Io non so comunista così!
(Mario Brega – Bianco Rosso e Verdone)


 

Cesiro Maracchia prende tutte le mattine il caffè allo stesso bar, a Via Cernazza.
“Me lo fai bello nero! Nero nero!” raccomanda alla barista rumena.
Cesiro Maracchia è un uomo sulla quarantina, bello piazzato, con la testa tonda che sta sopra al corpo come una sfera più piccola su una sfera più grossa. Ha l’aspetto ordinario di un idraulico: le scarpe anti infortunio comperate dai cinesi, un giubbotto di pelle finta e la sciarpa mimetica attorno al collo. 
Mentre beve si guarda attorno con curiosità. Lappa il caffè bollente con distrazione mentre ascolta le notizie (ora si chiamano News) su TG SKY 24. Sono notizie che durano 30 secondi l’una, con una forte propensione per la cronaca spicciola, femminicidi, Gossip. Le snocciola una giornalista gnocca. Non sono più previste quelle giornaliste di un tempo: con gli occhiali fondi, la mascella squadrata. Giornaliste con la faccia ordinaria. Ora sono tutte Top Models che mentre enunciano la notizia muovono il foglio davanti a sé e tengono una gambetta piegata davanti all’altra, come la Sabina Ciuffini di Rischiatutto.
Il Ministro dell’Interno dice basta all’immigrazione di massa nel nostro Paese. Troppi e fra i tanti, molto probabilmente, gente poco raccomandabile, che viene qui con il chiaro intento di delinquere!”

Cesiro Maracchia fa la faccia nauseata. Posa la tazzina con quel che resta del caffè e dice a voce alta, per farsi sentire.
“Io a questi non li ho votati! Questi fascisti sotto mentite spoglie… questa gente senza capacità politica… questi scarti di Casa Pound io non ce li volevo! Ecco a cosa ci hanno portato: a cacciare le mamme e i bambini africani… a prendersela con i morti di fame. Questa è una guerra tra poveri! Sta gente mi fa davvero schifo! Mi chiedo dove stanno i compagni! Quella base che c’era una volta! Quella base solida che si sarebbe rivoltata a questo schifo… a questa gente di nulla!”
Fa spallucce, schifato; cerca consenso nello sguardo degli altri. Gli altri guardano ognuno la tazzina davanti a sé o si girano dall’altra parte o non lo capiscono. La barista rumena la guarda con un sorriso da Sfinge. Non si capisce cosa pensa di lui. Lui dopo questo discorso si guarda attorno come uno che ha detto la sua e che, visto che nessuno ribatte, sente di avere perfettamente ragione.
“Ma tanto lo sai che sono tutti la stessa specie! Che ti avveleni a fare!” dice uno che lo conosce bene; un tipo secco come un giunco, la barba malfatta, bianca, i denti terremotati.
Cesiro Maracchia va su tutte le furie:
“Ecco, pure tu mo non fare questi discorsi che chiamerei qualunquisti! Non devi dire che sono tutti uguali… ammazza ammazza sono tutti na razza… non cominciamo coi luoghi comuni! Al Governo gente onesta ci sta! E c’è stata! Ma noi non siamo capaci di distinguere il buono dal marcio e anzi, ti dico, ci sta pure bene che siano più marci che sani… altrimenti uno come il Gobbo non sarebbe durato tanto!” e gli dà di gomito, facendogli tanto d’occhiolino.
“Vero Professore?” fa, rivolto ad un signore attempato che prende il cappuccino dall’altra parte del locale, tenendo in mano un quotidiano.
“Come scusi?”
“No, dicevo! Basta con questa scusa del Tanto sono tutti uguali… tanto sono tutta una razza… lei non è d’accordo?” 
L’altro sorride. Posa la tazza sul bancone, avvoltola il quotidiano e si da una sistemata alla sciarpa di lana.
“Parliamo di pallone, che è meglio!” si volta e se ne va, dando un paio di piccoli strattoni al cagnolino che è poco convinto di seguirlo, visto il freddo che fa fuori.
“Lo vedi? Quello è un altro!” fa Cesiro al suo amico allampanato. Quello non capisce questa sua affermazione, ma fa finta di capirla, annuendo.

