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Chi non conosce il famoso Snake? Per i non avvezzi è doveroso illustrare in breve in cosa consiste questo rompicapo elettronico che, a partire dagli anni ottanta, ha praticamente spopolato negli home computer, successivamente convertito su Game Boy e persino su cellulare. In sostanza si personifica un serpente, guidandolo in vari schemi, all'inizio facili per poi passare a quelli difficili, per non dire subdolamente progettati. Difatti l'abilità del giocatore fa la differenza, ragion per cui la progressione di gioco risulta al limite dello snervante. Il rettile è in continuo movimento, non è possibile fermarlo. Inoltre, durante il percorso è necessario divorare una moltitudine di topini, col risultato di allungare il suddetto fino al raggiungimento della lunghezza massima. Allo stesso tempo bisogna evitare, non solo di sbattere nella cornice del livello oppure in eventuali ostacoli, ma anche il mordersi la stessa coda o il corpo. L'obiettivo è semplicemente quello di sopravvivere il più a lungo possibile per aumentare il punteggio. Si ha a disposizione una serie di vite che, una volta esaurite, determina il Game Over. Con Snake II, sul Nokia ci smanettavo un sacco, specie nel quarto anno delle superiori, da cui ne traggo un racconto aneddotico dai risvolti umoristici. Una mattina, mentre Aquilino, il professore di elettronica, spiegava un complicato teorema, dopo il centesimo sbadiglio, presi il cellulare, disattivai i suoni e mi misi a giocare con il giochino in questione. Essendo seduto da solo in fondo all'aula, ero convintissimo che non sarei stato sgamato dall'insegnante, peraltro assai severo e rompicoglioni. Imboscai il cellulare tra le gambe ed abbassai la testa per trastullarmi col serpente. Giocai in maniera frenetica, per di più tirai fuori la lingua come se mi stessi prodigando a chissà quale atto impuro. Ad un certo punto mi accorsi che qualcuno dalla lavagna mi fissava costernato. «Che cavolo sta facendo quello lì?» osservò Aquilino a bassa voce. Lo ignorai, in quanto ero estremamente concentrato a farmi i miei porci comodi. «Ehi, amico, cosa stai combinando?» mi chiese il docente con tono inviperito. «Qua... mi si è allungato il coso!» gli risposi sobbalzando, con un sorrisetto nervoso. «Il coso?» «Sì, il serpente, va'!» «Come il serpente?» gridò il docente. «Zozzone, non ce la fai a tenere a bada gli ormoni?» Abbandonai immediatamente la partita, ci mancò poco che l'insegnante mi lanciasse addosso il cancellino. «Stavo spiegando Teorema di Thevenin mica il Teorema della Sgnacchera» aggiunse Aquilino. «Prof, intendevo dire il serpente di qui che cerca le tope» farfugliai imbarazzato ed alzai il cellulare per farglielo vedere. La classe scoppiò in una fragorosa risata, del resto l'intera situazione era diventata un doppio senso. E fu così che il cellulare mi venne sequestrato fino alla fine della lezione, per non parlare della cattiva nota sul registro. Ci restai male, molto male. Porca paletta, per poco non battevo il mio record!
Piccola stella, 27 April 2024
DOVE SONO
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Occhi curiosi tra arabeschi di rughe. Il futuro a ritroso. I passi più lenti. Mani nude deformi in spirali di attese. Una valigia mi ha portato lontano.
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La spettatrice, 18 April 2024
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Utente Anonimo
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stapelia:Mi incuriosisce sempre l'epoca di stesura. Vedo che la visuale esterna [...]
Anna gli disse che avrebbe fatto quello che le pareva: saltare nelle pozzanghere, scrivere poesie, mangiare dolci fino a crepare, dormire con i gatti e con gli uomini. Sandro rispose che non gliene fregava nulla, che, anzi, non capiva proprio perché glielo dicesse. Per lui poteva anche buttarsi [...]
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stapelia:Anzitutto ben trovata su LdM! Li ho letti tutti i tuoi racconti. La tua scrittura, [...]
Napoli non è soltanto una grande metropoli. ma è un gigantesco Museo a cielo aperto per architettura, con i suoi immensi e storici palazzi che vanno da Vanvitelli a Sanfelice. Monumenti di immenso ed inestimabile valore. Le sue chiese, che custodiscono patrimoni unici al mondo: quadri di Caravaggio, [...]
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Patapump:sempre bravo spero che a presto ci proporrai qualcosa legato alla credenza [...]
Gennarino:Patapump Grazie sempre per i tuoi commenti. Sicuramente dedicherò una [...]
In una cornice di strambi balletti esistenziali, vivono due donne: una giovane, l'altra più matura, intrecciate in un arazzo di complessità e contrasti. La giovane, un effervescente compendio di audacia e orgogliosa impetuosità, s'incarna in un'esplosione di colori moderni, tratti avanguardisti [...]
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Patapump:questo cambio di rotta nello scrivere mi piace molto e in tutta sincerità [...]
Ciao. Sono il tempo Vivi immerso in me. Come l'aria che respiri. Eppure pensi che io non esista. Io corro veloce oppure rallento, mi piego, mi curvo riesco perfino a fermarmi e tornare indietro oppure mi proietto in avanti. Hai provato a ingabbiarmi, ma non riesci a conoscermi davvero. Scorro [...]
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Ricordo di ieri, no, di ieri l’altro, forse il sogno di qualcuno o forse il mio, chissà. In una notte di smarrimento, era vestito di tutto punto: giacca, cravatta blu e sneakers bianche. Vagava per le strade di una città che pareva Roma. Le luci del crepuscolo rianimavano i crocicchi, e antichi [...]
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Piccola stella:Cara Stapelia, la comunicazione è il mio soffio vitale. Come instaurare [...]
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L’esilioDiRumba:Ho letto a voce alta e mi è sembrato ci fosse della musica nel modo [...]