La prima società è la famiglia. I genitori sono la roccia dove aggrapparsi e sentirsi protetti. Il faro dei primi insegnamenti. La scuola è il centro di formazione culturale (o meglio lo era. Oggi com'è strutturata la scuola non serve ad un cazzo). Ma, nel percorso della vita, sono più che mai importanti gli incontri che si fanno lungo il cammino. Incontri che più delle volte contribuiscono ad incrementare la nostra conoscenza, la nostra cultura, il nostro umano sapere. Ad aprirci nuovi orizzonti. Ed io ho avuto la fortuna, nel mio cammino, di incontrare due splendidi maestri i quali, mi hanno insegnato molto ed hanno formato con la loro cultura, con la loro semplicità, con la loro umanità, il mio carattere, ed il mio pensiero. Grazie all'Avvocato Giuseppe Cali, avvocato civilista e poeta, con il quale ho lavorato, dopo aver studiato giurisprudenza, per oltre un decennio (fino alla sua dipartita) e l'avvocato penalista Salvatore Maria Sergio, deceduto quattro anni fa nel periodo del covid. Anche con lui ho lavorato, in concomitanza con lo studio Calì, pittore, arabista, scacchista, scrittore, uomo e professionista di immensa cultura, condividendo soprattutto, una profonda amicizia per circa quarant'anni nonchè il nostro comune spirito di libertà allontanando da quella che poteva diventare una prigione del vivere quotidiano. 

A lui mi rivolgevo per qualunque consiglio. Per risolvere una qualsiasi indecisione o per un giudizio su qualche mio scritto, racconto oppure una poesia.

Facemmo conoscenza negli studi televisivi di canale 34. Io conducevo, in diretta, il programma "Zibaldino" curando anche i testi e la regia un salotto letterario e musicale, nel quale ospitavo autori, cantanti, poeti, musicisti. Mentre lui nello studio adiacente il mio registrava una rubrica di scacchi. Un giorno, terminata la mia diretta, venne in studio a congratularsi per il mio programma, sia per la scrittura che per la conduzione. Da quel giorno, incominciammo a scambiarci consigli e opinioni e così nacque e si consolidò la nostra amicizia. In seguito mi fece partecipe di iniziative 

politiche, più volte candidato al comune di Napoli, pittoriche e letterarie, donandomi pubblicazioni e dipinti autografati. Iniziai in seguito a lavorare presso lo studio legale. A volte, per un processo penale siamo rimasti in tribunale giornate intere.

Mi piace ricordare e raccontare di una splendida serata dedicata ad una mostra di sue opere, e far conoscere ai più i suoi lavori di pittura.

Era da lungo tempo che in molti s’affannavano a sostenere che, l'ormai defunto, editore Tullio Pironti fosse una sorta di Berthe Weill o di Léopold Zborowski o di Paul Guillaume degli artisti napoletani. Ebbene, l’idea di organizzare un’esposizione delle tele di Salvatore Maria Sergio, famoso principe del Foro penale e pittore di smisurato talento, fu proprio di Pironti, perché, affermava, che aveva da sempre creduto di cogliere il senso del processo creativo nella dimensione culturale che gli era propria e gli consentiva di produrre opere meditate, introspettive, mai superficiali, e di respiro europeo.

L’allestimento, invero fu singolare (i quadri non furono collocati secondo il consueto schema espositivo in linea orizzontale, l’uno a distanza dall’altro, ma su tutta la superficie delle pareti, dall’alto in basso, e senza cartigli con i titoli: i quadri debbono parlare da soli, affermava Matisse) fu suggerito da una vecchia fotografia dell’esposizione di quadri di pittori della cosiddetta “Scuola di Parigi” - Modigliani, van Dongen, Vlaminck, Pascin, Marquet, Derain e via dicendo! - svoltasi negli Anni Venti del secolo scorso, nella Ville Lumière, nella sede della casa produttrice di pastelli, ancora oggi, a circa due secoli dalla morte del fondatore, in esercizio, e di cui il più celebre cliente fu Edgar Degas, che mostra i quadri disposti su tutta la superficie delle pareti: al tempo, naturalmente, procurò la sorpresa dei visitatori.

