Qualcosa attraversò il cielo.
Un oggetto luminoso, con una specie di coda scintillante, molto sottile, attraversò la volta da nord-ovest a sud est, con un movimento veloce, ma perfettamente distinguibile, per poi scomparire oltre il bordo del cratere.
Istintivamente, Kal si rannicchiò, in attesa di sentire il boato dell’impatto. Poi, quando questo non venne, dimentico del rover e del generatore, mosse alcuni passi di corsa verso il punto dove l’oggetto era... cosa, atterrato? Ridicolo. Quello era un minuscolo meteorite disintegratosi a causa dell’impatto con la seppur debole atmosfera thoriana – la coda era senz’altro composta dai frammenti che si disgregavano. E, benché luminoso, doveva essere proprio minuscolo, perché, pur precipitando così vicino, non aveva prodotto nessun suono.
Insomma, non era senz’altro... ma sì diciamolo: non era senz’altro un’astronave.
Già, perché a quello aveva pensato benché sapesse che il prossimo passaggio sarebbe stato di lì a ventisette anni e, senza dubbio, sarebbe stato preceduto da un avviso – i radiofari sparsi qua e là sulla superficie del pianeta erano un’altra delle strutture per le quali si era deciso di continuare a consumare energia.
Rise di sé stesso.
In fondo, aveva ragione Linda: anche lui credeva alle favole. Lei a quelle di remota origine terrestre, come quella dell’albero di Natale e lui... be’, lui aveva un generatore da riparare.
Raggiunse il vano posteriore del rover e scaricò il macchinario: un imponente parallelepipedo alto un metro e venti e largo sessanta centimetri.
Lo depose al suolo, poi prese la custodia della pastiglia di uranio, dove la barretta, ormai ridotta a scoria, giaceva come un cadavere il cui riposo non era il caso di disturbare.
Si sforzò di non pensare a quello che sarebbe successo se tutti i suoi tentativi avessero prodotto, come unico risultato, un’esplosione.
Adagiò la custodia nella neve e aprì il vano dei comandi del generatore. Come sempre, esitò prima di togliersi i guanti. A quella temperatura poteva lavorare solo pochi minuti prima che le dita diventassero insensibili. Controllò il sensore sul polso: ventidue sotto zero, con tendenza al ribasso. Già.
Quella – non si prese la briga di calcolare il moto degli astri, come poco prima: gli bastò un’occhiata al datario – era la notte più lunga e più buia del buio e lungo inverno del pianeta Thor.
Si mise all’opera febbrilmente, soffiandosi di tanto in tanto sulle dita, mentre il gelo, malgrado l’isolamento della tuta (tra l’altro, la resistenza termica del piede sinistro non funzionava quasi più) gli risaliva dalle gambe verso il cuore. Erano soli, sperduti, su un mondo che non era fatto per loro e che non pareva molto incline ad accoglierli. E nessuno sarebbe venuto a salvarli. Forse sulla Terra era successo qualcosa, o le astronavi erano finite su una traiettoria sbagliata.
O forse, molto semplicemente, si erano dimenticati di loro.
La vita comoda che si conduceva sulle astronavi e sulle stazioni orbitanti rendeva difficile pensare a chi, per imperscrutabili ragioni, aveva deciso di stabilirsi su un pianeta vero.
Forse, malgrado tutto, il nonno aveva torto. Forse avevano tutti quanti torto. Non c’erano favole in cui credere e nessun senso né valore nelle difficoltà.
Era così concentrato nel proprio lavoro – con le cupe riflessioni esistenziali a fare da musica di sottofondo – da non rendersi conto del rumore che si udiva da un po’.
Passi.
Non era un’allucinazione, o un inganno provocato dalla speranza o dal desiderio.
Erano passi veri.
Nella neve.
Si alzò di colpo.
Per un istante s’immaginò lupi – li aveva visti nei documentari sulla vita sulla Terra – intenti ad accerchiarlo, seminascosti dagli alberi.
Ma su Thor non c’erano lupi.
Aguzzò la vista.
Forse qualcuno venuto a vedere se tagliava alberi di frodo? Ridicolo.
C’erano droni e sensori a sorvegliare la foresta. Se avesse davvero tagliato un albero – come effettivamente aveva intenzione di fare se i tentativi di riparazione del generatore fossero stati infruttuosi – sarebbe scattato l’allarme. Sarebbe stato denunciato e si sarebbe difeso dicendo semplicemente: “Che cosa avreste fatto, voi, al posto mio? E forse lo avete fatto davvero”.
Eppure, la figura che gli pareva veder scendere dal pendio era indubitabilmente umana.
Si portò le mani alla bocca e, sperando che l’umidificatore che proteggeva i suoi polmoni dall’aria fredda e secca del pianeta alterasse la sua voce quanto bastava perché non si capisse quanto fosse spaventato, urlò nella notte aliena l’antica domanda: «C’è qualcuno?».
La figura allungò il passo, avvicinandosi al rover.
Kal si portò le mani agli occhi, dimentico degli occhiali protettivi, col solo risultato di insudiciarli.
Azionò il detergente e, quando la vista gli si snebbiò, si rese conto che aveva visto bene. O che, se era un’allucinazione, era straordinariamente ostinata.
Un uomo corpulento e barbuto con un sacco in spalla, interamente vestito di rosso.
E quella non era una tuta termica.
Era una pelliccia.
«Ho fatto una gran fatica a trovarvi» disse l’apparizione. La voce era cavernosa e bonaria al tempo stesso «siete finiti ben lontani».
Vecchie leggende terrestri pensò Kal.
L’uomo – se uomo era – posò il sacco per terra e prese a rovistarci dentro. «A dire il vero temo di essere stato un po’ troppo tempo lassù, nelle stazioni. E, sempre a dire il vero, è stato tempo perso: si sono dimenticati tutto quanto». Estrasse dal sacco una grossa scatola dall’aspetto familiare. «Comunque, sono arrivato in orario. Per fortuna, qui, le notti sono un bel po’ lunghe». Lanciò la scatola a Kal dicendo: «Dovrai faticare parecchio. D’altra parte, mica posso fare tutto io».
Kal afferrò il contenitore al volo. Anche se il peso gli aveva già rivelato la sua natura, dovette fissarlo a lungo per convincersi che quella che teneva in mano era una pastiglia di uranio nuova di zecca.
Pensò di nuovo alle vecchie leggende terrestri e all’albero di Natale che Linda aveva montato nel rifugio.
La notte più lunga. Poi le ore di luce sarebbero durate di più.
Quando rialzò lo sguardo, la figura rosso-vestita si stava già allontanando.
Fu sul punto di chiedergli: “Tornerai?” prima che svanisse del tutto, poi lasciò perdere.
Gli bastava sperarlo.

