Dalla fine dell’estate navigavamo alla foce del Meronte, uno specchio placido di acque limacciose. Escludendo il ritmico vibrato del motore, la barca scivolava nel più assoluto silenzio. A poppa l'acqua si comportava come un fluido viscoso, nel quale sia stato immerso e poi ritirato un cucchiaio, che torna a comporre con riluttanza la propria continuità; la scia dell’elica apriva una ferita liquida, la cui cicatrice si intravedeva a lungo, un solco più scuro nel nastro verdognolo srotolato al centro della pianura sconfinata.
Fin dalle prime ore di navigazione, pregustavo già l’esaltazione della scoperta e la gloria che sarebbe seguita al nostro successo. Vivevo per quell’istante, che si avvicinava un beccheggio dopo l'altro, quando, alla fine del viaggio, i nostri occhi avrebbero sollevato il velo dell’ignoto; per quello eravamo salpati, carichi di viveri e degli strumenti per la spedizione che avrebbe dovuto risalire il corso principale, fino alle sorgenti, ancora sconosciute, del grande fiume.
Noi esploratori, in quella fase, non avevamo alcuna incombenza: passavamo il tempo a guardare il fiume e respirarne gli odori. Nonostante l’insofferenza all'inattività, quel periodo di ozio forzato si era rivelato foriero di un inusuale richiamo introspettivo, che mi spingeva ad indulgere nella contemplazione del ritmico sciabordio delle piccole onde lungo il fianco lucido dell'imbarcazione.
Le ore centrali del giorno mi trovavano immobile, appoggiato ad un punto preciso del parapetto di babordo da dove, per la sua particolare angolatura, era possibile scorgere magnifici riflessi lenticolari del sole sull'acqua. La costanza e la precisione della loro configurazione mi colpiva: era come se una grande rete di luce fosse stata gettata a galleggiare nel fiume da un pescatore invisibile. Tuttavia, a differenza dell’oggetto a cui lo paragonavo, quel reticolo scintillante anziché mimetizzare la sua presenza sembrava farsi ogni giorno più abbacinante e suadente, monopolizzando sempre di più la mia attenzione.
Ben presto la mia vista ne fu resa del tutto schiava: le linee dorate mi stampavano solchi indelebili sul fondo degli occhi, tanto che il disegno generale del reticolo vi rimaneva impresso e sempre più evidente, sovrapponendosi alle altre immagini che li colpivano. All’inizio tale illusione si manifestava soltanto sullo sfondo di una parete spoglia, o nel biancheggiare di una pagina vuota del diario della spedizione, quando sotto la data del giorno riportavo, con noiosa diligenza, l'identico contenuto del rigo superiore: “in navigazione; nessun fatto di rilievo”.
In seguito la sua presenza divenne costante, offuscando il consueto scenario della barca e dei suoi occupanti. Ciò avveniva in maniera più marcata dopo il calar del sole; il buio delle notti ancora temperate dell'ultima estate iniziò a popolarsi, con sempre maggiore intensità, della riproduzione di ciò che continuavo a fissare di giorno. L'assenza di distrazioni luminose mi consentiva di proiettare il mio reticolo sullo sfondo di un cielo discreto e immobile. Di notte, contro la volta celeste, non influenzata dal moto ondoso, mi apparivano chiari i particolari di quella riproduzione impressa nei miei organi di senso, che mi era invece impossibile cogliere direttamente. Così vidi con certezza che in quel curioso oggetto illusorio vi era nascosto un preciso significato.
Ricordo che mi colpì subito il pensiero di quanto fosse bizzarro, il fatto che soltanto fissando un simulacro, impressione sensibile della realtà, riuscivo a definirne l'aspetto sostanziale. Tuttavia la profondità della rivelazione a cui ero stato così fortunosamente destinato mi era ancora in larga parte sconosciuta: c'era un disegno intelligente, ma la sua natura più intima continuava a sfuggirmi.
Sebbene i miei sforzi per decifrare lo schema e i suoi dettagli procedessero con crescente rapidità, infatti, mi trovavo in un circolo vizioso: ogni nuova intuizione, che mi rendeva sensata la disposizione di quelle linee sovrapposte, portava con sé la consapevolezza di un nuovo e più profondo livello di significato, il quale rendeva evidente la presenza di altre associazioni, intersezioni, simmetrie, che andavano catalogate, verificate, confrontate con quello che avevo già compreso. Come in quelle diaboliche costruzioni della matematica, nella quale lo schema generale si ripresenta ingrandendo una qualunque delle sue parti, e così via senza fine, allo stesso modo avevo dinanzi una sorta di frattale fatto di luce, dove le linee e le onde assumevano sempre diverse varietà di valori, sensi e significati, la cui successione sembrava incapace di concludersi.
Stordito da quell’abisso, tutto me stesso ne era risucchiato: via via che si restringevano le mie percezioni, ormai focalizzate soltanto sull’abbacinante mistero visivo, anche il pensiero della spedizione e dell’agognato successo perdevano attrattiva. La prospettiva di associare il mio nome ad una scoperta geografica, sia pur di primaria importanza, risultava adesso insignificante: quanto più complessa e grandiosa era la geografia di ciò che io solo vedevo! Inoltre, mentre la mia intelligenza del disegno luminoso si approfondiva, conducendo il mio pensiero sempre più all'interno del labirinto di significati ed interazioni fra le sue parti, tanto più mi era difficile estrapolarne un sunto esprimibile a parole, comprensibile a chi non si trovasse anche lui nella possibilità di osservare quel che io vedevo, dalla medesima angolazione.
Credo che già da tempo tutti i miei compagni sospettino della mia sanità mentale:  trascorro le ore del giorno in una contemplazione quasi interrotta delle placide acque fuoribordo. Il resto del tempo, dopo il tramonto, lo passo a fissare il vuoto, dove per i miei soli occhi splende ciò che io soltanto sono in grado di comprendere.
Sebbene mi sia, come ho detto, distaccato progressivamente dalla realtà, infine mi sono reso conto di qualcosa che mi provoca una profonda inquietudine. È una sensazione che galleggia da giorni, ai confini della percezione, lottando per attirare ciò che rimane della mia attenzione cosciente. Temo di non essere più io, ad esplorare il disegno: invece è lui ad osservarmi e il suo sguardo di luce mi trapassa. Qualcosa – qualunque cosa lo componga – si è accorto di me. Ha sentito il mio sguardo ed è entrato da lì, piantando gli aculei in profondità nella mia mente. Lo so, perché da pochi minuti ha iniziato a tirare: mi dibatto, tento di resistere, ma so che è troppo tardi.
Mentre salgo in piedi sul parapetto della barca, avverto a malapena le grida dei miei compagni, che cercheranno invano di trattenermi, prima che spicchi il balzo verso quella strana chiazza di luce.
La cosa che sta per uccidermi: vorrei spiegare loro tutto quanto, metterli in guardia, ma non c’è tempo. L’acqua è gelida e turbolenta: la placida superficie del fiume è solo un’altra illusione.
Finalmente capisco perché il disegno mi era sembrato tanto simile ad una rete da pesca. 

