C’era una volta un palloncino, rosso. Era stato gonfiato con tanto amore da un vecchio signore che amava il suo lavoro, gonfiare palloncini per i bambini. Era l’unica cosa che amava della sua vita; perché vedendo il sorriso dei bambini, quel poco di felicità, scaldava il cuore anche a lui. Era cresciuto amando una sola persona, la sua migliore amica, ma non era mai riuscito a dirle quello che provava. E lei, ignara di quest’amore, gli raccontava tutte le sue cotte e le sue avventure, mentre lui soffriva in silenzio senza mai darlo a vedere. Un giorno lei si mise con un ragazzo più grande e cominciò ad allontanarsi dal suo migliore amico. Dal vedersi ogni giorno per ore e ore iniziarono a incontrarsi una volta alla settimana ed infine una volta al mese. Qualche tempo dopo si incontrarono per strada e nemmeno si salutarono. Lui iniziò a stare sempre più male fino a non uscire neanche da casa. Era rimasto solo. Voleva solo scappare da quella vita e così fece. Prese il necessario e scrisse un biglietto: “Addio, non riesco più a vivere qui, troppi ricordi che mi assalgono, troppe speranze che ritorni il passato, ci rivedremo nell’aldilà. Un palloncino solitario”.

Non potevo scappare senza averla vista un’ultima volta. Andai davanti casa sua, la intravidi alla finestra, non sembrava felice. Mi arrampicai sull’albero, per affacciarmi alla sua finestra. Piangeva.  Mi chiesi perché stesse piangendo? Dovrei andare a consolarla? Mi scese una lacrima, attaccai il biglietto alla finestra e le mandai un bacio poi scesi e corsi via. Andai vicino al mare.

 

“Hey bambola, ti ricordi di me? Ti ricordi quando ti chiamavo così e tu ti arrabbiavi. Adoravo farti arrabbiare, vuoi sapere perché? Semplice, ti ho sempre amato, ma tu non hai mai amato me. Ti sei innamorata di una brutta persona che ti ha tradito, che ti ha usato, ma tu sei tornata con lui. So che cosa significa amare, dare se stesso per una persona senza ricevere niente, purtroppo lo so. Io non tornerò mai più in questo posto, me ne sto andando in un luogo lontano, per cercare di dimenticarti. Perciò addio migliore amica. Il tuo palloncino”.

 

Stavo per dare un palloncino a quel bambino che sorrideva senza i denti davanti, quando la vidi. Era lì, in lacrime davanti a me. Il palloncino che avevo in mano volò via. Ero incredulo, immobile e iniziai a piangere.

«Per sempre il mio palloncino», disse prima di venire ad abbracciarmi. Intanto la madre del bambino lo portò via, quasi spaventata da me.

«Sei veramente tu?» chiesi

«Chi vuoi che sia, stupido», rispose ridendo, poi sussurrò «Scusami» e mi baciò. Un bacio voluto da entrambi da troppo tempo. Un bacio che sembrava interminabile, un bacio bellissimo. La guardai negli occhi, era così bella, nonostante gli anni non era cambiata molto.

«Ti ho cercato per tutto questo tempo». Andai velocemente a fare il palloncino per il povero bambino, ma lui non c’era e non c’era nessun altro in fila. Non capii, ma lasciai correre. Raccolsi tutto e andammo a fare una passeggiata. Camminammo in riva al fiume.

«È così tanto che ti cerco che non mi sembra vero», disse con un velo di tristezza. «Adesso sono qui», risposi prendendole la mano.

«Sì, adesso sei qui. Ma proprio quando avevo bisogno di te non c’eri. Non sei venuto nonostante mi avessi visto piangere»

 «Come fai a sapere che ti ho vista?», chiesi pentendomi di non essere andato.

«Sei l’unico che riesce ad arrampicarsi su quell’albero», disse lei sdraiandosi per terra.

