Era il 2035 e il divario fra Ricchi e Poveri era a tal punto insostenibile che la forbice aveva raggiunto il massimo della sua apertura.
A questo punto tutti quei beni e prodotti effimeri, voluttuari, gli illusori, i tecnologici, scomparvero dagli scaffali dei negozi e centri commerciali sostituiti da generi alimentari con un livello di qualità talmente basso da essere in seguito identificati come cibo spazzatura. I prezzi crollarono a livelli mai visti ne mai immaginati, ultimo escamotage del Sistema Mercato per evitare il suo totale default. Nulla, oltre i beni primari, aveva più valore e i soldi ridotti a carta straccia. Così accadde che una gran parte delle persone per sopravvivere, per non ammalarsi, si riversarono nelle campagne, nei boschi, nelle valli, in un generale ritorno alla terra; un’inedito ritorno all’autonomia, all’autosufficienza, alla solidarietà, dando fondo alla forza di volontà e alla passione e accettando la nuova condizione come estrema e sola salvezza a quella calamità senza precedenti che il Capital-Liberismo-Consumista aveva generato per soddisfare la sua ingordigia compulsiva di ricchezza e di potere.
È chiaro che questo cambiamento di fronte della società e della realtà è stato molto più complesso e articolato, ma ho voluto riassumere la faccenda sintetizzando il suo processo di trasformazione. Ma questo è ciò che in realtà è accaduto e niente e nessuno potrà invertire o ostacolare l’onda dirompente e travolgente di questo cambiamento in atto. E grazie a Dio!

 

Oggi, 17 ottobre 2043, dal mio osservatorio privato sito nelle rigogliose montagne del Pollino.

 

Gianni Tirelli

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