A risvegliare l’attenzione di Oliver fu l’incresparsi di particelle nel vento. Il vento dell’ovest che stava rinforzando.

Nel suo stato attuale, la concentrazione che riusciva a raggiungere era poca, ma gli bastò per sentire la mano che spargeva i fiori e per annusare un gentile profumo di donna. Radunò attorno a sé la propria coscienza e attraversò la tenebra per poter cogliere gli occhi, l’ovale del viso e il colore dei capelli. Captò anche le vibrazioni della voce.

A pity… neglected… here…

Gli sembrò che quelli che prima chiamava anni non fossero mai passati.

 

«What a pity that everything is so neglected here…»

Margaret aveva parlato a voce alta, mentre depositava i fiori di campo, investita da una folata di vento freddo.

Stava pensando a Jordan. Lo vedeva seduto sulla poltrona di cuoio dell’ufficio di Londra, col nodo allentato della cravatta, con un baffo di Dior numero 57 all’angolo delle labbra. Aveva già smesso di sorridere, aveva assunto la sua aria professionale, proprio per affidarle quell’incarico.

«Begin from the beginning, Margie.»

Le aveva ordinato di parlare con i vecchi, con le mogli disperate, con i figli spaventati. Era un grande nel suo mestiere. Sapeva scovare la notizia anche là dove non c’era niente da raccontare. Sapeva costruirci intorno tutto un mondo.

Adesso voleva, anzi pretendeva, un articolo sull’occupazione della miniera di Crescent. I minatori si erano ribellati al padrone, lottavano per lo stipendio, per turni di lavoro più sopportabili. Ma questo a Jordan non interessava. Lui voleva una cronaca cattiva, fabbricata sul dolore della gente, senza umanità, senza rispetto, senza compassione. Sperava in uno scontro con la polizia, negli spari e nel sangue.

Jordan, oltre che il suo amante, era anche il suo datore di lavoro e lei aveva buttato un paio di vestiti nello zaino ed era salita in macchina controvoglia. Autostrada verso nord, poi viuzze di campagna, circondate da prati ben curati e staccionate.

Dentro, un senso di nausea che non era solo colpa delle curve.

Avrebbe dovuto recarsi subito alla miniera, ma dietro il suo bed and breakfast aveva visto un fiume, con un salice sulla riva e dei cigni che navigavano in superficie. Vicino al fiume c’era una chiesa e accanto alla chiesa nove lapidi coperte da muschio umido. Aveva raccolto fiori di campo ed era entrata nel piccolo cimitero. Non sapeva perché, ma distribuire fiori sulle tombe dimenticate la faceva sentire bene.

Jordan aveva smesso da tempo di mandarle i fiori, e anche di parlare di matrimonio.

Perché lui non era pronto.

Perché i suoi figli non erano pronti.

Perché sua moglie era depressa.

And you, Margie, I mean, your personality… It is so unusual…

Significava che lei era incapace di stare alle regole, era ribelle, anarchica.  Come i minatori di Crescent, come l’eroe sepolto sotto la lapide davanti alla quale sostava in quel momento.

 

Oliver assaporò quel sottile sentore di foglie umide che proveniva dalla donna.  Attraverso le nebbie del tempo, la voce di lei lo riportava fino a Magdalen.

Magdalen aveva un corpo più robusto, più legato alla loro terra, e i capelli erano più grossi e neri.

La rivide d’estate, al tramonto, prendere in braccio il loro bambino, che aveva posto a dormire sul fieno, mentre loro due lavoravano nei campi. La rivide discinta fra le stoppie calde a mezzogiorno, con le braccia forti e fiere, le cosce sudate e impudiche.

Magdalen aveva rifiutato la benda e non aveva gridato quando una rosa di sangue le era scoppiata sul corsetto, all’altezza del cuore.

 

Margaret guardò l’orologio. Faceva più freddo a causa del vento, ma il buio era ancora lontano. Quell’ora particolare, subito prima del tramonto, quando i colori si stemperano e gli ultimi uccelli si alzano in volo.

