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In alcune credenze si pensa che il Paradiso sia fatto dei momenti più belli della propria vita. Io ne ho uno, che ricordo con grande tenerezza.
Era una sera di dicembre di molti anni fa. Eravamo in hotel, mia madre cenava con mio fratello, io li lasciai anzitempo per incontrare un amico. Di quella sera ricordo quasi tutto, perfino quei dettagli che generalmente sono sfocati li ricordo invece con una certa nitidezza. Prendemmo la metro; mi piaceva la metro di Roma, aveva una buona regolarità e ne potevi usufruire fino a tarda sera. Il mio amico mi invitò a mangiare una pizza, di quelle che fanno a Napoli, quelle di cui io sono ghiotta. Solo dopo tanti anni realizzo che lo fece per me, lui neanche amava la pizza. Ricordo che non c'era posto al piano di sotto, così ci accomodammo in una sorta di terrazzino al chiuso: c'era una grande vetrata, cuscini blu e rosso scuro di raso, piccole sedie e piccoli tavoli. La luce era soffusa, l'atmosfera intima. Non so se sia stato il caso ma tutto era davvero come doveva essere.
Dopo aver cenato, bevemmo qualcosa e passeggiammo fino a mezzanotte inoltrata. Faceva molto freddo ma incuranti passeggiavamo, ammiravamo il Pantheon, le strutture antiche che si fondevano con quelle moderne, l'Ara Pacis, che faceva capolino da lontano nel silenzio di quelle strade vuote che ne esaltavano la magnificenza, mentre lui, il mio amico, mi raccontava di Roma, di storia e di virtù. Ricordo persino che a un certo punto inciampai, e lui mi afferrò per un braccio, una presa sì decisa ma premurosa. Ci ridemmo su, poi riprendemmo a camminare. Giunti all'hotel ci salutammo. Il mio amico mi aveva regalato una serata perfetta, una compagnia speciale. Io amavo il mio amico ma non ebbi mai il coraggio di dirglielo.
Gli anni sono passati, ci hanno cambiati e siamo lontani ormai ma il ricordo di quella sera mi fa sentire come se stessi ancora guardando l'Ara Pacis e lui mi stesse tenendo stretta per non farmi cadere. Se quelle credenze hanno ragione, nelle strade del mio Paradiso c'è una sola piazza, con un vecchio tempio e due risate, in una vecchia Roma.
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Utente Anonimo
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Si accomoda sul divano. Si copre le gambe con una coperta. E in un attimo è di nuovo bambina. -Come va la pittura? le chiedo. Ci mette un po’ a rispondere. -Ogni giorno mi sveglio con la voglia di dipingere qualcosa di diverso e poi… Si interrompe. -Poi? -Poi dipingo sempre lo stesso quadro. [...]
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