Tutti i racconti

1
1
6

Senza confini 1/4

04 November 2025

"Dovrei tornare." pensò, mentre armeggiava con la sua macchina fotografica. Era ancora un'analogica, e col tempo aveva imparato a conoscerla, a comprenderla, quasi a darle un'anima. Credeva che questa intesa segreta le permettesse di scattare le fotografie che l'avevano fatta vivere fino a quel [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

0
2
9

La signora dei Topi 2/2

04 November 2025

Una sera Nico si recò sull’argine. La luna era alta nel cielo e il fiume una striscia argentata. Una voce lo chiamò. «Ti aspettavo» Lei era là, sulla riva, giovane, luminosa, bella: la pelle bianca come latte, i capelli che riflettevano la luna, gli occhi scuri e dolci. Nico non parlò, la seguì. [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
5
31

Lui e Lei 2\2

03 November 2025

Passarono settimane, mesi, Lui cominciava a sentire la sua mancanza ed era dispiaciuto di non esserle stato accanto. Di tanto in tanto si sentivano su WA ma s’inviavano messaggi vuoti e sterili. Un giorno però Lei gli disse di essere incinta del nuovo compagno. Lui rimase attonito, non era trascorso [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Donatella: triste per lei credo, vivere una situazione con uomo che evidentemente non [...]

  • Damien: Non sono d'accordo con la scelta della ragazza, vigliaccheria? paura di [...]

2
2
26

La signora dei Topi 1/2

03 November 2025

Giovanna dormiva agitata, il viso imperlato di sudore e le coperte attorcigliate attorno alle gambe. La luce del mattino filtrava appena attraverso le tende, disegnando ombre leggere nella camera. Da fuori, si sentì una voce impaziente: “Giovanna! Sveglia, dai!” Era sua sorella, che bussava con [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
9
40

Una storia particolare (4/4)

Quando alcuni sogni diventano realtà

02 November 2025

Prima di partire chiesi ad Angelo di avviare le pratiche per poterci sposare. Dopo quasi un mese ci trovammo davanti al sindaco, mano nella mano, con il cuore pieno di emozione. Le nostre nozze furono semplici ma intense: uno sguardo, un “sì”, e la sensazione profonda di essere finalmente una famiglia. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Marisella: Grazie a tutti voi.
    Non sono brava a scrivere perchè nei miei studi [...]