Doveva telefonare in redazione, sistemare la roba in albergo, farsi una doccia. Doveva organizzare il lavoro per il giorno dopo.

Invece sedette sulla lapide dell’eroe, strinse lo zaino fra le ginocchia, respirò.

Che cos’è la vita, si chiese. La vita è vivere, direbbe Jordan, poi cambierebbe subito discorso.

 

Magdalen non aveva gridato ma Oliver sì, agghiacciato all’idea di averla uccisa lui la sua donna, perché non era stato capace di tollerare il giogo che altri invece sopportavano. Magdalen lo amava, condivideva il suo desiderio di libertà, era pronta a seguirlo fino alla morte.

Perdonami, aveva gridato prima che loro sparassero ancora, ma lei era già morta e non aveva avuto il tempo di perdonarlo.

Li avevano separati. Magdalen seppellita a nord, sugli altipiani dove era nata. Lui qui. Il loro bambino scomparso, perduto.

Adesso c’era questa donna vicina che profumava di foglie e vibrava nell’etere come Magdalen, questa donna gentile che aveva portato dei fiori.

Sentiva gli steli recisi cominciare già a morire, sentiva la luce impallidire nella sera, sentiva il peso sul cuore della donna.

Forse Magdalen era lì, era tornata per dirgli che lo perdonava.

 

Margaret si alzò, accomodandosi lo zaino sulla spalla. Raccolse un fiore che era stato portato via dal vento e lo posò vicino all’iscrizione sulla vecchia lapide.

 

                                                     Oliver   Conroy

                                                                   Fucilato

                                                                   Il dì  11  Novembre

                                                                   Dell’anno  1892

                                                                   Ribelle

 

«Ribelle», mormorò Margaret, «un altro ribelle.» Cercò di trattenere i capelli sollevati da una raffica.

L’indomani, decise, avrebbe intervistato i minatori, raccolto le loro proteste, parlato col sindaco, con il pastore e col padrone della miniera. Non avrebbe pubblicato nemmeno una foto scandalistica, non avrebbe mai più scritto un solo pettegolezzo.

E, al ritorno, avrebbe detto a Jordan che non ci teneva nemmeno lei a sposarlo.

Mentre attraversava il cancelletto cigolante, si chiese ancora che cosa fosse per lei la vita. «La vita è il vento dell’ovest che mi ghiaccia il viso», si disse, «il vento libero».

Tutti i racconti

0
0
2

Quando girasti quell’angolo

07 July 2025

Quando girasti quell’angolo Quando girasti quell’angolo di strada, il mio cuore ebbe un tonfo Come cadere dentro il più profondo degli abissi Un dedalo di tunnel, dove ad ogni angolo, viravi veloce per non farti più trovare Un’ombra e la mia mano che non riusciva più a toccarti I miei occhi vedevano [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

3
3
4

Stop and restart

Ii0000___^^^@

07 July 2025

Di notte, giunto a quel vicolo, appendice di una strada elegante, tra il riverbero smorzato di neon affievoliti e una coppia di gatti impegnati in un rituale di corteggiamento, mi siedo in terra appoggiando la schiena al travertino di una banca, esausto per aver camminato per ore. Senza nessun [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

5
6
23

A volte ritornano?

Una storia vera.

06 July 2025

"Telefono da parte dell'Azienda Ospedaliera XXX. Sto cercando la Sig.ra YYY per avere conferma degli appuntamenti presso di noi fissati per visite mediche da eseguirsi nei giorni 17 e 24 giugno p.v.". "Temo di doverli annullare perchè la Sig.ra YYY era mia madre ed è deceduta il 24 gennaio u.s.". [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Lawrence Dryvalley: Rubrus, benvenuto nel mondo delle microstorie! Vedi che si riesce a dire (quasi) [...]

  • Ondine: umorismo nero ( forse) efficace e microspopico! Ma una storia vera dici.... [...]