Al vernissage, alla presenza di pittori e scultori di fama, tra cui Elio Washimps e Giuseppe Pirozzi, critici d’arte, giornalisti, avvocati di grido e alti magistrati, e una gran folla di estimatori, presero la parola, il notissimo giornalista Luigi Necco, scomparso da anni, il poeta e scrittore Ettore Capuano, Maurizio Vitiello della Sovrintendenza Museale, il famoso critico d’arte Paolo Perrone Burali d’Arezzo, e la scrittrice Maria Roccasalva, illustrando da diversi versanti il significato e il valore dell’opera di Sergio.

Orbene, passando in rassegna le opere selezionate per la mostra, che ebbe luogo nello storico Palazzo Ruffo di Bagnara, a Napoli, subito risultò chiaro che la costruzione disegnativa dalle repentine accensioni di chiara matrice espressionista, idonea a scardinare il grazioso, l’appagante, e il ductus coloristico violento, in parte modulato dall’attenzione al linguaggio dello stesso Bonnard o di Edouard Vuillard o di Kees van Dongen, ma rielaborato in chiave di assoluta autonomia culturale, costituivano il fil rouge che legava fra loro le opere prodotte da Sergio negli ultimi anni.

Insomma, apparve immediatamente la programmatica disposizione intellettuale al superamento della realtà, per la ricerca “interna” nei ritratti come contrappunto di ciò che soltanto apparve: osservando all'epoca, per fare soltanto qualche esempio, i penetranti Autoritratti dalla straordinaria intensità psicologica, La Donna del marinaio: l’attesa, il Flautista Bàtalo, il ritratto di Raffaele Viviani, che scavalcava e superava i moduli della ritrattistica tradizionale, l’Hommage à Jean Giraudoux, l’Operaio metallurgico, eccezionale esempio di capacità introspettiva e di virtuosismo tecnico. Al riguardo, anche a me non sembrò enfatico ripetere (qualche critico già l’aveva riferito a proposito di Salvatore Maria Sergio) ciò che fu detto dei ritratti del pittore settecentesco Vittore Ghislandi, più noto come Fra Galgario: “non si può sostenere che i suoi ritratti manchino d’anima per sembrare vivi, giacché sanno vivere anche senz’anima” .

Questo, anche nell’abbandono, anzi nel rifiuto, della rappresentazione del paesaggio di gusto biedermeier, peculiare di gran parte della produzione tradizionale, calligrafica, ripetitiva, oleografica, e pure sottomessa ai condizionamenti del mercato, specialmente quello legato alla parte meno avveduta della borghesia. Infine, le Nature morte dall’inequivocabile antinaturalismo, invece permeate da un’intenzione astratta, metaforica, resa con una materia ricca e densa di suggestioni.

Alla fine, poiché seguivo da decenni l’attività di Salvatore Maria Sergio. al quale mi legava antica amicizia, ancora oggi posso affermare, respingendo ogni tentazioni di piaggeria, che la mostra fu l’ultimo episodio di grande importanza nel fastoso percorso della sua arte, certamente destinata a un ulteriore sviluppo se Atropo non avesse prematuramente reciso la sua preziosa vita.

Questi i miei veri autentici maestri di vita. 

https://www.youtube.com/watch?v=HAQtWKRFbMU&t=843s


 

Tutti i racconti

0
0
9

Vacanze in America

Route 66 1di 2

07 May 2024

Quest’anno ho deciso di trascorrere l’estate negli USA. Voglio provare l’ebrezza di correre lungo la strada più famosa al mondo, quella che ha fatto la storia, che ha inventato il mito dell’America, la Route 66, 3755 chilometri da Chicago a Santa Monica in California attraverso 8 stati, la mia [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

0
0
5

Agua teñida

07 May 2024

Agua teñida Agua teñida en mi sangre. Vamos, pasión por ti. Negro Fluido Mi caballo me tira al suelo No me levanto del polvo Enfermo de amor De tus besos De tus muslos De tus senos Y tu mi amigo recordar Es agua teñida Si te entra Él querrá quedarse allí Acqua tinta nel mio sangue. Accende, [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

