Don Santo era un uomo antico. Vecchio pescatore rattrappito e indolenzito, la pelle bruciata dal sole e dalla salsedine, usciva ogni mattina con la sua barchetta e gettava le reti. Ogni mormorio delle acque, ogni sussurro della brezza gli dicevano dei venti e delle correnti, della calmerìa o della burrasca.Questa sua conoscenza aveva fatto di lui uno degli uomini più rispettati del villaggio. Poi il mondo era cambiato.
 

Don Santo odiava telefonini, GPS, sonar e ogni altra tecnologia digitale: li chiamava i malamente, perché, diceva, “portano sfiga anche solo a vederli, figuriamoci a usarli". Quasi tutto il pesce finiva ormai nelle reti a strascico di chi usava gli scandagli per scovare i banchi più ricchi. Da parte sua, Santo riusciva a pescarne ben poco e andava dicendo che “i malamente avrebbero portato tutti alla rovinai”. Tutti tranne lui, naturalmente, perché teneva come una reliquia il sestante ereditato dal nonno di suo padre e continuava a fare il punto nave con quello. Raramente i profeti di sventure sono popolari e, quasi per contrappasso, la gente del villaggio aveva cominciato a credere che fosse proprio don Santo a portare jella e gli aveva affibbiato come soprannome ‘O Malamente. A volte al mercato, qualcuno rifiutava il suo pesce dicendo che voleva tenersi lontano dalla sfiga d’’O Malamente. 

Soltanto i bambini continuavano ad amare don Santo. I piccoli trascorrevano ore accoccolati intorno al pescatore e ascoltavano le sue storie: racconti di mari e terre lontani, di mostri immani, di luoghi esotici. Lui raccontava e loro sognavano. Soprattutto Serena, la Pippi Calzelunghe del paese, sembrava non esser mai sazia delle storie di don Santo e lo fissava intensamente con quel visino pieno di lentiggini incorniciato da treccine rigorosamente rosse.

 

Un giorno, all’improvviso, mentre era fuori con la sua barca non lontano dalla riva, un “Baaang!!!” rimbombò facendo sobbalzare il pescatore. “Oddio, la guerra!”, sobbalzò don Santo mentre veniva crivellato dagli urti di tanti piccoli proiettili. A bassa quota, un F35 Stealth aveva infranto il muro del suono. “Ma sono caramelle…alla fragola, al limone, alla menta, ai mirtilli! Chi è l’idiota che ci bombarda di dolciumi?” esclamò, dandosi da fare per buttare fuoribordo l’improbabile carico che tuttavia appesantiva lo scafo. 


La sera, come sempre, don Santo era al porto a sistemare le reti e a preparare la barca per la pesca dell’indomani. Dei tanti bambini che solevano sedersi intorno a lui, soltanto Serena era venuta a trovarlo quella sera.

«Avete sentito la notizia?», fa la bimba, visibilmente eccitata.

«Stamane sottocosta un aereo militare mi ha bombardato di caramelle. Saranno diventati tutti matti?».

Serena si mette a ridere. «Ascoltate», risponde. «Guardate qui, il mio telefonino».

Infastidito, don Santo ascolta e guarda. 

“Fuffik il cyberdog! Il compagno ideale per i tuoi figli, a soli 80 euro, spese di spedizione incluse. Il nuovo gadget elettronico inventato dal multimiliardario americano, Elton Dust, tiene pulita la casa, non sporca e consuma meno di una lampadina. Somiglia a un pastore bergamasco ma sta tutto sul palmo d'una mano. È affettuosissimo, può raccontarti le più belle favole con la voce del tuo supereroe preferito. Il moderno Tamagotchi usa tutta la potenza dell’intelligenza artificiale, è programmabile via WiFi col telefonino”.

«Mi vuoi fare sentire la pubblicità? Anche tu sei diventata matta…».

«No, continuate a guardare. Ora arrivano le notizie…».

“Per il lancio di Fuffik, Elton Dust, il supermiliardario americano, a bordo del suo cacciabombardiere F35 Stealth ha distribuito caramelle ai bambini, sorvolando mezzo mondo. ‘Dolci, proprio come Fuffik’, ha dichiarato il magnate. Intanto tutti i siti di e-commerce sono alle prese con la prevedibile valanga di ordini per il nuovo giocattolo elettronico…”.
«Papà me l’ha comprato subito, mi è appena arrivato con un drone. Guardate, ce l’ho qui, nella borsa…»  

«Don Santo, vedete quant’è carino il mio Fuffik…», dice Serena tirandolo fuori dalla borsa. «Sentite che pelo morbido, che graziose zampette…».

Intanto, sullo schermo del telefonino scorrevano immagini di famiglie felici con nonna e nipotino che accarezzavano l’animaletto elettronico, di scolaretti aiutati da Fuffik che sorridevano facendo i compiti per casa.

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