Tutti i racconti

5
7
34

In fregola

16 November 2025

Qua e là sulla facciata del condominio le luci accese per la cena. Una donna con un cane tra le auto parcheggiate. I lampioni accessi. Poche foglie sui platani. Semaforo verde e attraversiamo la strada. Davanti alla porta del monolocale i nostri corpi entrarono in fregola.

Tempo di lettura: 30 secondi

5
4
24

Emma e i libri che parlano

16 November 2025

Emma aveva imparato a non fare rumore. Non perché qualcuno glielo avesse chiesto, ma perché a volte le parole rimbalzano indietro. O peggio, cadono nel vuoto. Quando parlava, la madre la interrompeva a metà frase: – Più tardi, tesoro, adesso ho da fare. “Più tardi” voleva dire mai. Emma lo sapeva [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Riccardo: ma che bello, che intensità
    la cultura rende liberi, e le parole [...]

  • Maria Merlo: 🦋Bello e pieno di verità. Complimenti.

4
1
26

La foto della pazzia

15 November 2025

Presi le foto, quelle che la mia ragazza mi consegnava felice ogni fine settimana… per la quarta volta di fila era lì in mezzo alle altre. Non sopportavo quell’immagine… con lui lì. Sì lo vedevo, pensava di nascondersi, ma io lo vedevo proprio sullo sfondo, di profilo. Ricominciai a guardare le [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

1
3
20

Pomeriggio sospeso

15 November 2025

Dovrei finire di leggere qualche libro. Lo penso mentre ne osservo la copertina, bloccata sul tavolo, come se aspettasse da ore. Sarei anche uscito a fotografare, magari in città, a rincorrere la luce tra i palazzi. Ma ho fatto tardi e quindi niente. Potrei scendere comunque, giusto qui intorno: [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • FuoriFuoco: Grazie mille. Sono contento che il nickname e il racconto ti abbiano dato la [...]