  • BrunoTraven: Al contrario Marisella scrivi benissimo:) qualche defallaince ci sta sempre [...]

3
3
32

Lui e Lei 1\2

02 November 2025

In un giorno come tanti, a una ragazza pugliese arrivò una richiesta di amicizia su Netlog da parte di un ragazzo di Roma. Sin dalle prime battute tra i due c’era del feeling, nonostante fossero lontani e avessero età diverse. A Lui, di Lei colpì la fotografia in cui sedeva su una vespa rosa. Anche [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Dax: Attendiamo il seguito. like

  • Donatella: amore e sofferenza interessante aspetto secondo parte

4
7
30

Una storia particolare (3/4)

Quando alcuni sogni diventano realtà

01 November 2025

Quando il medico mi chiese, quasi per scherzo, «Ma quindi siamo in un caso di utero in affitto?», risposi con calma: «No, dottore. È solo un gesto d’amore, un dono che Marianna ha voluto farmi». «E il padre chi sarebbe?» domandò lui. «Lo chieda a lei», dissi sorridendo. Alle sei del mattino nacque [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Marisella: Ciao a tutti.
    Avevo notato, in effetti, il passaggio repentino dall'indifferenza [...]

  • BrunoTraven: Beh forse si ma non è detto riducendo qualche descrizione non necessaria [...]

5
4
26

La Selva Oscura: Il Giardino degli Universi (2/2)

01 November 2025

Morgana mostra un pianeta tutto ricoperto d’acqua. MORGANA: Guarda il loro pianeta natale, quei banchi luminescenti in fondo all’oceano. C’è bellezza in questo spettacolo di luci. Sono solo cellule, batteri di appena dieci micron di diametro, connessioni sinaptiche, ridondanza… hanno cominciato [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Ed ecco dunque la corince che racchiude i quadri prima separati, fornendo coerenza [...]

  • Zio Rubone (Ezio Bruno): Grazie Paolo, Dario e Rubrus. Mi fa piacere che le storie abbiano suscitato [...]

4
5
45

Una storia particolare (2/4)

Quando alcuni sogni diventano realtà

31 October 2025

Dopo alcuni minuti di silenzio, presi la parola. «Marianna, in fondo tuo figlio non ha tutti i torti. Se te la senti, puoi portare avanti la gravidanza, e io ti sarò accanto in tutto e per tutto. Ma se preferisci interromperla, andremo insieme da un bravo ginecologo: potrai farlo in sicurezza e [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Dax: Un racconto delicato....particolare....Like

  • BrunoTraven: bella continuazione anche se alcuni particolari li ho trovati inutili in un [...]

6
3
27

La Selva Oscura: Il Giardino degli Universi (1/2)

31 October 2025

Nel Giardino degli Universi, dove il tempo non ha dominio e lo spazio è solo un’eco, infinite bolle fluttuano, come semi trascinati dal vento. Ogni bolla custodisce un Universo, un insieme di valori per le costanti fisiche, e danza, con ritmo diverso. Tra queste geometrie sospese vegliano due entità: [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
5
26

A proposito di IA... Lei (Her, 2013)

Una riflessione sulle tematiche del film scritta dall’utente di LdM Oggetti Smarriti

31 October 2025

Segnaliamo la pubblicazione sulle pagine del blog di un nuovo articolo. Il nostro utente Oggetti Smarriti esamina come il film in oggetto faccia riflettere sul rapporto tra le persone e le IA evolute. Fantascienza o prossimo futuro? Invitiamo tutti alla lettura e, se vorrete, al commento nell'apposita [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

4
13
61

Una storia particolare (1/4)

Quando alcuni sogni diventano realtà

30 October 2025

Il 29 gennaio 1980, in una piovosa giornata d’inverno, venni al mondo. I miei genitori, già avanti con gli anni, avevano a lungo desiderato un figlio e finalmente il loro sogno si realizzò. Crescendo come figlio unico, ricevetti da loro tutte le attenzioni possibili: non mi fecero mai mancare nulla, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

Torna su