Nella seconda metà degli anni cinquanta, proprio di fronte alla Stazione ferroviaria di Napoli Mergellina dove sono nato, c’era un locale chiamato “Vini e cucina”. Si trattava di una piccola trattoria con annessa sala da bigliardo. Allora la mia età risultava proprio “ultraverde”, non superava quota undici-dodici “primavere”, ma questo fattore non mi impediva di entrare liberamente in quel locale per curiosare sull’andamento delle partite di bigliardo e soprattutto sui modi di fare di alcuni tra i frequentatori e giocatori più abituali.  Tra questi, quattro “persone/personaggi” restano ancor oggi come sculture in esposizione permanente in uno degli spazi del museo della mia mente: “ “’O piantone”,  “ ‘O Svedese”, “Papele” e “Peppe ‘o bersagliere”. 

     Il primo veniva chiamato così, giusto perché in gioventù aveva fatto il militare in Marina con le funzioni  di sentinella non armata. Era alto e magro, segaligno, con il naso adunco, degli occhietti piccoli ed un’espressione furbesca del viso. Indossava un vecchio pastrano scuro, dei pantaloni consunti ed un paio di scarpacce sporche  in pessime condizioni. Entrava nel locale, annunciato dai presenti  con un “Oh, oh, ccà ce sta’ ‘o piantone!”, spesso barcollando, in stato di ubriachezza.  Quando arrivava verso le quattordici e quindici-quattordici e trenta, dichiarava con voce cantilenante “Sto ‘mbriaco r’’e ddoje!”  (Sono ubriaco dalle due). Non giocava, si limitava ad osservare partite e giocatori; qualche volta, mi diceva “Bellu guaglione!” e mi faceva una carezza. 

         “’O Svedese” era uno splendido “vichingo” che parlava   un napoletano particolare, influenzato dall’originaria appartenenza linguistica del soggetto ad un paese dell’area scandinava. Alto, abbronzato, poteva avere superato di poco i trent’anni. I suoi capelli erano color biondo cenere e gli occhi celesti. Indossava spesso una maglietta a righe orizzontali a maniche lunghe, sotto la quale “risaltava” la sua muscolatura. Quando sorrideva, mostrava una splendida dentatura candida; avrebbe fatto un’ottima figura come attore di cinema. Aveva una forza bruta e più di una volta ricordo che, per falsare scherzosamente una partita, sollevava, seppur di poco, il bigliardo e riusciva a far cambiare direzione alle palle. Una volta, mentre si trovava sul marciapiede davanti al locale, lo incrociarono tre ragazze. Emisero gridolini, al passaggio, se lo mangiarono letteralmente con gli occhi; la sua reazione fu una risata, piena di soddisfazione che riempi’ l’aria di sonorità.

    Il terzo, un uomo sulla cinquantina, indossava giacca e pantaloni scuri, una camicia bianca e scarpe marrone; tutto il suo abbigliamento risultava consunto, liso. Lo chiamavano “Papele”,  un diminutivo del nome Raffaele. Aveva una  carnagione olivastra e capelli scuri, untuosi, la sua figura dava un’idea di  trascuratezza e sporcizia. Dimostrava di essere un esperto nel gioco delle boccette; con le sue mosse lente, studiate, accumulava degli ottimi punteggi. Quando faceva arrivare molto vicino la propria boccia al pallino diceva: “Aggio miso ‘na cerasella!” (Ho messo una ciliegina, ho fatto una giocata molto dolce e raffinata). “L’aggio luvato tutt’’’e riente ‘a vocca!” (Gli ho tolto tutti i denti dalla bocca) ,invece, era la sua espressione preferita quando con una “bocciata” colpiva il pallino ed otteneva il miglior punteggio possibile facendo cadere tutti i birilli. 

     “Peppe ‘o bersagliere”, un uomo di corporatura robusta dal colorito della pelle e dalla capigliatura tendenti al “pel di carota”, con molta probabilità portava questo soprannome perché , a suo tempo, aveva fatto il militare nel corpo dei bersaglieri. Poteva avere una cinquantina d’anni, aveva occhi celesti ed i capelli folti e sempre ben pettinati, con un gran ciuffo che sormontava la fronte. Aveva un’espressione del viso furbesca  ed un modo di sorridere che destava simpatia; quando camminava, zoppicava vistosamente, forse per un incidente di cui era stato vittima. Giocava  a bigliardo sia con la stecca che con le boccette e ci teneva molto a vincere. Quando sbagliava una giocata, s’incazzava visibilmente; una volta, ricordo che, imprecando, gettò la stecca sul tappeto verde, prese dei birilli e li spezzò con i denti. Trascorreva molto tempo a giocare e non ci stava niente a “inanellare” più partite senza soluzione di continuità. Un giorno uno dei suoi figli entrò e gli disse: “Mamma’ ha ritto ch’hea veni’ ‘a casa pecchè è pronto ‘o magna’.” (Mamma ha detto che devi venire a casa perché il mangiare è pronto) , “Peppe ‘o bersagliere” mentre stava facendo un’ennesima partita, gli urlò in faccia: “E mannaggia chi t’è muorto, dincello ca mo’ vengo!” (E maledizione ai morti tuoi, dille che adesso vengo).

…bene, oggi, dopo una sessantina d’anni,  mentre risfoglio queste pagine del mio libro di ricordi, sorrido interiormente e mi chiedo se a questi soggetti , dopo il passaggio “nel mondo dei più”, gli avranno riservato un “etereo-radioso” locale “Vini e cucina” con annessa sala da bigliardo anche in Purgatorio.

