Avevo paura, lo ricordo nitidamente. Cercavo la tua mano. Dicevi che non mi avresti lasciato.

«Non temere, sono qui. Io non ti lascio.»

Le tue parole le ricorderò per sempre. 

Doveva essere solo una gita. Insieme a Nathan saremmo andati al faro in barca, a ridere come da bambini.

Ricordi come ci divertivamo?

L’ho detto, lo sai, vero? «Il cielo è troppo grigio.»

Avete sbuffato, scambiandovi lo sguardo di sempre, quello che fate quando mi preoccupo troppo.

Poi il tempo è cambiato. Al faro, sapevo che non sarebbe andata bene. Le onde erano alte, non riuscivamo ad attraccare, e tu hai detto:

«Ci hai portato sfortuna, vedi? Non sei mai positivo!»

Ma stavolta non scherzavi. Lo vedevo nei tuoi occhi: quella rabbia trattenuta a stento.

Anche da piccoli, quando i tuoi genitori ci paragonavano.

Io non volevo, e tu lo sapevi. Volevo solo esserti amico.

Poi le onde sono aumentate. Sembrava avessero spento la luce. Il temporale è diventato tempesta e ha portato via Nathan.

L’ago della bilancia nella nostra amicizia.

E tu sei impazzito. Cercavi di calmarmi, ma dentro ribolliva qualcosa. La tempesta era entrata in te.

Hai finto di aiutarmi, ma cercavi solo di salvare te stesso.

Un’onda mi ha sbalzato. Tu mi hai preso. Ti ho implorato:

«Ti prego, tienimi. Possiamo farcela se ci aiutiamo.»

Mi hai sorriso, come da piccolo, in imbarazzo, mentre i tuoi genitori ti paragonavano a me.

Abbandono i ricordi e ti guardo. Vedo solo un involucro.

Dove sei finito, Dave?

Seduto vicino al tuo letto, penso che ce l’avremmo fatta, insieme. Ho sempre creduto in noi. L’ho fatto per entrambi, e lo sai.

«Dave! Forza, non restare sul letto. Il gruppo ti aspetta.»

Ti seguo mentre vai in auto con tuo padre. Mi siedo dietro. Ti guardo dallo specchietto: i tuoi occhi sono spenti.

Dove sei, Dave?

Al centro di recupero, una signora ti accompagna nella stanza dei PTSD. Ti siedi. Ti chiedono di presentarti.

Sorridi, fingendo di provare qualcosa.

Non farlo.

C’è ancora tempesta in te. La vedo.

Non mentire. Non sopravvivresti.

Appoggio la mano sulla tua spalla. O almeno, mi sembra di farlo.

Dillo. Racconta.

Mi chino e ti sussurro: «Forza, Dave. Di’ loro come sono morto. Non avere paura. Sono qui. Non ti lascio più.»

Tu ignori il mio suggerimento, come in barca.

«Mi chiamo Dave. Il mio migliore amico è morto davanti a me e non riesco a superarlo.»

La terapeuta ti sorride.

Ti fissano.

Non ti credono, Dave.

Dovrai inventarne una grossa per uscirne bene.

Ricordi il rave? Abbiamo detto che dormivamo da Nathan, e ci hanno creduto. Abbiamo bevuto, ballato, cantato quella canzone che passavano ovunque.

«Fidati. Posso guidare, sto bene.»

Ti credevo sempre. Volevo essere nel tuo mondo.

Ho messo il CD consumato. Saltava, ma non ci importava.

Era la nostra libertà.

Con la musica alta, abbiamo percorso la strada verso casa.

Poi hai fatto ciò che avevi promesso non sarebbe mai successo.

Ricordi?

«Calmati!», urlavi. Io piangevo. Avevo perso tutto.

Ma tu sapevi sempre sistemare le cose.

Era mattina. Il sole era caldo. Io ti guardavo dal sedile passeggero, mentre lo buttavi via.

È scomparso.

