La città è sempre più deserta e desolata, i negozi sono quasi tutti chiusi, Sofia e Mattia sono partiti per il loro villaggio turistico e mia sorella è dispiaciuta perché lui è troppo piccolo e si sta perdendo tutte le baby dance. L’ho consolata dicendo che avrà tempo per recuperare nei prossimi anni.
Ogni tanto chiama mia madre e parla male di Isabella e delle sue figlie. Ogni tanto chiama Isabella e parla male di mia madre, che è insofferente nei confronti delle sue figlie.
Ieri sera sono uscita dal lavoro felice perché tra poco inizieranno le vacanze anche per me. Non avevo nessuna voglia di buttarmi nella metropolitana appiccicosa e maleodorante, così mi sono incamminata verso casa, nonostante il mio tacco 12: meglio qualche vescica e un callo sul mignolo che la metropolitana ad agosto.
Ero in corso Magenta, c’erano solo poche auto, nessuna bicicletta, nessun passante. Nessuno tranne lo strano ragazzo dall’altra parte del marciapiede. Aveva i capelli biondo rossiccio, una maglietta un po’ sudicia, i pantaloncini da calciatore e dei calzettoni neri. Eravamo solo io e lui nella strada e mi fissava con insistenza. E ammiccava.
Ho fatto finta di niente e ho accelerato il passo, per quanto mi consentissero i miei tacchi 12. Per la verità, i piedi hanno iniziato a scivolarmi in avanti e i mignoli a urlare di dolore, mentre venivano stretti nella punta.
Niente da fare, il tipo mi seguiva, poi con la coda dell’occhio l’ho visto attraversare.
Ho accelerato ancora di più e ho iniziato a cercare il cellulare nella borsa.
“Mino, c’è un tipo che mi segue, sono in corso Magenta, devi venire subito!” ho urlato nel telefono prima ancora che lui rispondesse.
“Cosa???” ha chiesto Mino, che aveva sentito solo l’ultima parte del discorso.
Ho ripetuto la frase e gli ho detto di fare in fretta perché il tipo era sempre più vicino. Ho attraversato la strada.
“Ma chi é?” ha chiesto Mino sempre più perplesso.
“Non lo so chi è, devi venire subito, capisci??? SUBITO!!!”
Speravo che il tipo, sentendomi parlare al telefono, desistesse, invece niente, io avevo attraversato la strada e lui dietro, che attraversava ancora e adesso era sempre più vicino.
“Mino devi fare in fretta, devi arrivare adesso,” ho detto e probabilmente i miei mignoli stavano sanguinando, mentre mi guardavo intorno e cercavo disperatamente un negozio aperto, un essere umano che incrociasse la mia strada.
Finalmente l’ho vista: era una gelateria ed era aperta. C’era anche una famiglia seduta fuori che mangiava il gelato.
Con il tipo quasi addosso, sono arrivata alla gelateria e mi sono tuffata dentro. Per fortuna il tipo non ha osato entrare, è rimasto fuori, davanti alla vetrina, accanto alla famiglia che mangiava il gelato e ci guardava un po' sbalordita.
Ho spiegato frettolosamente a Mino dov’ero e gli ho detto di venire a prendermi lì.
“No, no, non voglio il gelato!” ho poi detto al ragazzo dietro il banco, che stava già prendendo un cono. “Sono entrata solo perché quel ragazzo mi segue!” ho detto, indicando sfacciatamente, col dito, il tipo fuori dalla porta. “Ora viene mio marito a prendermi”.
Il ragazzo ha annuito con faccia perplessa.
“Va bene, va bene, stai pure qui,” ha detto. Poi, ripensandoci, mi ha proposto: “Se vuoi provo a parlarci io”.
Ho sorriso: anche in agosto si trovano persone gentili.
“Oh sì, grazie!”
Il gelataio è uscito e si è rivolto al tipo che, da fuori, continuava a guardarci.
“Perché la segui?”
“Perché mi piace, sono lesbica.”
Da dentro il negozio sono rimasta perplessa, credendo di aver capito male.
Il gelataio è rientrato, passandosi una mano sul viso sconvolto.
“E’ una donna,” ha detto. “Dice che è lesbica.”
Siamo rimasti a fissarci per qualche minuto, tutt’e due ripensavamo alla scena e cercavamo di capirci qualcosa. Poi lui è scoppiato a ridere e ha riso per cinque minuti buoni.
“Ora tuo marito arriva e scopre che è una donna!!! Che conquista hai fatto!! Chissà come ci resta!!!”
Ho iniziato a ridere anch’io e poi ho guardato fuori. La lesbica era immobile e continuava a fissarmi con espressione adorante.
“E’ ancora lì fuori,” ho detto e mi veniva da ridere ancora.
“Ormai sta lì fino a quando arriva tuo marito!”
La famiglia che mangiava il gelato fuori dal negozio guardava sbalordita noi e lei.
Dieci minuti più tardi è arrivato Mino, arrabbiato e sbuffante, che continuava a non capire perché diavolo l’avessi fatto uscire così precipitosamente.

Tutti i racconti

4
4
24

Cose che capitano solo a Natale

25 December 2025

Nel camino di una casa c’è qualcosa che lo intasa. Non può essere la neve, quella scesa era lieve. Non può essere il carbone, se bruciato va benone. Sto pensando che è Natale, sarà mica un animale? Non si sa che cosa sia, però il fumo non va via. Ci si sente una gran voce, ma non pare sia feroce. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

11
10
171

Procopia e il Cervo - 2/2

ovvero bisogna sempre leggere con attenzione

25 December 2025

«Ecco qui» disse Procopia. «“Come trasformare un cervo volante in rospo”: andrà bene. Tanto poi so come cavarmela». Il principe-bacherozzo cercò invano di protestare, ma la principessa non ci fece caso: nessuno dà mai retta agli insetti, neppure ai Grilli Parlanti, figuriamoci poi alle blatte. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Letto e riletto volentieri. Una favola degna di Gianni Rodari. Simpatica, dolce, [...]