0
0
3

Senryu

07 May 2024

la monachella sul cavolo s'adagia - prossimo pranzo Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

6
7
67

La Rapina

06 May 2024

I tre uscirono dal banco dei pegni armi in pugno. La soffiata ricevuta da Q era giusta. M stringeva al corpo la borsa sfilata al gestore. “Molto stupido prendere la pistola dal cassetto” pensò J. “Poteva cavarsela con poco invece che con un buco in fronte.” [pubblicato originariamente sull'account [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Patapump: oppss un buco in fronte...proprio non ci voleva 😎
    ammazza è proprio [...]

  • Lawrence Dryvalley: Grazie Riccardo! Mi diverto un po' con tutti i generi; mi trovo a mio agio [...]

0
3
11

Haiku

06 May 2024

hanami passa - come bei coriandoli cadono fiori Laura Lapietra©

Tempo di lettura: 30 secondi

1
6
11

Vi racconto "La mia Nascita" e come è nata la relativa poesia umoristica

Dai racconti di mia madre.

06 May 2024

Quando venni al mondo, primo di tre figli, partorito in casa al Parco Cis 299, pesavo un chilo e ottocento grammi. Ero scheletrico. Mia mamma piangeva e si disperava per questa situazione. Non bastava ciò, per disperarla, ma si aggiungeva anche il pessimismo del medico curante il quale non dava [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
6
21

IL COWBOY GIGANTE

06 May 2024

IL COW-BOY GIGANTE Ai tempi di Kyzmiaz, cioè quando ero un adolescente difettoso, sognavo tanto, sì sognavo come un matto. Alcuni erano sogni ripetitivi, sognavo spesso cascate o spiagge, oppure di volteggiare in una pioggia di fiori o di volare. Certuni erano terribilmente statici come "il [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

3
2
12

Haiku

05 May 2024

olive verdi - in quel vecchio frantoio l'oro di terra Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

2
4
22

Il sorriso di Alex

Prequel non vincolante ai racconti sui "Sorrisi"

05 May 2024

(Soundtrack suggerita, senza vincoli perché la libertà è sacra e carburante per racconti come questo: “Rebel rebel” by David Bowie) 17 giugno. Mi avevano detto essere un periodo perfetto per venire in Germania, così sai cosa, caro diario? Ho caricato tutti i miei risparmi - poca roba, credimi [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • An Old Luca: Un mio ex supercapo (ignorante e, si supponeva, raccomandato) in un'occasione [...]

  • Zio Rubone: Complimenti, Nomad. Anche ionoto nel tuo linguaggio una maggiore serenità. [...]

3
12
31

Letture da metropolitana

05 May 2024

Ci sta un posto qui vicino dove l’afa non dà noia perché il canto del ruscello puoi raccogliere e tenere dentro Ci sta un posto poco noto dove il buio si sopporta perché suona il violoncello una piccola ragazza bruna Ci sta un posto molto strano dove piangere fa bene perché sgorgano risate [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • stapelia: Grazie a tutti!

    Caro Giuseppe Scilipoti. Le tue parole colpiscono [...]

  • L’esilioDiRumba: Molto piacevole come lettura e ritmo a mio parere musicale. C'è [...]

3
5
31

il libraio

04 May 2024

La stanza era immersa nel buio. Un lieve chiarore illuminava la scrivania dove un uomo era chino su un grande libro aperto, intento a decifrare i complicati geroglifici che componevano il testo. L’aria era viziata e c’era un odore intenso e sgradevole di fumo stantio. Sul tavolo un posacenere era [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lo Scrittore: Stapelia = quando comincio a scrivere parto sempre da un luogo, un punto descritto [...]

  • Rubrus: Ho letto sia l'osservazione di PT sia la tua riposta e condivido l'una [...]

2
3
18

Haiku

04 May 2024

vento d'autunno - su panchina di legno lieve fruscio Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

Torna su