«Quindi mi hai visto?», chiesi mettendomi vicino a lei.

«E non sai quanto avrei voluto alzarmi e venire da te, affacciarmi e farti entrare o con il tuo aiuto uscire, tu mi avresti protetta», disse con un tono triste io mi tirai su di scatto; «Protetta? Non capisco», appena lo dissi capii. «Da lui?»

Lei continuò «Dovevi starmi vicino nonostante tutto, non dovevi abbandonarmi»

«Scusa», fu l’unica cosa che riuscii a mormorare. «Sai anche io ero innamorata di te, ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo, mi sono messa con lui sperando che tu prendessi coraggio, ma tu non hai capito».

Scoppiai in lacrime, non riuscii a dire niente. Lo sapevo che dovevo entrare, non dovevo fare il codardo e scappare, ma dovevo lottare per il mio amore.

«Ormai è troppo tardi per salvarmi, io non sono qui, sono solo nella tua testa, perché ti senti in colpa per quello he hai sentito alla TV. Non posso tornare indietro. Lui non mi amava, non mi ha mai amato voleva solo un giocattolo, dovevi salvarmi da lui, io non potevo scappare, tu potevi salvarmi, ma non lo hai fatto, mi hai lasciato morire».

Guardai il fiume. «Ricordi la nostra promessa? Sempre insieme»

Mi sdraiai sull'erba, guardai il cielo e mormorai: «Sto arrivando palloncino».

Tutti i racconti

0
0
0

DOVE SONO

e ci sono in pieno

27 April 2024

Occhi curiosi tra arabeschi di rughe. Il futuro a ritroso. I passi più lenti. Mani nude deformi in spirali di attese. Una valigia mi ha portato lontano.

Tempo di lettura: 30 secondi

0
0
0

Lettere

27 April 2024

Lettere Quella mattina non lanciò il giornale Semplicemente bussò Un gesto ed un rumore che non mi capitava di vedere e sentire da molto tempo Infilandomi la camicia da notte usci sotto la veranda Mi accorsi subito del suo sguardo eloquente e carico di incredulità Come volesse dirmi mille [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

0
0
0

Quando la cronaca deve fare a tutti i costi “sensazione”

27 April 2024

La storia riporta indietro nel tempo, alla fine degli anni Sessanta. Un donna entra in lacrime nel pronto soccorso di un ospedale torinese. Ha le braccia graffiate e i polsi chiazzati di blu, conseguenza di una stretta di mani nervose. Ai medici confida: «Mio cognato ha tentato di violentarmi, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

0
3
15

Diavola a San Valentino

Ispirato alla coppia di regnanti di Omicron Persei 8 in Futurama - Seguito delle prec. parodie sull’inferno

26 April 2024

Attenzione: Questo racconto di tali mondi è fiabesco e i suoi personaggi antropomorfizzati. Nella fattispecie viene immaginato un mondo ultraterreno dove i suoi abitati possono procreare a prescindere dal proprio genere di appartenenza. Buona lettura. Incipit: C’è una coppia di diavolesse dell’inferno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: "Tecnicamente" essendo angeli, benchè caduti, i diavoli dovrebbero [...]

  • stapelia: Di tutta la storia, in particolare, non mi convince il rovesciamento, cioè [...]

0
6
17

Gli occhiali (2 di 2)

26 April 2024

«Con queste fai prima» disse buttandomi le chiavi. «Ti ho visto» aggiunse a mo’ di spiegazione mentre le impugnavo. Non dubitai neppure per un secondo che dicesse la verità, poi aprii il cassetto. Gli occhiali a raggi X erano là dentro e non erano neppure identici a quelli che indossava. Si capiva [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: La mia curiosità di ieri è stata travolta dalla piega del racconto [...]

  • Walter Fest: Sei Rubrus e sei fatto così, nella prima parte pensavo ai famosi occhiali [...]

