UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO 

 

Mollie O' Reilly era una giovane donna dai rigogliosi capelli biondi con qualche leggera sfumatura di rosso, erano solo leggermente ondulati e le conferivano un aspetto ribelle.

In effetti Mollie era, non tanto ribelle, quanto coraggiosa e molto determinata. 

Mollie era irlandese di nascita ma viveva a San Francisco. 

Quella città era strana e particolare proprio come lei e Mollie vi si era ambientata subito. 

Era una città sul mare, tanto per cominciare, e il clima era magnifico,ma la sua particolarità più strabiliante erano quelle enormi strade tutte in salita percorse dai tram. 

A Mollie sembrava  di stare su una giostra, quando viaggiava sul tram, si sentiva libera e felice, ritornava bambina. 

Mollie teneva gli occhi chiusi lungo tutto il tragitto

(tanto la sua era l'ultima fermata e non si poteva sbagliare) e immaginava di correre a cavallo lungo gli enormi, verdissimi prati irlandesi, oppure di essere seduta su una sedia a dondolo, sospesa a metà strada tra la terra e il cielo. Era una sensazione magnifica, quella che lei provava quando era seduta sul tram, si sentiva libera e felice e senza limiti, si sentiva infinita!

La storia di Mollie in realtà era per metà triste e per metà allegra, era una storia come tante, di gente comune, nata tra il popolo. La sua infanzia era stata felice. 

Nata in una calda e accogliente famiglia irlandese, contornata da tre fratelli e due sorelle e da due genitori amorevoli e innamorati anche se poveri, lei era cresciuta con un fondamentale senso di fiducia e di gioia. 

La madre di Mollie però si era ammalata, il padre era dovuto andare all'estero a lavorare, per guadagnare più soldi e pagare le costose cure della madre, e anche Mollie era andata a servizio presso una famiglia facoltosa, per aiutare la famiglia. 

Mollie lavorava in una villa enorme, il suo compito era di servire a tavola e, a dire il vero, era molto brava in quel compito. 

Lei era infatti naturalmente aggraziata e molto precisa e in più aveva davvero un bell'aspetto. 

Mollie era diventata in poco tempo la "cocchina" della contessa e questo aveva suscitato non poche gelosie fra il resto del personale, ma si sa del resto che la vita è fatta così, una lotta per cercare di trovare un posto e un riconoscimento, per sentirsi degni e ammirati.

Nel complesso Mollie era stata felice nella villa.

All'inizio era stato uno shock ritrovarsi da sola, lontana da casa e dalla famiglia, ma lei era duttile di carattere e si era  ambientata molto bene.

Ad un certo punto però Mollie aveva deciso di ampliare i suoi orizzonti, sua madre era guarita e il padre era ritornato a casa, quindi lei poteva partire libera e felice per una nuova meta. Ora Mollie era pronta a cominciare la sua vera vita da adulta, poteva decidere il suo percorso.

Le era capitata l'occasione, tramite la cugina di una cugina, di andare negli States, a lavorare come commessa in un negozio di specialità e oggetti irlandesi. La comunità irlandese era a quel tempo già molto nutrita in America e molte usanze irlandesi erano diventate popolari negli States. 

Mollie aveva colto l'occasione al volo, gli States erano pieni di opportunità, che Mollie era pronte a cogliere; ma soprattutto lei voleva cambiare vita, perché l'Irlanda era sì bellissima ma, a dire il vero, cominciava a starle un pochino stretta.

Mollie voleva vivere quante più avventure possibili, prima di sistemarsi e diventare grande, voleva recuperare quello che aveva perduto della sua infanzia e gli States rappresentavano l'opportunità migliore in questo senso.

E così Mollie era partita senza indugio, piena di entusiasmo e di aspettative, pronta a conoscere una nuova nazione e a vivere le sue avventure.

San Francisco le era subito sembrata bellissima. Arrivando dall'oceano, a bordo di una nave passeggeri transatlantica, il Golden Gate Bridge si stagliava alto, imponente ed elegante, un capolavoro di ingegneria moderna sospeso sul mare.

Era magnifico, increspato dalle onde e contornato dal verde della costa!

Quella fu la prima volta che Mollie si sentì sospesa tra cielo e terra, ma poi ci fu il tram, che divenne un amore sconfinato, l'occasione, durante quei viaggi da casa sua al negozio, di sentirsi ancora in bilico, sospesa tra il  cielo e la terra, libera di spaziare con la fantasia e di sentirsi senza confini.

Il tram divenne ben presto come una droga, qualcosa di cui Mollie aveva assolutamente bisogno, qualcosa che la riempiva di gioia.

Se tutte le droghe fossero così, non ci sarebbe alcun problema nell'essere tossicodipendenti!

Quando viaggiava sul tram, Mollie si sentiva come se avesse un posto speciale tutto per lei, in cui era circondata dalla gente ma anche sola, come quando era bambina, a casa sua, in mezzo ai fratelli e alle sorelle. 

In quei momenti Mollie non aveva bisogno di nessun riconoscimento, di nessuna posizione sociale particolare, sentiva  di avere il suo posto al mondo e sulla terra, un posto unico e speciale, ed era quel  "Tram Chiamato Desiderio" su cui viaggiava ogni mattina per andare al lavoro ed ogni sera per tornare a casa, sei giorni la settimana, il luogo in cui i sogni e i desideri di più persone si incontravano e si concentravano, il luogo delle mille aspettative e possibilità. 

Mollie osservava attentamente le persone sul tram e poi chiudeva gli occhi e immaginava storie. 

Se qualcuno le sembrava particolarmente bizzarro o interessante, lei subito costruiva con la fantasia una storia speciale in cui lui o lei era  protagonista.

Sul tram Mollie aveva di fronte a sé un universo variegato di persone da osservare, ognuna di loro era speciale a modo suo.

E allora lei chiudeva gli occhi e costruiva le sue storie, con l'immaginazione e la fantasia, ma soprattutto con il cuore, in quanto Mollie era profondamente empatica, piena di interesse per le persone e per le cose.

Finita la sua storia, Mollie apriva gli occhi e poi li richiudeva subito e una parte di lei si staccava e volava libera e felice al di sopra delle cose e del tempo.

Quel tram era per Mollie un posto fisico, un'angolazione particolare da cui osservare il mondo e la gente; ma anche un posto del cuore, in cui lei era pienamente se stessa, senza filtri né maschere, un posto in cui  non aveva bisogno di niente, perché si sentiva completamente appagata.e completamente se stessa. Su quel tram, ogni giorno il cielo e la terra si incontravano, regalando a Mollie un bagliore di infinito e la completa felicità  Proprio come quando aveva visto San Francisco per la prima volta arrivando dal mare e il cuore le si era fermato nel petto per un breve attimo e il fiato si era fatto corto, contemplando quello che a lei era sembrato il paradiso.

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