In quel remoto tempo dell’infinito, la distanza che separava la terra dal sole era doppia, rispetto ad oggi. E doppia era la potenza di fuoco della grande stella che, dall’origine, scandiva l’alternarsi del giorno con la notte. La terra, come tante altre terre disseminate nell’universo, era stata creata dalla Volontà Superiore per essere luogo di elaborazione e di trasformazione della spiritualità. Le varie forme di vita che l’abitavano erano immateriali e dalle forme più diverse; corpi energetici distinguibili dalla loro densità luminosa e dallo spazio che li separava dal suolo terrestre. Era il trionfo della bellezza, della purezza, dell’eterna felicità. Il dolore non aveva patria in quel mondo, dove l’armonia e il silenzio governavano incontrastati su ogni cosa.

A quel tempo gli uomini erano esseri spirituali costituiti da filamenti luminosi dalle sfumature violacee, con una sorta di lungo e sottile tubolare al centro, di un azzurro chiarissimo, alla cui estremità svettavano due enormi occhi di un color verde acqua che nel loro vedere rispecchiavano il flusso delle onde di mare. Erano spirito puro, eterno stato di grazia. Il loro compito consisteva nell’impressionare le emanazioni della bellezza circostante e della purezza per distillarne l’essenza e farne alimento e dono alla coscienza universale. L’uomo generava felicità e della felicità si nutriva l’infinito. Quest’uomo etereo non conosceva il dolore, non avendo una mente. La sua funzione era limitata alla contemplazione, all’ammirazione, e a generare flussi ininterrotti e stabilizzati di perenne godimento.

Tale processo sta alla base dell’esistenza dell’universo e della sua sopravvivenza. In casi eccezionali, che si alternano ad ogni cambio di Era, questo meccanismo subisce un blocco che ne interrompe temporaneamente il funzionamento e, in casi eccezionali, ne inverte il processo e lo scopo. Questo accade quando oscure energie dell’universo vuoto si spingono fino a forzare i confini della coscienza universale, cuore pulsante dell’infinito, per frapporsi come nero sipario fra la terra e il sole.

E così accadde che un detrito di energia oscura prodotto dalla disgregazione meccanica operata dagli agenti cosmici, abbia invertito la sua direzione espansiva per retrocedere fin dentro lo spazio siderale, per poi dirigersi e stabilirsi sul pianeta terra. Ciò che oggi definiremmo “una circostanza aliena”. 

L’energia oscura è un’entità occupante, e per non dissolversi e sopravvivere deve assolutamente insediarsi all’interno di una forma vivente, trasferendo in loco tutte le sue caratteristiche. Una fra tutte la mente, che è l’effetto della degenerazione di quello stato di coscienza addebitabile all’energia oscura nella sua fase retrograda.

Questo evento eccezionale di portata cosmica ha prodotto un tale shock da destabilizzare tutti gli equilibri energetici del pianeta, depotenziando e facendo regredire ogni fattore spirituale. Di contro la mente prese le redini del comando, in una condizione pressoché neutra, e che mantenne stabile per milioni di anni, fino poi a farsi speculativa e duale, poi frammentata, e infine relativista, con tutti gli effetti apocalittici sull’uomo e sull’ambiente che oggi sono evidenti in tutta la loro capacità distruttiva.  

 

Gianni Tirelli 

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