Quando annunciarono che Splinder sarebbe morto il 31 gennaio 2012, la blogosfera reagì come una zia davanti alla chiusura del suo parrucchiere di fiducia:
“Ma no dai, sarà una pausa estiva.”

“Impossibile” dicevano i superstiti del blogroll, mentre aggiornavano il contatore visite che segnava 12, anche se erano 3 (nove dei quali erano loro stessi che ricaricavano la pagina per vedere se qualcuno commentava).

Ma il comunicato non sbagliava: c’era la data, precisa come un orario Trenitalia (cioè, “teoricamente” precisa) e una frase asciutta, tipo telegramma da barista in sciopero:
“Il bar sotto casa chiude. Portate via i vostri ricordi.”
Tradotto: “Chiudiamo. Prendete i vostri glitter e andate in pace. Amen.”

La comunità si mise a impacchettare come in un trasloco fatto con le scatole del panettone:

  • Template con stelline che scendevano come lacrime di unicorno depresso.
  • Contatori che mentivano come politici in campagna elettorale, ma almeno lo facevano con stile.
  • Commenti del 2007, ancora freschi come yogurt scaduto ma affettuoso: “Bellissimo post! Passate sul mio blog!”– firmato da un account sparito nel 2009 con l’ultimo post “Scusate il silenzio, ma ho la connessione a 48k.”

Non c’erano widget né plugin moderni li. Solo HTML nudo e crudo, compilato a mano come una lettera d’amore inviata con la posta a cavallo.
Scrivere su Splinder era come costruire un grattacielo con gli stuzzicadenti: se non crollava, eri un genio; se crollava, pure!
Si copiava codice da siti americani pieni di speranza (e pop-up di Xanga), si incollava alla cieca e si pregava che non esplodesse tutto.
Se il blog spariva? Bastava un div in meno, una bestemmia sussurrata, e tornava come un gatto che ha sentito aprire la scatoletta di tonno.

Era l’epoca in cui imparavi a programmare per sbaglio, mentre cercavi solo di far cadere un fiorellino dal cielo.
Ogni blog era un laboratorio segreto: un po’ poesia, un po’ elettricista, un po’ “non so cosa sto facendo ma funziona.
L’HTML odorava di caffè, insonnia e disperazione. Eppure funzionava. Sempre.

Dove andiamo ora?” chiedevano i poeti pendolari, quelli che postavano ovunque come se il web fosse un autogrill infinito.
Blogger? WordPress? Tumblr?
Passare da Splinder a WordPress era come trasferirsi da un ostello a un hotel a cinque stelle: all’inizio ti senti importante, poi scopri che devi pagare per il minibar.
Sembrava l’esodo di una piccola città dopo un’alluvione: si scappava con in braccio i post migliori e gli avatar più belli, sperando che qualcuno li leggesse anche di là.

Splinder guardava tutti dalla porta. Il suo nome non significava nulla: sembrava un detersivo o un Pokémon di serie B.
“Su Splinder c’erano 400.000 blog, ma solo tre parlavano di gatti. Oggi ci sono quattro miliardi di blog, e 3.999.997 parlano di gatti. È il progresso, ragazzi.”
Nel 2008 era ancora pieno di voci. Poi arrivarono i social e fecero quello che fanno i ladri gentili: ti rubano il tempo e ti lasciano un like.
Facebook ci ha promesso connessione, ma ci ha dato solo like. Splinder ci aveva promesso stelline, e almeno quelle le ha mantenute.”

Il giorno della morte, alcuni fecero una veglia digitale. Postavano un ultimo messaggio: “Grazie, è stato bellissimo.”
Qualcuno scrisse: “Qui si leggeva davvero.”
Splinder era un bar di provincia sul web: tavoli storti, caffè discutibile, ma la gente si sedeva e parlava.
Blogger, invece, era già un condominio: stabile, sì, ma con porte blindate e regolamento in ascensore.

Io, quel giorno, presi il mio blog come si prende un gatto che non vuol salire nel trasportino.
Lui graffiava, io piangevo un po’.
“Dai,” gli dicevo, “di là c’è la pappa.
“Di qua c’era casa” mi rispondeva lui. E aveva ragione, maledetto felino digitale.

A mezzanotte e un soffio, Splinder fece quello che fanno i vecchi signori beneducati: spense le luci senza far rumore.
Nessun crash spettacolare, nessun addio epico. Solo un’interfaccia che non si caricava più, come una sala che ti lascia seduto nel buio a ricordare dov’era il palco.

Ogni tanto, ancora oggi, se chiudo gli occhi, sento un pling di commento che arriva tardi, come un treno fantasma.
Chissà chi ha scritto; magari qualcuno che non leggeva mai e ora si vergogna.

E se…
Ogni tanto qualcuno si chiede: “E se Splinder tornasse?”
Ma tornerebbe come MySpace: lucido, vuoto, senza anima. Un museo interattivo dove i visitatori scorrono vecchi blog con l’audio spento.
E Splinder, da lassù, sghignazza: “Ve l’avevo detto, glitter a parte, che ero meglio io.”

Tutti i racconti

2
1
29

Il gatto e il topo 1/2

29 December 2025

“Il mio desiderio più grande è vedere un topo che mangia vivo un gatto. Prima, però, dovrebbe anche giocarci abbastanza a lungo.” Da “Il gatto e il topo”, Elias Canetti, 1973 Non avrei mai immaginato che la mia vita potesse cambiare così in fretta. Fino a pochi mesi fa vivevo in un piccolo [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
4
40

Manuale di Zoologia Urbana

Sopravvivere tra Broensis e Ironicus

Miu
29 December 2025

PROLOGO Prima di leggere questo estratto del mio Manuale di Zoologia Urbana serve una piccola prefazione. I nomi latineggianti non sono lì per darmi un tono, ma per catalogare due tipi umani molto reali che mi capita spesso di osservare. L’Homo Broensis, per esempio, è il giovane moderno che vive [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Walter Fest: Brava Miu, ai laike iu. Che hai in porto per la prossima uscita?

