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Se non fosse stato per il buio della notte, sarebbe sembrata ancora l’alba e le luci fuori sarebbero parsi raggi. La stanza, piccola ma piena di sospiri, accontentava una speranza quella notte. Vuoi fare l’amore con me vero? È una vita che t’aspetto. Ma se dovessi attendere ancora un’altra, lo farò. Era impacciato e sudato. E lei amava sfiorargli i capezzoli con l’indice della mano, poggiando il palmo a metà, sulla costola sinistra, mentre lui teneva le braccia incrociate dietro la testa che scomodamente gli permettevano di fissare il soffitto e far finta di non esserne attratto. Siamo soli e la vacanza sta per finire. Quanti anni è che ci conosciamo? Troppi o ancora non abbastanza. Siamo venuti qui dal nostro nulla e il Bosforo ci è amico, perché non dovremmo farlo? Ma io non ti conosco Ce lo diciamo da trent’anni e ogni volta finiamo per sfiorarci, leccarci le ferite dolci. A proposito, mangiamo qualcosa? Un frigo bar condizionava la loro vista e la paura di alzarsi dal letto per interrompere quella notte, li faceva desiderare. Il giovane sobbalzò dal letto, spostando la mano di lei che cadde come vuota sul letto bianco di lino. Vuoi? Non sapeva cosa fosse, ma aprì la bottiglia con qualcosa che era poggiato sulla scrivania piccola in mogano. Beviamo. Lei non esitò e quello che bevvero si appassionò alle pareti della stanza e alla loro gola secca dall’umidità del mare. Il ragazzo si accorse che lei aveva finito di bere e le strappò quasi con amore il cristallo dalla mano, lo ripose insieme al suo, sul comodino a fianco al letto. Poi si rimise in posizione. Stavolta le mani erano lunghe accanto al corpo, quasi a chiedere al buio cosa dovessero fare, rimase in silenzio. Lei poggiava su un fianco, con il braccio a reggerle la testa, lo fissava, con l’altra mano provocò un sussulto. Lui non si mosse. È così che si lanciano i segnali? Si domandava inerme e con lieve accanimento del suo corpo in remote eccitazioni. Lei continuava a dimenarsi fra uno sguardo lanciato di traverso e la voglia di non fermarsi, sperava nell’evolversi della notte. Nel senso delle cose, per anni, trovarono tempi e modi per discutere sullo scibile umano, senza mai trovarsi nello stesso posto. Quella notte, ispirati dal cielo turco, convolarono al quaglio delle parole. Lui si spostò con dolcezza e quando la ebbe di fronte, sussurrò qualcosa, forse interrotto dall’inizio di un orgasmo, lei gemette e con un fievole voce che attraversò nonostante tutta la stanza, fece altrettanto. Le labbra erano secche, ancora nude per la sensazione e si attaccarono come il sole sul mare al tramonto d’estate, iniziò la poesia. Dalle traverse dell’unica finestra, quell’ormai fioca luce sembrava volesse segnargli il cammino. Smettere sembrava un castigo e per ogni bacio, ad ogni carezza, sotto ogni legame, le urla accennate e le membra sudate, continuarono la loro parte. Nessuno sa cosa sia poi accaduto, questa, è la storia dei silenzi sul Bosforo.
Piccola stella, 27 April 2024
DOVE SONO
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Occhi curiosi tra arabeschi di rughe. Il futuro a ritroso. I passi più lenti. Mani nude deformi in spirali di attese. Una valigia mi ha portato lontano.
Piccola stella, 19 April 2024
CERCANDO
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Furtiva tengo a bada un'anima persa su nuvole di passaggio. Abissi profondi sondati da occhi curiosi. Parole appaiono esigenti, spunti di bellezza.
Piccola stella, 30 April 2024
LAVORI IN CORSO
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La saliva che lenisce le piaghe macina cemento per le pietre della mia cattedrale.
