La sabbia secca del deserto spagnolo quella mattina di luglio bruciava e si crepava come nei film che dipingono uno scenario di disastro apocalittico, il sole bruciava così tanto da non poterlo neanche fissare un secondo. Avevo perso il gruppo del mio bus ormai almeno da 30 ore e sapevo che non lo avrei più trovati fino al momento del punto di ritrovo del bus per il ritorno. Avevo con me ancora qualche dozzina di bustine di allucinogeni vari, pasticche di colori diversi mischiate a pietrine del deserto che con i venti notturni mi si erano infilati in tasca, nelle milioni di volte in cui tirando fuori qualcosa dalla tasca cascava qualsiasi altra cosa, raccolta poi appunto insieme alla sporcizia raccolta da una manata strisciata sul suolo a raccoglier come ruspa quel che c'è.

La prima luce del mondo in assoluto quella mattina iniziò a scaldare il mondo proprio da lì, in un tratto di deserto tra Fraga e Huelva il Monegros faceva ballare il mondo aiutato dal nostro saltellare come forsennati da giorni. Mi resi conto di tener per mano qualcuno dai capelli biondi, era una ragazza e per come mi stringeva sembrava esserlo da molto, almeno da 8 ore di festival che nella vita normale in proporzione valgono 3 mesi. La droga in certi posti ti rapisce fino a farti perdere il senso di ogni cosa. Una sensazione paradisiaca che ti porta lontano dal tuo corpo con lo spirito, vagando felice in chissà quante dimensioni mentre in quella reale accadono cose che tu ti perdi completamente. 

< Mi sono sposato per caso? >
Mi venne spontaneo domandarmelo.
< Che cazzo è successo ? >  Continuo a cercare di far seguire una linea logica di pensiero al mio cervello, ma non ci riesco. La fune del senso logico, quella cosa che allinea tutto dentro di noi rendendoci persone stabili che agiscono secondo una sana logica più o meno generale, è diventata un brandello di plastica marcia e sfilacciata, di quella che noti subito come siano in stato di degradazione, fragili mentre rilasciano microplastiche in mare, come cuccioli di tartaruga che si fanno strada in mare.

Smetto di pensare e le stringo la mano forte facendomi guidare, nella scena dopo lei guida davvero e non ho idea di dove stiamo andando. Il “recinto” gigante che circonda il festival a poco a poco sparisce dagli specchietti fin quando da una stradina, che chiamarla sterrata sarebbe un complimento, usciamo dal deserto imboccando una strada statale e mi addormento.
Donna Estrella era una ragazza di appena quarant'anni, madre single aveva abbandonato la speranza di un uomo quando era poco più di un'adolescente incinta lasciata da sola, avrebbe vissuto per sua figlia facendo quel che pensava sarebbe stato meglio per lei, anche scendere nel vialetto per recuperare dall'auto uno sconosciuto sporco fino al midollo di sabbia e polvere. Un odore di marcio che usciva dalle mie scarpe rese impossibile anche a me continuare a dormire, anche se sembrò che aprii gli occhi per via del fatto che eravamo arrivati. Mi lavarono come fosse il compito della loro vita. Non c'era nulla di sessuale, era un gesto talmente dolce che continuai a gustarmi e credere al pensiero che fosse la mia compagna da molto. Come un miraggio del deserto che ti guida fino all'oasi d'acqua mi aveva prelevato da una situazione complicata regalandomi qualche ora di ripresa fisica.
Estrella preparò delle tortillas, ma non ne mangia neanche una intera, diedi una leccata a qualche salsa di condimento prima di ritrovarmi un altra volta nel deserto, stringendo il vuoto, questa volta non trovai più niente che scaldava la mia mano già sudata.

Non ricordai questa storia per anni, la salsa era stata come soporifera per i miei ricordi, dall'attimo dopo per molto tempo dimenticai questo episodio. Il deserto fu impegnativo per molte altre ore di musica spinta fino a far tremare le nuvole.
Ritrovai Henry però, un mio amico partito con me e perso dopo settantadue secondi dall'ingresso del festival, insieme a lui trovai un telefono per terra scoprendo che era il mio. Facemmo colazione con due birre e decidemmo di smettere con gli acidi. Mi addormentai e al risveglio ero già in Italia.

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