  • Riccardo: benvenuto su ldm
    ai prossimi racconti
    sorseggiando un caldo te', [...]

3
3
21

L'allieva 2/2

14 November 2025

Freccia la guardò appena mentre continuava a masticare quei pochi fili rubati. «Scusa ragazza ma ormai siamo insieme da tanti anni ed è la prima volta che capita che una di noi sia indisposta, è stato un brutto colpo. E vedere te poi, così giovane, magra… Sei sicura di farcela per l’intero giro? [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto bellissimo per adulti, bambini e chiunque abbia davvero buona volontà.

  • Rubrus: Natale si avvicina. Se non troppo invadente, è una festa che ha davvero [...]

4
9
25

Tratturi

14 November 2025

Tratturi Ho sempre ascoltato volentieri gli anziani. Una volta, forse perché vecchio o perché si sentiva solo su quella panchina, uno di loro mi raccontò una storia. “Tu sai cosa sono i tratturi e la loro gente?” La mia faccia dubbiosa valse più di mille risposte e, avido di sapere, sedetti anch'io [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

5
4
22

L'allieva 1/2

13 November 2025

La slitta già preparata sovraccarica di doni, attendeva sulla pista di lancio circondata dalla neve. I folletti le giravano intorno per verificare la tenuta del carico, una corda ben stretta da una parte, un'altra sulla parte più alta dove era possibile un crollo dei regali… Babbo si era raccomandato [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dax: Bella....attendo. Like

  • Teo Bo: La signora Natale? Non mi dire... chi l'avrebbe mai detto! Aspetto il 2, [...]

3
5
51

CENTRALE PARANOICA 7

INIZIA CON UNA SETE DI SANGUE

13 November 2025

Hi, qui è Centrale Paranoica 7, shhhhh… shhhhh… silenzio, chiedetevi perché manco da tanto tempo… Beh non mi hanno scoperto ancora, ma mi hanno fiutato. Per la verità pensano più a qualche presenza esoterica, il dottor Stella ha persino chiamato in causa il buon vecchio Dick immaginando un mondo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
2
27

Speranze di vita

12 November 2025

Di speranze ce ne vogliono almeno due: una per continuare a credere nella vita e l'altra per giustificare la sopravvivenza. Sì perché le delusioni continuate rischiano di farci male, a volte radicalizzano e ci trasformano in elaboratori d'ansia, in soggetti da psicologo nel migliore dei casi o [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like
    tenero di intenso.
    Accorato sguardo a un passato che non può [...]

  • Dax: La speranza, quando possibile,non devevrimanere fine a sé stessa: devevessere [...]

4
3
36

Nessuno è uguale a nessuno

12 November 2025

La catena di montaggio non conosce pause è un nastro che scorre veloce, moltiplicando gesti e abitudini. Smog e street food impregnano l'aria; vetrine mutano faccia, ma non voce; porte automatiche che salutano tutte allo stesso modo. I clacson e i suoni delle rotaie scandiscono un tempo incessante, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: Azz....Like

  • Ecate: Nel treno che non conosce fermate, una donna che legge un racconto e gli piace, [...]

5
6
27

Lisy

11 November 2025

“Ehi, artista.” La voce, profonda, dolce e a lui ben nota, arrivò alle sue spalle. Lionel si girò appena, attento a non cadere dallo scoglio sul quale era seduto. Lì, in piedi dietro di lui, c'era la figura alta e fascinosa di una donna che pareva una vampira con tanto di collana con simbolo celtico [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • L. Carver: Se leggerete ancora di lei? Chissà, è un personaggio che vorrei [...]

  • Dax: Bel pezzo....Torneranno? Like

6
11
39

Il divano che non c'è

Esercizio di scrittura creativa - I 7 peccati capitali - L'accidia

11 November 2025

"Con la tivù accesa e le chiappe sprofondate tra i cuscini era una libidine stappare una birretta, affondare i polpastrelli per ravanare in un sacchetto di patatine e godersi un film appena scaricato." Sandra corrugò la fronte e interruppe il monologo di Adelina orfana di un divano appena portato [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

Torna su