0
2
8

Vi racconto Ludwig van Beethoven quarta parte e ultima parte

Il Titano della Musica quarta parte

26 April 2024

Nell’antitesi dualistica di B. gioia e dolori, gli elementi dell’antitesi stessa, sono talmente equilibrati da costituire un'altra notevole caratteristica del suo genio. La grazia, la forza. Il sorriso; la danza; il pianto; non appaiono mai isolati, ma si richiamano a vicenda, si intrecciano e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: Molto solenne questa dimostrazione di stima. Traspare dal testo la musica e [...]

  • Gennarino: Stapelia geazie infinie. Mi hai commosso. Un caro saluto daòòa [...]

3
6
22

Gli occhiali (1 di 2)

25 April 2024

Dopo le ferie di Natale Patrizio aveva dato di matto. Era venuto in ufficio urlando che era un regalo del cavolo, che l’anonimo donante era un vigliacco e che la faccenda non sarebbe finita lì. Sulla vigliaccheria dell’ignoto benefattore potevamo anche essere d’accordo, ma la reazione di Patrizio [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: Rubrus hai ragone.
    Un cugino o l'amico di un amico...😁

  • Adribel: Aspetto la seconda parte ma mi viene un po' l'ansia a pensare che nei [...]

1
3
16

Vi racconto Ludwig Van Beethoven terza parte

Il Titano della Musica

25 April 2024

Nel 1815 il fratello Carlo muore lasciando un figlio, anch’esso di nome Carlo. B. si affezionò talmente al ragazzo che approfittando della scarsa moralità della madre ne contese la tutela che la ottenne dopo una estenuante azione giudiziaria. Ma questo nipote non gli procurò che dispiacere e non [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • stapelia: Per niente noioso, è un inno in parole. La conoscenza serve? Certamente. [...]

  • Gennarino: stapelia grazie di cuore.

1
4
19

II° edizione Sarò padre

lettera al figlio che verrà

25 April 2024

Ciao piccolo mio, siamo tornati adesso dall’ospedale dove ci hanno detto che il sesso del nascituro è maschile. Tu non puoi saperlo che padre avrai e che madre, mentre noi già sappiamo molto di te. Sarai un maschietto, che al momento gode ottima salute e che, da come si muove, sembra voler uscire [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Patapump: le aspettative erano davvero molte
    preso spunto da lettera ad un bambino, [...]

  • stapelia: Parlerò della stesura. Il contenuto è lontano dai miei gusti.Impeccabile [...]

28
32
156

La madre di Sara

24 April 2024

Sara appoggiò dei fiori sopra una sedia e si sedette sul bordo del letto accanto ad Ada, la madre, accarezzandole la testa. Poi si rivolse a Sergei, l'infermiere ucraino, un uomo gentile, ma riservato. «A colazione ha mangiato?» gli chiese. L'operatore sanitario fece un cenno negativo col capo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Patapump: a me piace l inserimento dei girasoli
    che conoscendo un po Scili ha voluto [...]

  • Rubrus: Non sono un fanatico del taglio breve, ma, in questo caso specifico e benchè [...]

1
2
10

Vi racconto Ludwig Van Beethoven seconda parte

Il Titano della musica

24 April 2024

Nel caso di B. la musica è il percorso della sua intera vita. Ogni attimo è la che si presenta vivo ogni qualvolta noi ci avviciniamo ad ascoltare quella meravigliosa sublime musica. Le sinfonie: che tutto esaltano, tutto circondano di dolcezza e amore. A questo aspirava B. alla dolcezza, all’amore [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Antonellina: Che bella Gennarino! La tua descrizione della figura di Beethoven è [...]

  • stapelia: Hai ritratto una figura non facile! Sul musicista si è detto e analizzato [...]

1
1
7

haiku

24 April 2024

quel picco bianco di mite maggio spicca - resta la neve Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

  • stapelia: Sempre pennellate! Riuscito anche questo! La neve si sente, con gli occhi!

Torna su