Quando me lo chiedevano rimanevo in silenzio, pensavo un po’, poi inventavo. Questo se non mi conoscevano, altrimenti lo sussurravo piano, con un filo di voce, perché dire che mio padre era spazzino era la cosa più imbarazzante che potesse capitare. Uno spazzino, in quegli anni, era in cima alla lista dei mestieri più bassi nella scala sociale. In realtà lo era sempre stato e il nostro comune a volte aveva impiegato dei carcerati per la pulizia del paese. Vai a spiegargli alla gente che le strade si dovevano mantenere pulite ed era ora di finirla di buttare la spazzatura dalla finestra, niente da fare.

Mio padre ritornava dal lavoro lurido e avvolto nel fetore e guardando il suo sudore rappreso in macchie fuligginose sulla fronte, lo seguivo mentre metteva il suo salario sulla tavola di casa, senza trattenersi nulla. Sentivo in me salire la più grande amarezza, e mi vergognavo di aver nascosto, per timore del dileggio, il suo lavoro. A modo mio gli chiedevo scusa, andando a giocare in strada con i fratelli e lasciando che riposasse.

Era un uomo taciturno e mai l’ho udito alzare la voce o lamentarsi della sua fatica, che con il passare del tempo si faceva più pesante a causa dell’aumentare dei rifiuti dovuti al benessere economico. Egli si alzava che era ancora buio e partiva. Un giorno tornò più tardi del solito. Ricordo mia madre aspettarlo ansiosa dietro i vetri recitando i Salve o Regina. Arrivò con un fagotto sotto il braccio, e andò subito a togliersi i vestiti, come faceva sempre, con mia madre al seguito, rasserenata. Quando ricomparve aveva con sé lo stesso fagotto e me lo porse. Lo guardai stupito e vidi le sue rughe, scritte dalla durezza del mestiere, attenuate da un sorriso inusuale. Scartai il pacchetto, fatto con carta da pane, non senza emozione mentre gli altri quasi trattenevano il respiro. Una scatola di colori. Ne lessi ad alta voce la marca, più per superare l'emozione che per altro, e mi strinsi quella scatola al petto. Amavo tanto disegnare! -Puzza!-, esclamò mio fratello più piccolo, e l’atmosfera magica di quel momento sembrò incrinarsi. Io scossi la testa. Mia madre mi abbracciò senza una parola, mentre mio padre, dietro di lei, sembrava voler cercare le parole per spiegarmi quella apparizione. Che importava chi l’avesse buttata? Per me era un autentico tesoro.

Aprii la scatola. I colori erano intatti, la scatola solo un po’ ammaccata, unta su più parti. Una matita messa all’interno, che ne rigonfiava un lato, era spuntata. Volli provarli subito sul mio quaderno scolastico, colorando i tanti disegni che avevo lasciato incompiuti. Non so se fosse una lacrima quella che mio padre si asciugò con un gesto deciso, ma i suoi occhi, pure sotto il lume, avevano un’ espressione che non gli conoscevo, mista di gioia e malinconia. Mamma disse che avrebbe ripulito meglio la scatola, ma io non volli, non sentivo alcun cattivo odore se non quello buono dell’amore di mio padre.

Disegnai fino a tardi quella sera, poi pensai che dovevo tenere quei colori per idee grandi e sognai. Sognai di essere il ragazzo della scatola, che poteva esprimere se stesso e mostrare i suoi progetti alle persone da cui si sentiva amato. Una scatola di colori mi aveva fatto conoscere meglio mio padre, che mai mi aveva stretto a sé, ma quel gesto aveva rivelato il bene che mi voleva. Così quei colori divennero i pennelli per dipingere il mondo come io lo desideravo e il camioncino della spazzatura uscì dalla mia mano tinto di verde smeraldo, per accogliere fiori profumati di cui mio padre era il giardiniere che ne curava l’ambiente.

Quella notte mi addormentai con quella scatola vicino, con mio fratello all’altro capo del letto che mi prendeva in giro chiamandomi Giotto. Il mattino seguente, senza aprire gli occhi, la cercai con la mano. Era proprio vera e reale. “Se nel disegno vuoi prendere otto…” recitava un vecchio slogan, ma io superai ogni aspettativa e con quei pastelli, ebbi un dieci che riportai pieno di orgoglio a casa per mostrarlo ai miei.

Quando i pastelli terminarono conservai la scatola tra i miei vecchi e nuovi libri, a separare un periodo da un altro. Quella scatola di colori aveva segnato la mia crescita, avvenuta con la caduta di quei pregiudizi che nutrivo inconsapevole. 

Tutti i racconti

0
4
16

L'Alba dopo il turno di notte

Storie colorate ad arte tra pittura e scrittura perché sappiatelo finché c'è arte c'è speranza

22 November 2025

Amici lettori ancora una storia a colori, ancora una storia in tandem, ancora una storia per stupirvi, la vita è troppo sbiadita non trovate? Vi sentite scombinati e confusi? Vi sentite frustrati e senza prospettive? Io e il mio amico Adriano l'artista proviamo a darvi una scossa, seguiteci e vi [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Maria Merlo: Simpatico e scoppiettante, artista nell'anima.

  • Walter Fest: Buongiorno a tutti, buon fine settimana, buona lettura da parte mia e da parte [...]

