parola dopo parola !

  • GiuliaCango: Grazie ancora

7
8
29

Non leggerai il mio nome

01 December 2025

Non leggerai il mio nome Quel foglio rimarrà bianco e sfuggente Chiunque avesse voluto scriverlo, ne sarebbe rimasto deluso Avrebbe deciso qualcosa, che non avevo scelto Sarebbe andato per consegnarlo, quando ero ormai lontano Lontano da quel fumo che copriva il mondo, fino a soffocarlo Avevo mani [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

9
24
35

Soluzione radicale

01 December 2025

Il monolocale mi garba. Così pulito e ordinato, sembra la casa delle bambole. Beh, per quel che ne so io, perché lo giuro, non ne ho mai vista una. Che posso dire, ragazzi? Per ora me ne sto qui, sotto un buffo piumino rosa e un lenzuolo pieno di orsetti stampati. Insomma, mi sembra di vivere dentro [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Smoki: Oh, nice! Un bel drama teso! Ho sperato che si soffocasse col formaggino, ma [...]

  • Maria Merlo: Grazie, Smoki, mi hai regalato un commento bellissimo.

3
3
28

Il libro magico (2/2)

Intrigo a casa Natale

30 November 2025

Gli elfi che erano di sentinella avevano sentito e visto Darkman introdursi furtivamente sul sentiero che portava a casa di Babbo. Avevano dato l’allarme e ora erano tutti nascosti nelle vicinanze della casa in attesa del nemico. Sapevano che il mago era forte e usando la magia poteva sconfiggerli, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: Un po' grinch e un po' Calimero, che si sbianca col mattarello invece [...]

  • Dax: "Con la violenza si aggiusta tutto"(cit. Legs Weawer)Like

3
11
66

Elisa e lo specchio

30 November 2025

Dopo il maithuna, seduto nudo sul letto, la osservavo rivestirsi davanti allo specchio rettangolare da parete a figura intera. Sulle spalle scendevano con leggerezza i capelli biondi ondulati. Le natiche a mandolino. Le gambe bianche lunghe. Le caviglie sottili. Spostai lo sguardo sullo specchio. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dax: la donna che si riveste allonspecchio è un'immagine potente, ricca [...]

  • Elena D.: Parole che evocano istantanee nitide. Perdermi in racconti e storie rimane [...]

3
3
31

Il libro magico (1/2)

Intrigo a casa Natale

29 November 2025

Oltre il regno della neve e del gelo dove vive Babbo Natale con gli elfi e le sue amate renne, andando verso oriente e camminando per giorni e giorni, si arriva in una città chiamata Blacktown. Un posto altrettanto freddo, ma del tutto privo di luce, di alberi e di animali. In quelle terre c’è [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Virginia Lupo: buonasera. Una storia, una favola più adatta alle persone adulte. La [...]

  • Dax: Una favola "nera"...attendo la seconda parte Like

13
10
40

Jean Vallette parte (2/2)

Da Rieux-Minervois a Parigi

29 November 2025

È giorno fatto da un pezzo quando Jean e Jòrdi giungono in vista di Carcassonne. La doppia cinta di mura merlate e le torri che proteggono l’antica città hanno anche questa volta un grande effetto sul giovane. Jean ripercorre con gli occhi della mente i sei anni trascorsi al Petit Séminaire. Latino, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su