Prendeva sempre la stanza che guardava il faro, puntato verso il cielo biancastro quasi indicasse qualcosa.

La sera sedeva in veranda con un bicchiere di menta ghiacciata, lindo e innocente come ricordi d’infanzia.

La vecchia gli portava i pasti, piccanti e odorosi di spezie, e svaniva in un fruscio di gonne nere. In tanti anni non si erano mai guardati negli occhi.

A volte, mentre Sam cenava, la ragazza si sedeva all’estremità opposta del tavolo, senza parlare, come per fare il pieno di silenzio prima dell’arrivo dei turisti.

Qualche volta lo accompagnava sino al faro e, poiché la strada era scoscesa (solo un sentiero per capre tra le pietre rossastre e la macchia), a tratti gli dava la mano, mentre la vecchia li guardava dalla finestra della cucina.

Si sedevano sui gradini sbeccati e gettavano pezzi di pane ai gabbiani. Alcuni frammenti volavano giù, dove il mare incontrava gli scogli.

A un certo punto lei gli sorrideva e Sam capiva di dover tornare.

E così, ogni anno, tornava.


L’ultima volta, la sera prima della partenza, lei gli si era avvicinata e, senza che lui lo avesse chiesto, gli aveva aggiustato il nodo della cravatta. La vecchia li guardava dal bancone.

«Single?» aveva chiesto la ragazza nel ronzio incostante del ventilatore appeso al soffitto.

Solo era stato sul punto di rispondere, ma, all’ultimo, si era corretto e aveva balbettato qualcosa come «Ssscapolo».

Lei aveva sorriso di nuovo.«Si vede dall’abbinamento con la camicia» aveva detto.

Allora lui aveva capito di dover smettere.

 

«Non te ne puoi andare in pensione così, Sam. Non in questo mestiere».

«Sai dirmi quale mestiere, oggi, assicuri una pensione?».

«Questo mestiere assicura una pensione. La famiglia può darti una pensione. Ma non sei tu a decidere quando prendertela».

«Posso sempre rinunciarci».

«Non farmi lo scemo, Sam. Non provarci. Il boss ha detto no e quindi è no. Sarebbe uno sgarro, capisci?».

«Non lo è».

«Lo so. Io lo so, tu lo sai e anche il boss lo sa, ma non è questo il punto. Il punto è che sembra uno sgarro. E questo non è possibile. Lo sai che cosa va in giro a dire Sonny Lo Bianco? Che è tutta una finta e che in realtà tu ti sei venduto ai federali».

«Sonny dice sempre un sacco di cose, così tante che una bocca sola non gli basta. Magari, uno di questi giorni, qualcuno gliene apre un’altra in mezzo alla fronte».

«Sonny ce l’ha con te dai tempi di Big Mike, lo sai, però qualcuno dice che potrebbe avere ragione, così adesso il boss è costretto a dimostrare che tu sei un bravo ragazzo e che non hai bisogno di nessuna… raddrizzata. Sta cercando di darti una mano, Sam, e anch’io ci sto provando, anche se non capisco perché».

«Forse perché ti sei innamorato di me. Tua moglie lo sa?».

«Sam, dannazione, non puoi almeno aspettare? Giusto qualche mese, tanto da lasciare che la faccenda si sgonfi, che Sonny la smetta di blaterare e che la famiglia ti dia la sua benedizione. Poi potrai andartene dove vuoi, probabilmente all’inferno».

Sam guardò Tony Milazzo. Da quando due pallottole di Ryan Kelly gli avevano sfasciato la rotula, Tony aveva smesso di camminare ed era ingrassato in modo spaventoso. Se fosse andato avanti così, difficilmente sarebbe arrivato alla pensione.

«Non posso, Tony. Tra due settimane inizia l’alta stagione e io non voglio trovarmi in mezzo ai turisti».

 

La vecchia non c’era più. Se n’era andata da qualche mese, con le prime burrasche che portavano la sabbia dal deserto. Ora la sua foto stava sul bancone, tra un portamatite e un mazzo di fiori freschi. Per la prima volta poteva guardarla negli occhi.

La ragazza gli portò la cena e si sedette dall’altro lato del tavolo, come al solito.

Il sapore era quasi lo stesso, forse con po’ meno spezie. Probabilmente non aveva avuto molto tempo per curare l’orto. È così che cambiano le cose: perdendo, a poco a poco, la presa sul tempo, fino a scivolare nel niente.