Ma il senso di colpa è rimasto.

L’ho custodito per entrambi.

Sei tornato in macchina e hai detto:

«Se parli, do la colpa a te. Chiaro?»

Ho annuito. Quel segreto ci avrebbe legati per sempre. Un’assicurazione per la nostra amicizia.

Ora ti guardo. Sei solo.

Quando mi hai invitato in barca speravo volessi stare con me, come un tempo.

«Hey, che ne dici di un giro con me e Nathan?»

Il processo era vicino. Nessun testimone.

Eravamo al sicuro.

Lo dicevi tu.

«Non preoccuparti. Ho trovato la soluzione perfetta. Quel piccolo errore non rovinerà la mia vita.»

Ti ho creduto.

Mia madre diceva che avevo i paraocchi. La tua luce mi accecava.

Era fiducia.

Fiducia per l’unico mio grande amico.

Nathan era il collante. Ma noi eravamo l’emblema dell’amicizia.

Poi tuo padre mi ha chiamato. Sapeva tutto. Cercava di contattarti, ma tu eri sparito.

L’ho capito allora.

La paura ha riacceso in me qualcosa:

il senso di giustizia.

Ho scritto una lettera, Dave. L'ho mandata alla polizia. 

Perché l’amicizia è sincerità.

E io credo che, in un modo strano, tu sia davvero mio amico.

Ho detto tutto.

Sapevo come sarebbe finita.

Tuo padre non sa ancora della mia confessione. È rassegnato.

Ma io no.

Ora stanno arrivando.

Voglio solo vedere come reagisci.

Poi me ne andrò.

Eccoli, in divisa.

Ti accusano di omicidio e altri reati.

Le mani dietro la testa.

Le sirene.

Lo sguardo che cerca qualcosa che non c’è più.

Ti ho liberato, Dave.

A modo mio.

 

 

Nota autore: PTSD o disturbo da stress post-traumatico è un disturbo che in genere manifesta i suoi sintomi a seguito di un evento particolarmente traumatico, evento che interrompe il flusso continuo della vita naturale di un soggetto. 
 

Tutti i racconti

1
1
10

Il sole all'improvviso

30 May 2025

Si erano dati appuntamento alla Stazione Centrale, al binario dove il treno avrebbe fermato. Tutto era nato per caso, non si erano mai visti di persona, sapendo però tutto delle loro vite, dei loro dolori e delle piccole gioie. Si conoscevano solo attraverso poche telefonate, nelle quali parlava [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

0
0
2

Carabiniere

30 May 2025

Salve sono un carabiniere. Avrei potuto intraprendere qualsiasi altra professione. Per la dannazione dei sociologhi non ho attinenza, né per provenienza geografica né, per estrazione sociale, allo stereotipo del meridionale morto di fame senza prospettive che si arruola nell' Arma per disperazione. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

3
6
29

Dove sei, Dave?

29 May 2025

Avevo paura, lo ricordo nitidamente. Cercavo la tua mano. Dicevi che non mi avresti lasciato. «Non temere, sono qui. Io non ti lascio.» Le tue parole le ricorderò per sempre. Doveva essere solo una gita. Insieme a Nathan saremmo andati al faro in barca, a ridere come da bambini. Ricordi come ci [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dax: Mi ha intrigato ma tempo di non aver capito un paio di passaggi. Quando sono [...]

  • Ondine: È scritto molto bene ma temo di diverlo rileggere con calma per capirlo [...]

