Pietro guardava dall'altra parte del grande specchio trasparente, gli ultimi arrivati.


Tra qualche minuto sarebbe stato il turno di Ernesto, quello seduto in prima fila, arrivato alle 8 del mattino. Era un signore distinto, sulla quarantina... 43 anni, 3 mesi e 5 giorni. Si recava al lavoro. Il suo ufficio era a circa cinquecento metri dalla sua abitazione, dall'altro lato della strada, dove passava la linea del tram. Come sempre si era incamminato di buon passo, ma una telefonata lo aveva raggiunto mentre attraversava. "Come? Come dici? Non sento, alza un po' la voce...".
Si era distratto un attimo e il tram lo aveva preso in pieno: il telefonino gli era entrato nella testa e non gli aveva dato scampo.


La sala d'aspetto era abbastanza anonima. I colori erano stati scelti dall'Architetto, e tutto era ispirato alla prima classe di un treno extra lusso: un treno per un viaggio senza ritorno.
Le comode poltrone, rivestite di velluto verde-azzurro, erano completamente orientabili e comodissime. 

 

Rachele, la seconda a destra, aveva ancora il cappello, come si addice alle signore eleganti.
Era una stilista di moda, arrivata esattamente alle 10, 20 minuti e 43 secondi: insegnava alle sue modelle a scendere una splendida scalinata di marmo bianco, ma il tacco 12 si era spezzato all'improvviso e lei era precipitata per tutta la scalinata, rompendosi l'osso del collo sul blocco di marmo destro, che delimitava l'inizio della scalinata.


La terza era Geltrude, una splendida mora alta e formosa. Lavorava nell'entourage del presidente e ne coordinava e organizzava la sicurezza. La folla durante il discorso era in delirio e tutti applaudivano e scandivano slogan e cori. All'improvviso un esagitato spuntò da destra con la pistola in pugno e riuscì ad esplodere due colpi prima che la sicurezza potesse bloccarlo: Geltrude stramazzò al suolo... aveva salvato il Presidente, prendendosi entrambe le pallottole in pieno petto. Erano passate da poco le 14.


Samantha era arrivata da pochissimo, intorno alle 18. L'avevano estratta dalle macerie e aveva ancora il libro in mano. Il soffitto della sala grande della biblioteca imperiale era crollato, trascinandosi tutte le scaffalature in metallo e tutti i grossi volumi in esse contenuti. La violenza dell'impatto e il peso avevano sfondato anche il pavimento e tutta la biblioteca era implosa su se stessa. Samantha era stata la prima vittima estratta. Pietro se ne aspettava altre ancora, ma per il momento, vi erano solo molti feriti, di cui almeno un paio, molto gravi. 

 

Aguzzò lo sguardo: c'erano ancora poltrone a sufficienza e poi, a breve, si sarebbe liberata quella di Ernesto. 

 

27/04/2017 Lecce

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