«È dura da quando mamma non c’è» disse lei. Indossava un vestito scuro a pallini bianchi. I capelli erano po’ più lunghi, più mossi. Si agitavano nel vento salato.

«La solita passeggiata al faro?» chiese.

Lui sorrise. «Dopo la solita menta ghiacciata».

La ragazza si eclissò in cucina e Sam la seguì con lo sguardo. Si era fatta più tornita, più donna. La fatica di portare avanti la locanda l’aveva irrobustita.

Tornò poco dopo col bicchiere appannato e, quando glielo porse, fece scivolare le dita sulla superficie umida fino a toccare le sue.

«Vado a mettermi un paio di scarpe più comode» disse.

Si allontanò di nuovo e Sam la sentì salire le scale, poi più nulla.

Trasse un lungo sospiro, come per prepararsi a qualcosa, poi bevve un sorso.

La menta aveva il sapore che si aspettava ed era così fredda che una lacrima gli scese lungo la guancia.

O forse, nell’aria, c’era qualche granello di sabbia.

 

Mentre salivano al faro, lei gli tese la mano e fecero l’ultimo tratto di strada di corsa, ridendo.

Quando furono in cima, Sam fece girare lo sguardo tutt’intorno, poi lo posò sulla ragazza.

Non era la perfezione, ma ci era dannatamente vicino, un po’ come Adamo sfiora il dito di Dio nella Cappella Sistina.

Lei lo baciò e spalancò gli occhi quando non avvertì il sapore della menta.

«Era amara» disse lui.«C’è un sottofondo amaro che non riesci a eliminare, ma Big Mike metteva sempre molto zucchero, nel caffè. Sonny avrebbe dovuto dirtelo».

La ragazza urlò e lottò – non avrebbe resistito così tanto se non avesse avuto quelle scarpe comode che facevano presa sul terreno – ma alla fine volò giù, mentre i gabbiani strillavano in attesa di un pasto che non arrivava.

Le onde si incresparono appena, quel tanto che bastava a lavare il sangue dagli scogli.

Sam si sedette sui gradini sbeccati e guardò il vecchio faro che indicava qualcosa.

Ma non era il posto nel quale tornare.

 

 

Le donne che si hanno e quelle che non si hanno vivono in mondi diversi.

Io non scelgo tra questi due mondi; vivo in tutti e due. 

(Raymond Chandler / Philip Marlowe “The Pencil”)

 

Tutti i racconti

0
1
5

Diavola a San Valentino

Ispirato alla coppia di regnanti di Omicron Persei 8 in Futurama - Seguito delle prec. parodie sull’inferno

26 April 2024

Attenzione: Questo racconto di tali mondi è fiabesco e i suoi personaggi antropomorfizzati. Nella fattispecie viene immaginato un mondo ultraterreno dove i suoi abitati possono procreare a prescindere dal proprio genere di appartenenza. Buona lettura. Incipit: C’è una coppia di diavolesse dell’inferno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • PRFF: .…. C'è un diavolo in me.....
    C'è un diavolo [...]

0
0
6

Gli occhiali (2 di 2)

26 April 2024

«Con queste fai prima» disse buttandomi le chiavi. «Ti ho visto» aggiunse a mo’ di spiegazione mentre le impugnavo. Non dubitai neppure per un secondo che dicesse la verità, poi aprii il cassetto. Gli occhiali a raggi X erano là dentro e non erano neppure identici a quelli che indossava. Si capiva [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
0
2

Vi racconto Ludwig van Beethoven quarta parte e ultima parte

Il Titano della Musica quarta parte

26 April 2024

Nell’antitesi dualistica di B. gioia e dolori, gli elementi dell’antitesi stessa, sono talmente equilibrati da costituire un'altra notevole caratteristica del suo genio. La grazia, la forza. Il sorriso; la danza; il pianto; non appaiono mai isolati, ma si richiamano a vicenda, si intrecciano e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
6
21

Gli occhiali (1 di 2)

25 April 2024

Dopo le ferie di Natale Patrizio aveva dato di matto. Era venuto in ufficio urlando che era un regalo del cavolo, che l’anonimo donante era un vigliacco e che la faccenda non sarebbe finita lì. Sulla vigliaccheria dell’ignoto benefattore potevamo anche essere d’accordo, ma la reazione di Patrizio [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: Rubrus hai ragone.
    Un cugino o l'amico di un amico...😁

  • Adribel: Aspetto la seconda parte ma mi viene un po' l'ansia a pensare che nei [...]

