Oggi c'è il sole.

Marco guarda Miriam. Sono in un giardino seduti su una panchina. L'aria è fresca, piacevole come lo sono le mattine di primavera inoltrata. Il sole colpisce il loro viso. Sono fermi a guardarsi. Lui si avvicina al volto di lei, ne percepisce il leggero profumo che la avvolge. La guarda teneramente e la bacia. Lei lo lascia fare. Non fa nulla. Anche se sorride leggermente. Poi lei prende il viso di lui con ambedue le mani e lo tira a sé con leggero vigore.

“Mi sei mancata tanto” dice Marco. “Anche tu“ risponde con un soffio Miriam.

Lui le prende la mano e la accarezza dolcemente con il pollice. Lei lo guarda e ricambia il suo gesto, con piccoli movimenti lenti e ripetitivi delle dita. Passano minuti senza dire nulla. Il desiderio di stare insieme è manifesto, ogni gesto rimanda a qualcosa di più intimo che però non è possibile. Il tempo è poco, scorre inesorabile e poi non hanno voglia di altro, almeno in quel momento. Lei indossa un cappottino grigio, di semplice fattura, una gonna a pieghe e una camicetta che appare appena dal cappotto. I capelli raccolti sulla nuca con un nastro. Gli occhi di lui sono sul viso di lei, scrutando il colore delicato della sua pelle, lambita dal sole.

Lui la mattina seguente avrebbe dovuto presentarsi in caserma, pochi giorni prima era stato infatti richiamato per partire per il fronte.

Quello era un triste addio celato in un “Arrivederci amore mio, vedrai tornerò presto!”.

 

Si rividero molti anni dopo. Le loro vite si erano separate e quello che sembrava un amore profondo e vero si era infranto contro il muro della vita. Lei era appesantita da una vita faticosa dietro a tre figli e a un marito. Però il ricordo di quella panchina in quel lontano giorno era rimasto vivido in mente a tutti e due. Lui ricordava ancora il profumo delicato che lei aveva in quella mattinata di sole. E il ricordo di quel vestito da liceale che ancora gli metteva tanta nostalgia.

Si trovarono nello stesso giardino e si misero a sedere nella stessa panchina.

Lui l'aveva cercata a lungo perché il ricordo di lei lo aveva accompagnato negli anni. Aveva saputo che ora era libera come lo era lui e quindi si era fatto vivo. Lei venne all'appuntamento.

“Ciao Miriam” fece Marco con un'aria imbarazzata. Quell'incontro era difficile anche perché l'immaginazione lo aveva arricchito di molte speranze. Lei rispose ma come se temesse quell'incontro.

Si guardarono, ma non si riconobbero nei due amanti che erano stati. Parlarono delle loro vite come due buoni amici, ma niente più. Ciò che li aveva uniti era sfiorito. Tutti e due erano profondamente cambiati e il loro amore di quegli anni passati era rimasto solo, su quella panchina.

Trascorsero insieme qualche ora del pomeriggio, quindi si salutarono e si allontanarono ognuno tornando al proprio posto. Lui da un lato del parco e lei dall'altro.

Come in quella lontana mattina: non c'era più tempo da condividere. La vita, il lavoro, gli impegni e le responsabilità ritornavano a chiamare dopo quella emozione.

Non si videro più perché il loro mondo era cambiato.

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