Le confidenze da ragazzini avevano un sapore speciale e quasi sempre c'era anche un angoletto speciale, una piccola tana dove rincantucciarsi e bisbigliare cose.

 E chissà perché, pur se innocentissime, dette così, quasi di nascosto, sapevano lo stesso di farina del diavolo e come tali deliziosamente eccitanti.

 Ricordo appunto in un angolino tale Federico. Ero in vacanza a Palermo, lui era il figlio del barbiere con negozio  limitrofo alla tabaccheria di una delle mie nonne e l'angolino era appunto nel retrobottega. 

Federico aveva la camicina a scacchi e i pantaloncini più corti del mondo ma con bretelle. Di me ricordo solo un anellino, trovato nell'uovo di Pasqua,  che ostentavo con grande sussiego. 

Glielo prestai momentaneamente  ma giusto il tempo di farmelo rimettere al dito perché ci stavamo fidanzando e lui disse che il giorno dopo ci saremmo sposati perché si faceva così, io dissi subito no, perché mi piaceva tanto la parola fidanzata ma per niente  la parola moglie, rientrava proprio fra quelle che mi suonavano brutte, tipo bistecca e, chissà perché, manichino. 

Avevo 5 anni. Non ho mai cambiato idea. "Fidanzata" tutta la vita.  Comunque con Federico mi sfidanzai a merenda. 

Oltre a insistere sul matrimonio gli  mocciolava troppo il naso. Fine della mia prima love story.

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