“Ciao Marvesa”. “Ciao Linton, dove vai di bello?” “Vado al mare, che mi fa paura. Ma toccherò le onde soltanto con gli occhi. Mi immergerò in pensieri atlantici e lontani.” Marvesa lo guardò curiosa, e nel contempo accavallò le gambe sedendosi sul muretto. Aveva mutandine rosse piuttosto provocanti. “Adesso che ci penso, il mare non è l'unica cosa che mi incute timori indefinibili. L'altra, me la stai facendo vedere tu.” Marvesa arrossì di piacere. Era brava in questo. Ma finse di non capire: “Di che parli?” “Lo sai benissimo. E' quella cosa che voi donne mostrate solo ai vostri amanti. E che a me hai fatto appena intravedere.” Allora, Marvesa decise di sfidarlo: “Portami al mare con te e ti dimostrerò che ti sbagli, anche tu puoi sedurmi, se vuoi. Fu così che in un giorno abbacinante di sole i due aspettarono la corriera dell'Adriatico con le borse la spiaggia piene di creme abbronzanti, mazzi di carte, bottiglie di tè teli di spugna e fremiti nascosti sotto le pesche. Presero posto proprio dietro l'autista, perché volevano godersi il panorama. Già dai colli Euganei iniziarono a sentire odore di salmastro. Era la suggestione, ovviamente, ma che si può rimproverare a due ragazzi alle soglie della vita? Il viaggio fu divertente, con il vociare allegro dei passeggeri e le canzoni dell'estate che uscivano a getto dall'autoradio. Quando finalmente videro l'acqua e le lagune, l'eccitazione salì alle stelle. Faceva quell'effetto il mare, se ci si andava con una bella bionda  fresca come una rosa di maggio. Si cambiarono dietro le canne. Questo diede modo a lei di esibire il seno piccolo ma ben fatto, ed a lui di perdere del tutto i sentimenti e la ragione. Tra i cavalloni fu ancora meglio. Marvesa, che non temeva l'acqua, non sapeva nuotare. Linton, che non ne aveva paura, conosceva il crawl, il dorso, il farfalla.... quindi dovette di buona grazia sorreggere la compagna ed insegnarle i primi rudimenti. Ciò gli dette il destro di toccarla fugacemente un po' dappertutto, ritrovandosi con una reazione difficile da gestire e scandalosa da mostrare. Per fortuna, l'acqua era calda ed il vento mitigava l'afa. Uscirono dopo l'ultimo bagnante, perché il ragazzo era ancora in quello stato indecente, ma piacevole. Ormai aveva il cervello in acqua e guidò Marvesa verso una capanna di pescatori, fatta di pali e nylon verde. Ma lei si liberò con uno strattone e  corse dietro alle dune. In quel momento, Linton credette di essere stato preso in giro. Stava rivivendo una ferita ancora aperta, di quando Ester lo aveva irretito per poi scappare a casa ridendo come una pazza. Comunque, cercò la ragazza al di là dei cumuli di sabbia. Lei lo aspettava a braccia aperte. Liberarsi dei costumi fu un lampo, cui seguì una tempesta di baci, sudore, odori di mare e corpo. Il cielo era sottosopra, Marvesa sentì le onde muoversi dentro il suo corpo. Tutto durò un attimo, un mese, un milione di anni. Gli stessi che erano trascorsi da quando la prima coppia aveva scoperto le gioie dell’amore. Per Linton, fu un'esperienza nuova, perché gli sembrò di far l'amore anche con la natura selvaggia che avevano attorno. Erano attorcigliati l'uno all'altro, ed entrambi al  mondo, con l'alta marea che montava accompagnandoli a tempo. Poi stettero stesi fianco a fianco, attesero entrambi di tornare dal posto, solo tuo, dove ti porta l'orgasmo, se è di quelli sinceri. Ma bisognava muoversi. L'ultimo autobus stava per partire. Corsero a perdifiato e riuscirono a prenderlo al volo. Ora, qualsiasi discorso poteva essere troppo. Fu solo dopo mezz'ora di strada che Marvesa chiese, con un candore insospettabile: “Allora? Hai ancora paura del mare e dell'amore?” “ Più di prima.” Rispose lui, “E' troppo bello per non averne.” Lei ci rimase un po' male. Si era immaginata una risposta  diversa, tipo “No. Ora li adoro”. Linton, comunque, era stato un amante meraviglioso. Chiuse gli occhi, mettendo la testa sulle gambe del ragazzo, e sognò che dal suo ventre usciva l'acqua, tanta acqua dolcemente salata.

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GOLDEN COCOA

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22 December 2025

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21 December 2025

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21 December 2025

Il giorno in cui tornai al piccolo campo da calcio, e sentii di nuovo il fruscio degli alberi mossi dal vento, mi tornò alla mente qualcosa che avevo dimenticato da anni. Era proprio quel campo: il campo sportivo del paese dove è nata mia madre, Moliterno, un paese arrampicato sulle montagne della [...]

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La stanza numero 49 - 1/3

20 December 2025

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COABITAZIONE - 2/2

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20 December 2025

Quel che sia, non la si sopravvaluti, la coabitazione, che è ben distante dalla convivenza. Coatti o signorili siano quelli che la praticano, la base di ogni coabitazione è la condivisione, coatta o meno. Ragioniamo sul dualismo, vi è un’innegabile differenza qualitativa: nella convivenza si condividono [...]

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IL NUMERO UNO

19 December 2025

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18 December 2025

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17 December 2025

Cominciò tutto nel più classico e romanzesco dei modi, vale a dire il ritrovamento di un manoscritto. Mi trovavo all’interno di un negozio di libri d’antiquariato in piazza Vittorio Veneto a Montecatini Terme, a pochi passi da casa mia. Ero in cerca di un’edizione rara dello “Scannatoio” di Zola [...]

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Se fossi Cecco e non lo sono

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Ah, se fossi poeta! Direi che se la tua voce si potesse sniffare sentirei vaniglia dolce e leggera, rosa suadente, caffè caldo e forte e rum capace di ammaliare! Si potesse bere come Passito ne terrei un bicchiere per un pomeriggio intero, s'assaggiasse ne sarei goloso come torte di ottimo pasticcere. [...]

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