  • Dax: Moolto carino.Like allo smeraldo 😊

8
6
37

Una storia dal Polo Nord

24 December 2025

Era il 24 dicembre. In Lapponia, tutti gli gnomi erano indaffarati per finire gli ultimi doni mentre cantavano a squarciagola i canti di Natale. (Hai mai provato a cantare mentre fai un pacchetto? Guarda è una cosa difficilissima, eppure a loro riesce benissimo.) Intanto Babbo Natale, sprofondato [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

10
6
177

Procopia e il Cervo - 1/2

ovvero bisogna sempre leggere con attenzione

24 December 2025

C’era una volta, in un paese non troppo lontano, una bambina che si chiamava Procopia. Procopia viveva felice in un castello col tetto tutto d’oro zecchino insieme al padre, Re Paciocco, e alla madre, Regina Carina. Il Conte Stellario abitava giusto dirimpetto. Egli desiderava tantissimo per il [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

7
6
45

Maria o della Natività

23 December 2025

Milano non dormiva mai. I tram correvano sui binari, i Navigli brillavano di luci sospese e i grattacieli riflettevano il cielo notturno. Maria, stanca e affaticata, camminava accanto a Giuseppe che la sorreggeva, avvolta in un cappotto consumato. I suoi occhi nocciola, profondi e calmi, sembravano [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • An Old Luca: Bravo Dario
    e con l'occasione
    un augurio di feste serene per tutti [...]

  • Davide Cibic: Scritto bene, è un racconto che ha un ritmo e un incedere inesorabili. [...]

6
3
25

Il Valore del Donare: Le Radici di una Vita di Generosità

Genitori, insegnate ai vostri figli il valore della vita e del donare e non il valore di un cellulare.

23 December 2025

Da piccolo, vivendo a Chiaiano, un paese ricco di vegetazione, a pochi chilometri da Napoli, che per molti era sinonimo di salubrità, oggi deformato, umiliato, dalle varie costruzioni che ne hanno deturpato l'ambiente e dove gli abitanti non respirano più aria pura ma polvere di cemento. Negli [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Gennarino: Gentile Paolo grazi di cuore, Un caro saluto dalla mia stupenda Napoli.
    Buone [...]

  • Maria Merlo: Tanta dolcezza e verità. Bravo!

9
13
72

GOLDEN COCOA

22 December 2025

Alex occupa la sua solita postazione accanto alla vetrata della Praline, la piccola pasticceria del paese dove vive e della quale è cliente abituale. Osserva distratto i passanti seguire col naso l'aroma di vaniglia che invoglia ad entrare. Oggi la neve spray ricopre quasi per intero la vetrata [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Smoki: Grazie Andromeda!
    Se non c'è un tocco positivo, non mi sento [...]

  • Dax: carino. ci vuole un po' di fedeve magia.Like

3
6
35

La stanza numero 49 - 3/3

22 December 2025

Ripenso a quello che è accaduto sabato, appena poche ore fa, eppure già mi sembra lontanissimo, come se appartenesse a un’altra vita. Avevo chiesto a mia sorella Maria di prepararmi una piccola borsa per un breve viaggio. Era un gesto innocente, naturale, che non le diede alcun sospetto. Poi andai [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
33

La stanza numero 49 - 2/3

21 December 2025

Ricordo quando il 4 agosto del 1935 arrivai alla piccola stazione di Brancaleone. Il treno sbuffò via lasciandomi in mezzo a un caldo secco, meridionale, che pareva venire dalla terra stessa. Avevo con me due valigie—più libri che vestiti—e addosso la condanna a tre anni di confino. La mia colpa [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
3
33

Il campo da calcio

21 December 2025

Il giorno in cui tornai al piccolo campo da calcio, e sentii di nuovo il fruscio degli alberi mossi dal vento, mi tornò alla mente qualcosa che avevo dimenticato da anni. Era proprio quel campo: il campo sportivo del paese dove è nata mia madre, Moliterno, un paese arrampicato sulle montagne della [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto di una dolcezza struggente, bravo.

  • CarloAnti: Grazie ma il suo spessore malinconico deriva da eventi autobiografici che conservo [...]

2
2
34

La stanza numero 49 - 1/3

20 December 2025

Salgo lentamente le scale dell’albergo. La mano scivola sul corrimano di legno, levigato da anni di passaggi: per un istante mi trasmette un calore piacevole. Mi hanno consegnato la chiave senza esitazioni, come se questa fosse una stanza qualunque, in un sabato d’agosto come tanti. Io invece so [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
2
38

COABITAZIONE - 2/2

Momenti di convivalità tra nonsense e umorismo

20 December 2025

Quel che sia, non la si sopravvaluti, la coabitazione, che è ben distante dalla convivenza. Coatti o signorili siano quelli che la praticano, la base di ogni coabitazione è la condivisione, coatta o meno. Ragioniamo sul dualismo, vi è un’innegabile differenza qualitativa: nella convivenza si condividono [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like
    la seconda ed ultima parte di questo racconto segna una netta discontinuità [...]

  • Davide Cibic: Ciao Paolo,
    ad accennare all’amore in genere non si sbaglia. Parlarne [...]

Torna su