Arrivò in treno un’ora prima all’appuntamento in una tarda mattinata afosa e opprimente di mezza estate, dove anche le foglie degli alberi rimanevano immobili a preservare quella poca aria disponibile.

Come sempre aveva bisogno di ingessare le forze per ottenere il massimo nel lavoro, di sciamare fuori dalla sua mente per portare a termine il compito che le era stato commissionato. Una professione rischiosa, la sua, che le occupava poco tempo e guadagni proficui, sicuramente immorale, ma di questo Loca si preoccupava poco: aveva le sue strategie per non provare rimorsi, rancori o rimpianti. C’era stato un tempo però in cui nel suo cuore vorticavano sentimenti gentili come in una giostra sospinta da emozioni continue, un tempo troppo poco vissuto in cui il suo nome era un altro, quello con il quale era nata e che quasi non ricordava più, un tempo spensierato quando ancora la vita aveva occhi e voce e offriva piccole opportunità di riscatto per quel piccolo paese ostile e sperduto nelle pianure amazzoniche dell’est colombiano. Solo dopo, poco più che bambina, ormai orfana e sola, le persone del posto iniziarono a chiamarla con quel nomignolo così subdolo e sottile, quasi un incitamento, glielo urlavano dietro ogni volta che passava, fino a cucirglielo sul cuore con ago e filo rosso sangue. La sua voglia di vivere era affamata di sana follia troppo difficile da gestire e da far comprendere, ormai era la squilibrata del villaggio e allora, crescendo, capì che era meglio scendere dalla giostra e privarsi di qualsiasi moto di slancio e di impulsivo sentire, meglio corazzare la sua vita sgretolata di un’imperturbabile patina fino a cristallizzarla, meglio entrare a far parte di quel giro losco e corrotto, meglio far credere a tutti di essere davvero pazza, di essere… loca.

In ogni caso questo sarebbe stato l’ultimo suo incarico, voleva smettere con quella vita reticente di pericoli e inganni, ma non poteva certo comunicarlo a loro. Quando si entra nel giro non se ne può più uscire. Era una semplice regola. O dentro o fuori. Come un legionario d’altri tempi. Impossibile trovare una falla all’interno del clan per trovare una scappatoia. Ma fuori significava una sola cosa, esplicita, definitiva e risolutiva. Eppure sapeva che avrebbe trovato un modo per riorganizzare il secondo tempo della sua vita e per mettere in atto la sua ultima prova di resilienza, solo non conosceva come e quando.

Si guardò intorno per capire al volo i connotati di quel paese dove non era mai stata e cercò quindi, ancora una volta, una chiesa qualsiasi nei pressi, come era solita fare prima di mettersi all’opera, una sorta di protocollo cerimoniale, un rito propiziatorio per chiedere perdono a suo modo del suo operato a qualche dio disponibile e, magari, non troppo occupato in quel momento a scorrazzare nei cieli. Ne trovò una un po’ appartata, con un’entrata laterale senza celebrazioni in corso ma solo con qualche manciata di fedeli canticchianti sommesse nenie lamentose. Vi entrò sedendosi in disparte e nascondendo bene il revolver che aveva al fianco: girava sempre armata quando lavorava. E restò in attesa della consueta telefonata che le avrebbe dato il via. 

- Ciao, Loca. -

Una voce alle sue spalle, fioca ma possente, la fece sussultare. Non si girò e non rispose. Attese che riprendesse.

- E’ un po’ che non ci vediamo. -

Rimase in silenzio ancora.

- Dobbiamo parlare. Esci prima tu, c’è una panchina qui fuori, siediti. Io ti raggiungo a breve. -

Si alzò e, come da ordini impartiti, uscì e aspettò.