1
1
13

Vi racconto Ludwig Van Beethoven terza parte

Il Titano della Musica

25 April 2024

Nel 1815 il fratello Carlo muore lasciando un figlio, anch’esso di nome Carlo. B. si affezionò talmente al ragazzo che approfittando della scarsa moralità della madre ne contese la tutela che la ottenne dopo una estenuante azione giudiziaria. Ma questo nipote non gli procurò che dispiacere e non [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

1
3
17

II° edizione Sarò padre

lettera al figlio che verrà

25 April 2024

Ciao piccolo mio, siamo tornati adesso dall’ospedale dove ci hanno detto che il sesso del nascituro è maschile. Tu non puoi saperlo che padre avrai e che madre, mentre noi già sappiamo molto di te. Sarai un maschietto, che al momento gode ottima salute e che, da come si muove, sembra voler uscire [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Lo Scrittore: Rubrus = contento che sia stato motivo di dissertazione, come da una semplice [...]

  • Patapump: le aspettative erano davvero molte
    preso spunto da lettera ad un bambino, [...]

28
31
154

La madre di Sara

24 April 2024

Sara appoggiò dei fiori sopra una sedia e si sedette sul bordo del letto accanto ad Ada, la madre, accarezzandole la testa. Poi si rivolse a Sergei, l'infermiere ucraino, un uomo gentile, ma riservato. «A colazione ha mangiato?» gli chiese. L'operatore sanitario fece un cenno negativo col capo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: Oggi sono particolarmente tagliente o è la mia, di sensibilità, [...]

  • Patapump: a me piace l inserimento dei girasoli
    che conoscendo un po Scili ha voluto [...]

1
2
10

Vi racconto Ludwig Van Beethoven seconda parte

Il Titano della musica

24 April 2024

Nel caso di B. la musica è il percorso della sua intera vita. Ogni attimo è la che si presenta vivo ogni qualvolta noi ci avviciniamo ad ascoltare quella meravigliosa sublime musica. Le sinfonie: che tutto esaltano, tutto circondano di dolcezza e amore. A questo aspirava B. alla dolcezza, all’amore [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Antonellina: Che bella Gennarino! La tua descrizione della figura di Beethoven è [...]

  • stapelia: Hai ritratto una figura non facile! Sul musicista si è detto e analizzato [...]

1
1
7

haiku

24 April 2024

quel picco bianco di mite maggio spicca - resta la neve Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

  • stapelia: Sempre pennellate! Riuscito anche questo! La neve si sente, con gli occhi!

0
2
16

Vi racconto Ludwig Van Beethoven prima parte

Il Titano della musica

23 April 2024

Come spesso ho avuto modo di scrivere o raccontare, sono erede di una famiglia che amava l'Arte: teatro, musica, ballo. pittura. I miei genitori avevano una grande passione per l'opera lirica. Puccini li entusiasmava ed accesero anche in me la grande passione per la lirica e l'amore per Puccini. [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: C'è una seconda parte? La aspetto, allora.

  • Patapump: può essere utile Gennarino che segni cosi
    parte 1di3
    1di2
    in [...]

1
5
24

Tu quoque

23 April 2024

“Tu quoque, quercus!” Lo pronuncio come uno scioglilingua, più volte, con un’enfasi insolita per me che raramente mi esprimo con toni solenni. Subito rifletto e smaschero il lapsus che nasconde il “tu quoque” riferito a un minuscolo esemplare di quercus che da due anni ha preso possesso di un [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Adribel: Eh, l'azione dell'uomo è deleteria per la Natura. I bonsai poi, [...]

  • stapelia: Grazie Adribel. Tutti devono esprimere la propria opinione. Non hai necessità [...]

2
7
21

Il narratore

22 April 2024

Appariva a coloro che, la sera, si radunavano attorno al fuoco. Si annunciava con un bussare leggero alla porta e, semplicemente, chiedeva d’entrare. Raccontava storie di giganti e bambini abbandonati, di streghe e principi, di lumicini intravisti nel bosco tra le fronde smosse dal vento. Quando [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • NomadLantern: Ho letteralmente adorato questo racconto. Senza esitazione, senza esagerazione [...]

  • Rubrus: Grazie, Solitamente però i miei racconti hanno un registro diverso.

Torna su