12
14
59

Therapy

La cura

29 May 2025

Il medico le sorrise cordialmente e con voce calma ed autorevole le disse: "Le spiego signora: ricorda che a scuola ci facevano studiare le poesie di Eugenio Montale in cui si parla del cosiddetto male di vivere? Ebbene… Tutti noi, chi più, chi meno, abbiamo perlomeno una volta sofferto questo [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

4
9
25

CHIACCHIERATA TRA DUE NAUFRAGHI DIALOGANDO SUL FENG SHUI E DINTORNI

Parte 2 di 2

28 May 2025

Abbiamo sentito un boato che può ricordarci come le nostre giornate siano anch'esse piene di rumori, più volte a tal punto dal desiderare il silenzio. Ma non si tratta solo di suoni esterni, bensì anche di quel rumore che sentiamo dentro di noi: una mente che rimugina, rumori e suoni che diventano [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

6
9
26

Se solo potessi

28 May 2025

Se solo potessi Se solo potessi cambierei le sorti del nostro amore E farei smettere quel giradischi, che ormai gracchia con la sua puntina, quel disco pieno di ricordi Parigi o Roma Qualunque città sarebbe adatta a sapere di noi Facendoci scivolare lunghi quei viali tutti in fiore Donandoci [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Ondine: L'amour. ❤Dove siete menestrelli dell'amore. Riccardo c'è.

  • Riccardo: che dire....grazie grazie di cuore ❤ ❤

5
11
38

CHIACCHIERATA TRA DUE NAUFRAGHI DIALOGANDO SUL FENG SHUI E DINTORNI

Parte 1 di 2

27 May 2025

Amici lettori, avete presente due naufraghi che, a bordo di un canotto a forma di drago, galleggiano in un mare imprecisato dialogando di Feng Shui? Credo di no. Pertanto, ora vado a presentarvi i due protagonisti per entrare nel dettaglio dell'avvenuto. Io sono il Fest, il narratore di questa [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • L’esilioDiRumba: Mi fai venire curiosità per la disciplina del feng shui. Fino ad ora [...]

  • Dax: ho faticato a leggerlo... però è interessante

7
9
36

Piccioni

Esercizio di scrittura creativa - Il conflitto

27 May 2025

Si incamminarono in quattro, verso Punta dell'Orca. L'aria frizzante del mattino portava con sé il profumo salmastro del mare e la costa azzurra si estendeva all'orizzonte come un acquerello dai toni vibranti, come un dipinto di Monet. Raggiunsero il bar che dominava la scogliera, punto di arrivo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

11
15
75

Un Nuovo Amico

26 May 2025

Era una notte buia e tempestosa ma il bracchetto insisteva nello strattonare il suo padroncino chiedendo di uscire. Che diamine - pensò Carlo mentre apriva la porta. E lì, sullo zerbino, un piccolo e fradicio uccellino giallo balzò in casa pigolando. *** NdA: ho scritto questo microracconto [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dax: Simoatico e grazie per la mini lezione di storia. non saoevo chi fosse la'autote [...]

  • Lawrence Dryvalley: Grazie a te Dax per la lettura e commento! Ciao

5
7
31

Al capezzale di mio padre

26 May 2025

Al capezzale di mio padre…sono qui…11 maggio di tanti anni fa… Seduto al capezzale di mio padre defunto, i ricordi dell'infanzia affiorano come onde sulla riva del mio cuore. Ogni immagine è intrisa di affetto, rabbia e nostalgia, come un vecchio film che si srotola davanti ai miei occhi. Ricordo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

3
3
17

Senza Titolo

Yongyohshi (Poesia Giapponese)

25 May 2025

Il calore sotto la neve nelle tue braccia, accende il fuoco d'amore nel gelo sotto i pini bianchi. Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

3
5
20

Che bello essere mamma

25 May 2025

Sono seduta nella sala d‘attesa del pediatra. Nella nostra stanza ci sono mamme che aspettano con i loro figli che arrivi il loro turno. Nella stanza attigua altre mamme, più giovani, aspettano con i neonati. Alcuni frignano, altri dormono beati. Le ho guardate una per una e sono rimasta affascinata [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ecate: Grazie Ondine!
    Si, il finale è per staccare da un ruolo che a raccontarlo [...]

  • Lawrence Dryvalley: Letto, piaciuto. Per tutte le mamme invece io lascio il link per la canzone [...]

Torna su