- Allora Loca, come stai? -

- Cosa ci fai qui, Juanita? Perché non mi ha telefonato Ramon come sempre? -

- Ehi che modi, rilassati, Ramon si sta occupando di altro e poi dai, un po’ di coalizione tra donne. Ti porto dei saluti, quelli di El nuestro Señor. -

- Ringrazialo. -

- Tutto qui?  -

- Non ho mai conosciuto El tu Señor, non so nemmeno se esista. -

- Ma lui conosce te e ognuno di noi, come fosse un vero dios, e ricordati che ci ha tirato fuori dalla miseria, non scordarlo mai. -

- Non mi interessano i rapporti univoci, genio. -

- Stai attenta a come parli, Loca. -

- Se non c’è altro, io avrei un impegno, come sai. -

- C’è altro. Una variazione di programma. L’obiettivo è cambiato. Si tratta di un mezzo scienziato, un tipo del nord direttamente dalla costa, un fisico di Cartagena. -

- Una variazione?  -

- Su questo foglio ci sono tutte le coordinate. Il tipo ti aspetta nel locale, tu conversando chiederai, come al solito, tutte le informazioni che troverai scritte qui, vedi di studiartele per bene. -

- Perché devo farlo io? -

- Sei un sicario semplice. Non è contemplato fare domande, né avere risposte. Ricorda: o dentro o fuori. -

- Un sicario è un killer e io non ho mai ucciso nessuno. -

- Tu spiani la strada per chi materialmente conclude l’affare. -

- Io vi do solo delle informazioni, non so che uso ne facciate dopo. -

- Mi stai facendo perdere tempo. Hai solo due ore. Ciao Loca. -

Juanita sparì all’istante e lei restò sola, incenerita sulla panchina con quel foglio in mano che le bruciava tra le dita. Lesse rapidamente i dettagli e restò lì immobile a scrutare la strada deserta.

Qualche goccia di pioggia iniziò la sua danza sull’asfalto rovente, sarebbe durato poco il refrigerio, ma quel profumo di bagnato la rimandava con la mente alla sua fragile infanzia quando ogni acquazzone era una festa e un’occasione di gioco tra bambini per dimenticarsi della povertà. Era passata poco più di un’ora quando vide in lontananza la sagoma di un uomo avvicinarsi…

Tutti i racconti

9
13
79

La casa colonica

28 April 2024

Una casa distrutta, lasciata in balia del trascorrere del tempo. Una casa fantasma senza fantasmi. Una casa che una volta aveva un focolare domestico. Evocazione e suggestione, ecco cosa provo. Io, soldato, mi ritrovo col tipico camuffamento militare per un addestramento ai Colli San Rizzo, imboscato [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

4
6
13

Terra mia

lamento di un esule.

28 April 2024

Terra mia Oh! Terra, terra mia Madre pulcherrima generatrice di vita sei rimasta nascosta nelle pagine della memoria e non potrò mai dimenticare i tuoi profumi le tue albe che facevano brillare la rugiada come pietre preziose sul tuo manto verde. Ogni sera dopo il tramonto su quei fogli ingialliti [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

3
7
14

Cha-cha-cha

28 April 2024

Cha-cha-cha Ho cincischiato cercando delle cicerchie in un campo di ceci di un certo Cesare ma,essendo un po' cecato dopo un check-up in un centro per le cefalee di Cefalù,ho inciampato in un ceppo di cirmolo che mi ha procurato una contusione alla cervicale e un cospicuo colpo al coccige.Così [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

9
11
28

DOVE SONO

e ci sono in pieno

27 April 2024

Occhi curiosi tra arabeschi di rughe. Il futuro a ritroso. I passi più lenti. Mani nude deformi in spirali di attese. Una valigia mi ha portato lontano.

Tempo di lettura: 30 secondi

5
10
26

Lettere

27 April 2024

Lettere Quella mattina non lanciò il giornale Semplicemente bussò Un gesto ed un rumore che non mi capitava di vedere e sentire da molto tempo Infilandomi la camicia da notte usci sotto la veranda Mi accorsi subito del suo sguardo eloquente e carico di incredulità Come volesse dirmi mille [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Patapump: grazie del passaggio e lettura..
    a te Savina che ci delizi con poesia nuova,fresca, [...]

  • Patapump: ps
    Walter
    vuoi fare qualcosa di collettivo
    vuoi far ridere
    suggerimento
    ognuno [...]