 

Poi escono e si dirigono ai furgoni che stanno parcheggiati un centinaio di metri più avanti. Cesiro Maracchia è un ambulante. Vende attrezzi; una specie di ferramenta a basso costo, con utensili anche usati ma in ottimo stato, che gli permettono di tirare avanti. Ma è una vitaccia. Deve alzarsi alle 4 del mattino e durante i pochi giorni liberi va in giro per magazzini a cercare di arrabattare merce vecchia da rimettere a nuovo, lubrificare, revisionare.
Quando è ancora ad una decina di metri dal suo furgone si arresta, mette una mano sul braccio del suo magro amico, strabuzza gli occhi.
“E adesso chi è quello?”
Si avvicina come una pantera, guardingo, passo dietro passo, come se stesse camminando in un terreno minato.
A poca distanza dal suo furgone un altro furgone, certo più malmesso del suo, con i fanalini appiccicati con lo scotch, la carrozzeria in pezzi. Un ragazzo olivastro, forse un indiano, mette in ordine giraviti e forbicioni dentro a delle cassette di plastica.
Gli si fa alle spalle.
“E tu chi cazzo sei?”
Quello si gira, come se gli avessero scoppiato un petardo alle spalle.
Gli fa un mezzo sorriso, imbarazzato. Mette le mani avanti come a calmarlo.
“Io Jossif. Mi chiamo Jossif…”
“No, dico… chi t’ha detto di metterti qua? Ma tu ce lo sai o no che io è da dieci anni che mi metto qua? Chi cazzo t’ha detto di metterti qua!” gli parla con la faccia quasi addosso.
Quello si sposta. Sorride conciliante.
“Ma dove lavora uno lavora anche due. C’è spazio e io non vende proprio proprio le cose tue…”
“Col cazzo! Guarda: che c’è qua? Forbicioni! E ce li ho pure io! Che c’è qua? Rocchetti di filo! E ce li ho pure io!! Mo vieni a dire che non vendi la stessa roba mia. Mi fai il piacere che ti levi… anzi, proprio te ne vai! Raccatta tutta sta merda e vattene proprio! Qua ci sto io! Ma come Madonna ti è venuto in mente di metterti qua! Ma tutti uguali siete? Aho, vengono qua, accattano sti quattro stracci (perché quattro stracci sono)… e si mettono a vendere per strada! Commercianti, quando fino a ieri guidavano la canoa! Ma che cazzo! Ma che per davvero?”
Si girò attorno per vedere se trovava il consenso della gente.
La maggior parte guardava negli schermi dei cellulari.
Il Professore (incidentalmente) seguiva la scena. Poi distolse lo sguardo. Diede un piccolo strattone al cagnolino, gettò il quotidiano nel cestino dei rifiuti e riprese la sua consueta passeggiata mattutina.

Tutti i racconti

3
3
9

La Rapina

06 May 2024

I tre uscirono dal banco dei pegni armi in pugno. La soffiata ricevuta da Q era giusta. M stringeva al corpo la borsa sfilata al gestore. “Molto stupido prendere la pistola dal cassetto” pensò J. “Poteva cavarsela con poco invece che con un buco in fronte.” [pubblicato originariamente sull'account [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

0
1
6

Haiku

06 May 2024

hanami passa - come bei coriandoli cadono fiori Laura Lapietra©

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Lo Scrittore: cadono fiori.... così come gli haiku, sono petali di fiori che cadono [...]

1
2
5

Vi racconto "La mia Nascita" e come è nata la relativa poesia umoristica

Dai racconti di mia madre.