  • Rubrus: Piaciuto. Credo che il primo esemplare non sia che lo stadio larvale del secondo, [...]

6
51
137

Il paese dei piccoli 2/2

28 December 2025

Il cambiamento avvenne in modo quasi impercettibile, come tutte le rivoluzioni profonde. Arrivò il compleanno di Orlan. Secondo la Legge della Statura, il giovane avrebbe dovuto iniziare a rimpicciolire a partire da quella data: un millimetro alla volta, quasi impercettibile, ma abbastanza per [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Walter Fest: Lorenzo, mi dispiace non sono assolutamente d'accordo con te. la pace non [...]

  • Walter Fest: Far passare per normalita' il messaggio che per risolvere le questioni [...]

4
10
52

Nuovi Orizzonti - La consegna

Dax
28 December 2025

Max era affondato sulla poltroncina della cabina di pilotaggio, lo sguardo perso nel vuoto interstellare. La sigaretta elettronica sbuffava vapore viola che gli velava il volto. Doveva trovare un modo per salvare la creatura nella cassa… e sé stesso dalla Space Force. Non era affar suo, eppure [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Mi accodo ai complimenti e ai fan di "nuovi Orizzonti"... We want [...]

  • Dax: @MarcoFanta.Grazie, errori di battitura sfuggiti. "trasalì" [...]

3
5
43

Il paese dei piccoli 1/2

27 December 2025

C’era una volta un mondo in cui il tempo scorreva al contrario. Non era il passato a farsi più lontano, né il futuro a venire incontro: erano le persone a rimpicciolire, anno dopo anno, recuperando a ritroso ogni stadio della loro crescita. Così, chi aveva accumulato saggezza ed esperienza non [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Maria Merlo: Una prima parte davvero accattivante. Brava.

  • GiuliaCango: GRazie di cuore a tutti e a tutte per i commenti... mi piacerebbe fosse letta [...]

4
2
217

E tu, tu mi pensi mai?

27 December 2025

Ti ho pensato, sai? Ti ho pensato così spesso che a volte mi sembravi vero, mi sembravi intero, in carne ed ossa. Mi sembravi in piedi di fronte a me, col tuo odore e il tuo fiato dentro al mio. Mi sembravi vivo, si. Eri vivo. Eri così vivo che ad un certo punto ti ho stretto forte, ti ho abbracciato. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
5
35

L'Oltre

26 December 2025

D’amore e d’odio, sublimati e coscienti, vive la mia sfera. Luce e ombra si contendono il pensiero fatto materia. Ho perso la crisalide per superare ogni tempo e visitare ogni spazio. Non mi cruccio se gli dei mancano all'appuntamento. Procedo col mio bagaglio senza aspettare il treno. Corro spedito, [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

2
2
34

La Statistica

26 December 2025

Che Adelmo avesse qualche rotella fuori posto lo pensavano in tanti, ma dopo ciò che accadde non ci furono più dubbi. Quando andava in centro gli capitava di incontrare quei gruppetti di persone che “giocano” alle tre campanelle, nota truffa studiata ai danni dei turisti. Lui passava delle mezz'ore [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • VittorinaPerbo: Bel racconto che parte con tutta la serietà di un esperimento di un [...]

  • Rubrus: Mi ricordo un episodio, cui non ho assistito direttamente, ma riferito da persona [...]

6
5
37

Cose che capitano solo a Natale

25 December 2025

Nel camino di una casa c’è qualcosa che lo intasa. Non può essere la neve, quella scesa era lieve. Non può essere il carbone, se bruciato va benone. Sto pensando che è Natale, sarà mica un animale? Non si sa che cosa sia, però il fumo non va via. Ci si sente una gran voce, ma non pare sia feroce. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

11
11
187

Procopia e il Cervo - 2/2

ovvero bisogna sempre leggere con attenzione

25 December 2025

«Ecco qui» disse Procopia. «“Come trasformare un cervo volante in rospo”: andrà bene. Tanto poi so come cavarmela». Il principe-bacherozzo cercò invano di protestare, ma la principessa non ci fece caso: nessuno dà mai retta agli insetti, neppure ai Grilli Parlanti, figuriamoci poi alle blatte. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dax: Moolto carino.Like allo smeraldo 😊

  • Lawrence Dryvalley: Rinnovo like. Rileggendo il mio precedente commento, forse non sono stato molto [...]

8
6
45

Una storia dal Polo Nord

24 December 2025

Era il 24 dicembre. In Lapponia, tutti gli gnomi erano indaffarati per finire gli ultimi doni mentre cantavano a squarciagola i canti di Natale. (Hai mai provato a cantare mentre fai un pacchetto? Guarda è una cosa difficilissima, eppure a loro riesce benissimo.) Intanto Babbo Natale, sprofondato [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

11
7
185

Procopia e il Cervo - 1/2

ovvero bisogna sempre leggere con attenzione

24 December 2025

C’era una volta, in un paese non troppo lontano, una bambina che si chiamava Procopia. Procopia viveva felice in un castello col tetto tutto d’oro zecchino insieme al padre, Re Paciocco, e alla madre, Regina Carina. Il Conte Stellario abitava giusto dirimpetto. Egli desiderava tantissimo per il [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: Bello Bello.Like

  • GianlucaEgo: Bello l inizio di questa fiaba con l aiutante che è una figura della [...]

Torna su