3
11
29

Quando la cronaca deve fare a tutti i costi “sensazione”

27 April 2024

La storia riporta indietro nel tempo, alla fine degli anni Sessanta. Un donna entra in lacrime nel pronto soccorso di un ospedale torinese. Ha le braccia graffiate e i polsi chiazzati di blu, conseguenza di una stretta di mani nervose. Ai medici confida: «Mio cognato ha tentato di violentarmi, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

1
4
24

Diavola a San Valentino

Ispirato alla coppia di regnanti di Omicron Persei 8 in Futurama - Seguito delle prec. parodie sull’inferno

26 April 2024

Attenzione: Questo racconto di tali mondi è fiabesco e i suoi personaggi antropomorfizzati. Nella fattispecie viene immaginato un mondo ultraterreno dove i suoi abitati possono procreare a prescindere dal proprio genere di appartenenza. Buona lettura. Incipit: C’è una coppia di diavolesse dell’inferno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: Di tutta la storia, in particolare, non mi convince il rovesciamento, cioè [...]

  • L’esilioDiRumba: @stapelia il tuo commento aprirebbe la porta a innumerevoli discorsi.
    Scelgo [...]

3
12
25

Gli occhiali (2 di 2)

26 April 2024

«Con queste fai prima» disse buttandomi le chiavi. «Ti ho visto» aggiunse a mo’ di spiegazione mentre le impugnavo. Non dubitai neppure per un secondo che dicesse la verità, poi aprii il cassetto. Gli occhiali a raggi X erano là dentro e non erano neppure identici a quelli che indossava. Si capiva [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Zio Rubone: Ho qualche vago ricordo del romanzo di Spitz, mi sembra che lì il collirio [...]

  • Rubrus: Il romanzo prende le mosse dall'idea che gli esseri viventi percepiscono [...]

2
6
12

Vi racconto Ludwig van Beethoven quarta parte e ultima parte

Il Titano della Musica quarta parte

26 April 2024

Nell’antitesi dualistica di B. gioia e dolori, gli elementi dell’antitesi stessa, sono talmente equilibrati da costituire un'altra notevole caratteristica del suo genio. La grazia, la forza. Il sorriso; la danza; il pianto; non appaiono mai isolati, ma si richiamano a vicenda, si intrecciano e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: Un amico che di musica ne capisce più di me (vabbè, non è [...]

  • Gennarino: Gentile Rubrus, grazie per il tuo commento. La musica prima di sentirla al [...]

4
6
23

Gli occhiali (1 di 2)

25 April 2024

Dopo le ferie di Natale Patrizio aveva dato di matto. Era venuto in ufficio urlando che era un regalo del cavolo, che l’anonimo donante era un vigliacco e che la faccenda non sarebbe finita lì. Sulla vigliaccheria dell’ignoto benefattore potevamo anche essere d’accordo, ma la reazione di Patrizio [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: Rubrus hai ragone.
    Un cugino o l'amico di un amico...😁

  • Adribel: Aspetto la seconda parte ma mi viene un po' l'ansia a pensare che nei [...]

2
4
16

Vi racconto Ludwig Van Beethoven terza parte

Il Titano della Musica

25 April 2024

Nel 1815 il fratello Carlo muore lasciando un figlio, anch’esso di nome Carlo. B. si affezionò talmente al ragazzo che approfittando della scarsa moralità della madre ne contese la tutela che la ottenne dopo una estenuante azione giudiziaria. Ma questo nipote non gli procurò che dispiacere e non [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Gennarino: stapelia grazie di cuore.

  • Rubrus: Pettegolezzo su Rossini: era un compositore, pare, piuttosto indisciplinato [...]

2
4
21

II° edizione Sarò padre

lettera al figlio che verrà

25 April 2024

Ciao piccolo mio, siamo tornati adesso dall’ospedale dove ci hanno detto che il sesso del nascituro è maschile. Tu non puoi saperlo che padre avrai e che madre, mentre noi già sappiamo molto di te. Sarai un maschietto, che al momento gode ottima salute e che, da come si muove, sembra voler uscire [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Patapump: le aspettative erano davvero molte
    preso spunto da lettera ad un bambino, [...]

  • stapelia: Parlerò della stesura. Il contenuto è lontano dai miei gusti.Impeccabile [...]

Torna su