0
10
14

La bella sigaraia (4/4)

22 November 2025

Il corpo ritrovato… sì, affermano sia quello di Mary. Ma su quali basi? Sulla sola coincidenza del tempo, nient’altro. La mente razionale non può accettare una tale coincidenza, il fortuito è bandito per definizione dal ragionamento logico-deduttivo. Analizziamo. La ragazza scompare, e in un intervallo [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

7
8
20

Gemellaggio 3/3

21 November 2025

«Mi fanno venire i brividi» disse Max «animali a sangue freddo». «Però...» intervenne Ambra preparandosi per andare a dormire. «Hanno ragione, lo so. Me la ricordo la teoria dell’estro nascosto. Ventesimo secolo, se ben ricordo. Solo che vederla applicare così... «Animali a sangue freddo. Mi fanno [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: E adesso... qualcosa di completamente diverso: se non altro perchè è [...]

  • Rubrus: ps: va da sè che le parti in cui dice che va bene non sono interessanti [...]

1
2
15

La bella sigaraia (3/4)

21 November 2025

Purtroppo, qualche giorno dopo mi accorsi di essermi sbagliato un’altra volta, leggendo sullo stesso odiato quotidiano: ORRORE SUL FIUME HUDSON! Il terribile assassinio della bella Mary Rogers sconvolge New York! New York, 25 luglio 1841 Una tranquilla e luminosa domenica d’estate si è tinta [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
1
20

Gemellaggio 2/3

20 November 2025

«Abbiamo un detto, sulla Terra: “Il medico pietoso fa la piaga purulenta”. E, dato che l’idea è vostra...». Srexis esitò, poi disse «Ecco… è come mangiate, tanto per cominciare». «Come?» Ambra era decisamente sorpresa. Avevano gustato il cibo locale senza troppa difficoltà. Certo, non avevano adoperato [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
2
15

La bella sigaraia (2/4)

20 November 2025

Da qualche tempo quell’uomo tornava spesso. Parlava poco, ma i suoi occhi dicevano più di qualunque parola. Non sapevo se temerlo o compatirlo. Avevo sentito dire che scriveva storie strane e che viveva quasi senza soldi. Pensavo a lui, a volte, la sera, quando spegnevo la candela e restavo ad [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

3
3
18

Gemellaggio 1/3

19 November 2025

Se un uomo avesse guardato il seno di Ambra in quel modo, Max gli avrebbe mollato un cazzotto. Probabilmente lo avrebbe fatto anche se si fosse trattato di una donna. Ma Shassta non era né donna né uomo. Non era neppure un essere umano. Ciò non di meno dovette percepire l’irritazione di Max perché [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Rubrus: E' il racconto cui accennavo quando ZR parlava dell'ovivorous montanae. [...]

  • Maria Merlo: Mi piace il taglio psicologico e la focalizzazione sulle problematiche interiori. [...]

2
6
24

La bella sigaraia (1/4)

19 November 2025

L’odore del tabacco mi resta addosso così tenacemente che, per quanto usi il sapone, non riesco a liberarmene. Ma devo convivere anche con altro, oltre a quell’odore che impregna ogni cosa del luogo in cui trascorro dieci ore al giorno della mia vita. Ogni mattina, entrando nell’emporio di Anderson [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
9
24

L'uovo 2/2

18 November 2025

Quando si svegliò, depose l’uovo nel giaciglio e andò a lavorare. Rientrato trovò l’uovo ridotto in tanti frammenti. Osservò che non vi erano tracce di liquido né sul giaciglio né sul pavimento. C’erano però alcune piume a terra che Luca seguì fino alla finestra aperta. Fuori, nel giardino, vide [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: veramente ti sei commosso Dax? ... guarda che mi hai fatto il più grande [...]

  • Dax: @thecarnival Mi sono immaginato Lyra, wuesta creatura fragile e l'ho associata [...]

4
7
37

Se la vita ti dà limoni... 2/2

18 November 2025

- Federico… Federico... FEDERICO FEDERZONI, SANTIDDIO. - La voce del collega un po' seccato richiama Federico sulla terra. - Eh? - Sbatte le palpebre e si volta verso la scrivania di fianco alla sua. - Ohi, Damiano… dimmi. - - Eh, “Damiano dimmi” un fico secco. - Gli tira un post-it appallottolato. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Smoki: Sì, infatti, per me non è drammatica - e non era nell'intento, [...]

  • Dax: carino....like

4
6
24

L'uovo 1/2

17 November 2025

Luca pensò di stare ancora sognando. Un uovo era lì, perfetto, con un guscio bianco e lucido, appoggiato accanto a lui sul lenzuolo. Non aveva mai visto un uovo di quelle dimensioni: era alto almeno trenta centimetri. Subito si chiese come quell’uovo fosse finito nel suo letto, poi pensò a uno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
6
45

Se la vita ti dà limoni... 1/2

17 November 2025

Margherita attraversa la piazzetta di corsa. Con lo zainetto che le sbatte sul fianco, entra al Plume con slancio da centometrista, facendo quasi sbattere la porta sul naso di un avventore in procinto di uscire. Gli improperi che lui bofonchia sono coperti dal rumore di accelerazione del bus da [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Maria Merlo: Molto carino, aspetto il seguito.

  • Smoki: Grazie!

    Il seguito arriva domani, speriamo mantenga le aspettative! ;)

Torna su