 

Carlo Giarletta

 

 

Tutti i racconti

0
0
2

L'ospite

11 May 2025

Sandro e io eravamo cresciuti insieme. Insieme avevamo percorso la strada che conduceva a scuola, insieme rubato le caramelle dal droghiere, insieme sbirciato la Giusi quando, uscendo da casa, si aggiustava le calze a rete. Se ritenete tutto questo banale, vuol dire che non siete mai stati ragazzi [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
0
3

SABBIE

11 May 2025

L’umidità è ciò che mi ha sempre dato fastidio della mia città. Ridente paesetto, disteso, stiracchiato al confine tra le Marche e l’Abruzzo, tra quello che era lo Stato Pontificio e il Regno delle due Sicilie. D’estate, dal mare, la brezza ti acceca con il suo riverbero e la camicia bianca [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

2
4
20

The 12th room

10 May 2025

The 12th room Caldo Freddo Noia Paura Gioia Dolore Pianto Urla Prurito Singhiozzo Vista appannata The 12th room Non ha maniglia Non una finestrella Senza colore e gelida Palmi delle mani. spingo Spalle, cerco di farle cadere Niente Non vuole che io entri Un cigolio di cerniere inesistenti Le [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Ondine: Bello esprimere i propri versi ispirandosi a un sensibile artista e farne dono. [...]

  • Riccardo: gentilissimi tutti..ciao 🤗

3
4
22

Il pianoforte

10 May 2025

Celina era seduta al lungo tavolo ovale nel soggiorno. Sua mamma, in cucina, stava finendo di riordinare dopo il pranzo. Celina amava questi momenti in cui era sola col papà. Lui stava leggendo un libro, comodamente seduto sulla sua poltrona e la ragazza stava facendo i compiti. Pochi mesi e avrebbe [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Ondine: Benvenuta Celi. Mi associo ai commenti precedenti. Pulito nello stile, per [...]

  • PRFF: I like.
    Celina e il suo viaggio nei sentimenti dii un padre che ha attraversato [...]

7
6
38

MORTE GENEROSA

09 May 2025

Sto guidando l’auto che si dirige verso il cimitero. Sul sedile posteriore giace sdraiato esamine il mio corpo. Giunto al campo santo, mi cambio indossando gli abiti del mio io defunto. Piove forte quando esco dal cimitero, non ho l’ombrello e devo rovistare nella macchina per cercarne uno. Ed [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • U1785: Aiuto, morire due volte....anche no.....!
    Anche si, chissà quante [...]

  • U1831: Un racconto che prelude la verità che ognuno di noi dovrà incontrare [...]

7
13
81

De Veris Celatis

09 May 2025

La scellerata e blasfema azione di bombardamento degli americani sull’Abbazia nel 1944 rase al suolo non solo un luogo di cultura millenaria, ma anche custode occulto di antichissimi volumi che documentavano religioni, credenze e pratiche mistiche antiche come l’umanità. Scavando per rimuovere [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
1
20

Circostanze

08 May 2025

Circostanze Ho constatato che c’era un coacervo di cervi sulla cima del Cervino, tutti pieni di cimici, che cercavano cibo tra i ciottoli, per cibarsi di ceci, cicerchie e corbezzoli cornuti. Così, già che c’ero, ho acceso un cero a San Cirillo e poi ho seguito il censimento di alcuni ceceni [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dario Mazzolini: onestamente ho preferito sottolineature. Non che questa non mi sia piaciuta [...]

1
3
20

Biasimo al sole

08 May 2025

Intro: Aprile porta con sè i primi raggi infuocati. Ecco dei versi dedicati all' avversario dei prossimi mesi: il Sole. Sofferenza di luce Il sole, non più stella di grazia, ma occhio accecante e crudele. Luce che brucia, non calore, un tormento senza fine. Raggi che svelano crepe e ruggine, [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

4
7
34

L'ospite nell'armadio

Contiamo insieme. Uno... Due... Tre... Sto arrivando.

07 May 2025

Parte I – Il gioco nel giardino Era una limpida giornata di primavera quando Marta decise di dedicarsi alle grandi pulizie. Le finestre aperte lasciavano entrare l’aria fresca e il profumo dell’erba tagliata. In sottofondo, la sua playlist preferita scorreva tranquilla. Dal giardino arrivava la [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Un classicone (il babau nell'armadio) ben trttato e ridotto all'essenziale. [...]

  • VjKov: ragazzi ci sono novità. questa storia la potrete poi vedere e ascoltare [...]

6
5
36

L'erede del Principe della risata

06 May 2025

In un periodo stagnante di cinema comico, si venne a sapere che alla gente mancava molto una figura come quella di Totò, come se fosse una cosa strana. Così qualche esponente delle teste d'uovo nazionali pensò bene di inventarsi un fantomatico figlio segreto del famoso principe della risata e di [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • L. Carver: La vena di malinconia in effetti non è casuale. Del resto, che comicità [...]

  • Rubrus: Tra originale e copia si preferisce quasi sempre l'originale. Nondimeno, [...]

9
9
29

Il plurale

05 May 2025

Mai stata così sola come quando usavo il plurale. Oggi il mio amore vola perchè ho imparato ad usare il singolare. Era ora di cambiare forma grammaticale!

Tempo di lettura: 30 secondi

4
5
29

L'Errore

05 May 2025

E fu il rovente furore di un istante, il risveglio dal tepore della routine un eco offuscato e sordo del passato permanente nelle antiche stanze convalescenti dei giorni fioriti di brume e arie terse a gremire palcoscenici di vissuti sfiorendo al calar della sera nel sapore del suo olezzo. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su