La spettatrice, 18 April 2024
Guscio
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Io, piccola noce, mi accoccolo e mi accartoccio nel mio guscio. Riposo in esso, avvolgente e protettivo. Vivo appesa a un vecchio albero, orgogliosamente in piedi da anni, forse secoli, in un giardino [...]
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Utente Anonimo
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Si pazienta obbedendo ai colori agli istinti, alle voglie si pazienta non sempre aspettando, aspettandoti qualcosa afferrando le mani promettendo cambierà; si pazienta perché è giusto così, senza pensare all’ultima volta che ti sei sentito felice, non ricordando senza sperare o anzi sperando [...]
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stapelia:Il ben trovato si può dare? Inutile, ho un debole per queste scritture, [...]
Ho sempre cercato di fare le cose come si deve, di comportarmi per bene, ma ho sempre saputo che avrei fallito chissà quante volte. Sono una persona normale. Uno di quelli cui capitano le cose che capitano a tutti: gioie, disgrazie. Anche di fallire. Quando mi sono trovato senza lavoro e senza [...]
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stapelia:Come al solito ben scritto! Anche il finale..... Siccome non mi va di anticipare, [...]
Penso sia necessario qualcosa di ancora più forte, per curiosità ordino del Mescal, stranamente lo hanno, ne prendo una bottiglia intera e mi ci attacco, un sorso e un boccone, così riesco a mandar giù tutto il piatto. In fondo alla bottiglia vedo il verme che attende di essere masticato, non [...]
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Lawrence Dryvalley:Quanto si impara a leggervi, testi e commenti! Non sono minimamente al [...]
Lawrence Dryvalley:Beh in effetti è quasi un anno che sto qua... Time goes by...
Quest’anno ho deciso di trascorrere l’estate negli USA. Voglio provare l’ebrezza di correre lungo la strada più famosa al mondo, quella che ha fatto la storia, che ha inventato il mito dell’America, la Route 66, 3755 chilometri da Chicago a Santa Monica in California attraverso 8 stati, la mia [...]
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stapelia:Ho affrontato due volte il testo e, pur avendolo capito e seguito sin da subito, [...]
Rubrus:Anche in questo caso mi tocca dire che aspetto la seconda parte.
Agua teñida Agua teñida en mi sangre. Vamos, pasión por ti. Negro Fluido Mi caballo me tira al suelo No me levanto del polvo Enfermo de amor De tus besos De tus muslos De tus senos Y tu mi amigo recordar Es agua teñida Si te entra Él querrá quedarse allí Acqua tinta nel mio sangue. Accende, [...]
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stapelia:Acqua tinta? Non giurerò sulla traduzione ma è intriso di sensualità. [...]
Patapump:e che pensi sul lavoro della musicalità della lingua la trovo piu [...]
I tre uscirono dal banco dei pegni armi in pugno. La soffiata ricevuta da Q era giusta. M stringeva al corpo la borsa sfilata al gestore. “Molto stupido prendere la pistola dal cassetto” pensò J. “Poteva cavarsela con poco invece che con un buco in fronte.” [pubblicato originariamente sull'account [...]
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Rubrus:Aspetto le altre due parti della triologa, dunque,
Lawrence Dryvalley:Caro Rubrus, ci vorrà un po'... Ho in scaletta altro prima. Comunque [...]
Quando venni al mondo, primo di tre figli, partorito in casa al Parco Cis 299, pesavo un chilo e ottocento grammi. Ero scheletrico. Mia mamma piangeva e si disperava per questa situazione. Non bastava ciò, per disperarla, ma si aggiungeva anche il pessimismo del medico curante il quale non dava [...]
IL COW-BOY GIGANTE Ai tempi di Kyzmiaz, cioè quando ero un adolescente difettoso, sognavo tanto, sì sognavo come un matto. Alcuni erano sogni ripetitivi, sognavo spesso cascate o spiagge, oppure di volteggiare in una pioggia di fiori o di volare. Certuni erano terribilmente statici come "il [...]
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Rubrus:I sogni e gli incubi assumono le forme più strane e quella del cowboy [...]