06 May 2024

Quando venni al mondo, primo di tre figli, partorito in casa al Parco Cis 299, pesavo un chilo e ottocento grammi. Ero scheletrico. Mia mamma piangeva e si disperava per questa situazione. Non bastava ciò, per disperarla, ma si aggiungeva anche il pessimismo del medico curante il quale non dava [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
2
10

IL COWBOY GIGANTE

06 May 2024

IL COW-BOY GIGANTE Ai tempi di Kyzmiaz, cioè quando ero un adolescente difettoso, sognavo tanto, sì sognavo come un matto. Alcuni erano sogni ripetitivi, sognavo spesso cascate o spiagge, oppure di volteggiare in una pioggia di fiori o di volare. Certuni erano terribilmente statici come "il [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Benvenuto su LdM innanzitutto! Immagino che il testo sia un estratto dal tuo [...]

  • Mimì Colucci: Grazie per il commento, il racconto fa riferimetno allo stesso periodo di Kyzmiaz [...]

2
2
11

Haiku

05 May 2024

olive verdi - in quel vecchio frantoio l'oro di terra Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

1
3
19

Il sorriso di Alex

Prequel non vincolante ai racconti sui "Sorrisi"

05 May 2024

(Soundtrack suggerita, senza vincoli perché la libertà è sacra e carburante per racconti come questo: “Rebel rebel” by David Bowie) 17 giugno. Mi avevano detto essere un periodo perfetto per venire in Germania, così sai cosa, caro diario? Ho caricato tutti i miei risparmi - poca roba, credimi [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • stapelia: Come il mio solito, scriverò un commento al testo. Il diario di Alex, [...]

  • An Old Luca: Un mio ex supercapo (ignorante e, si supponeva, raccomandato) in un'occasione [...]

3
10
26

Letture da metropolitana

05 May 2024

Ci sta un posto qui vicino dove l’afa non dà noia perché il canto del ruscello puoi raccogliere e tenere dentro Ci sta un posto poco noto dove il buio si sopporta perché suona il violoncello una piccola ragazza bruna Ci sta un posto molto strano dove piangere fa bene perché sgorgano risate [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

3
4
28

il libraio

04 May 2024

La stanza era immersa nel buio. Un lieve chiarore illuminava la scrivania dove un uomo era chino su un grande libro aperto, intento a decifrare i complicati geroglifici che componevano il testo. L’aria era viziata e c’era un odore intenso e sgradevole di fumo stantio. Sul tavolo un posacenere era [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lo Scrittore: Patapump = eppure diventerà famoso seguendo lo svolgere della storia. [...]

  • Lo Scrittore: Stapelia = quando comincio a scrivere parto sempre da un luogo, un punto descritto [...]

2
3
18

Haiku

04 May 2024

vento d'autunno - su panchina di legno lieve fruscio Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

2
3
23

La pietra

04 May 2024

Anna gli disse che avrebbe fatto quello che le pareva: saltare nelle pozzanghere, scrivere poesie, mangiare dolci fino a crepare, dormire con i gatti e con gli uomini. Sandro rispose che non gliene fregava nulla, che, anzi, non capiva proprio perché glielo dicesse. Per lui poteva anche buttarsi [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

2
4
18

In breve racconto la Napoli Monumentale

Storia e Cultura

03 May 2024

Napoli non è soltanto una grande metropoli. ma è un gigantesco Museo a cielo aperto per architettura, con i suoi immensi e storici palazzi che vanno da Vanvitelli a Sanfelice. Monumenti di immenso ed inestimabile valore. Le sue chiese, che custodiscono patrimoni unici al mondo: quadri di Caravaggio, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Patapump: sempre bravo
    spero che a presto ci proporrai qualcosa legato alla credenza [...]

  • Gennarino: Patapump Grazie sempre per i tuoi commenti. Sicuramente dedicherò una [...]

2
5
29

Dissimili Donne

03 May 2024

In una cornice di strambi balletti esistenziali, vivono due donne: una giovane, l'altra più matura, intrecciate in un arazzo di complessità e contrasti. La giovane, un effervescente compendio di audacia e orgogliosa impetuosità, s'incarna in un'esplosione di colori moderni, tratti avanguardisti [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su