1
4
23

Dietro troppe quinte

06 July 2025

“Come ha detto che si chiama? Carver? Per caso è americano?" “Eh? Sì… cioè, poca roba in realtà, sono solo…” “Capito, capito. Ok venga, da questa parte… non faccia caso agli altri, stanno provando i pezzi per lo spettacolo.” Lionel si fece largo tra le quinte, storcendo appena il naso per l'odore [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: Bel pezzo...like

  • Maria Merlo: Bravo! Mi piace quello stile dolce-amaro che ti fa entrare nella scena e "sentire" [...]

3
4
20

Non guardare quella finestra (2/2)

05 July 2025

Il giorno dopo decido di distrarmi. Prima cammino nel parco, respiro aria fresca, guardo gli alberi. Poi faccio la spesa al supermercato, comprando cose che non mi servono. La sera, per esagerare, entro in un cinema. Non ci vado da vent’anni. Esco due ore dopo senza sapere che film ho visto. Forse [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • CURZIO LUCANO: Grazie Lawrence per il commento generoso e così ben argomentato. Mi [...]

  • Ondine: Ciao, mi è piaciuta la suspence che cresce, i dettagli e gli aspetti [...]

3
7
37

Il porticato

e sotto il porticato di un tranquillo borgo sul mare una fantasiosa piccola storia d'amore

05 July 2025

Amici lettori, avete presente quegli aeroplani che volando a relativa bassa quota, specialmente d'estate volano sulla costa tirando un banner con la pubblicità? Bene, sul cielo di quel tranquillo borgo sul mare tutti i pomeriggi un aereoplanino pubblicizzava a rotazione una marca di calzini colorati, [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Ondine: Grazie Walter, sono onorata che tu mi abbia citato come spinta ispiratrice. [...]

  • Camillina: Sai dipingere con le parole, mi sono ritrovata nel quadro su quella piccola [...]

5
3
26

Fatalità

04 July 2025

Tra le vigne senza grappoli maturano nembi di tempesta, e gli sguardi del sudore, delusi, sul cuscino della notte senza nome temono i tradimenti dei cieli senza tetto dove quietarsi, Grandine nel vento senza ragione, e acque senza clemenza piegano antiche e vinte ginocchia sul suolo umiliato [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
4
22

Non guardare quella finestra (1/2)

04 July 2025

Quattro anni fa, quando mi sono trasferito in questo palazzone putrido e spelacchiato, non cercavo niente di speciale, solo un buco abbastanza economico dove le pareti non mi ricordassero mia moglie. Ero fresco di separazione, fresco di licenziamento, fresco anche di una depressione che mi scavava [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • L’esilioDiRumba: Anche io ti do il mio benvenuto in questo sito. Buna scrittura, lettura e parte [...]

  • CURZIO LUCANO: Grazie a tutti per l'incoraggiamento. Sono contento di aver trovato questo [...]

12
17
71

Il figlio

03 July 2025

Sono terrorizzata. Ho freddo. Lo sento. Non riesco a muovermi, non posso muovermi. Sono paralizzata. Vorrei urlare, voglio urlare. Non riesco. -------- Non sono pentita. Ho deciso. Non lo voglio, non ti voglio. Ti rifiuto perché sei un rifiuto. Solo a pensarti mi viene il voltastomaco. E questi [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

9
13
153

Rothmans Demi

03 July 2025

Ci piaceva scambiarci gli odori, i sapori e i respiri. Ci piaceva mischiarci l'anima fino alle ossa come a consumarci, a disarmarci, ogni volta. Ci piaceva fonderci in un unico focolare al centro della stanza, con le finestre chiuse e le luci spente. Eravamo noi a dare colore alle pareti. Ci spalmavamo [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Walter Fest: Benvenuta, mi raccomando non mi prendere per un bastian contrario, non mi hai [...]

  • LauP: Grazie mille per i consigli Walter, il subconscio della protagonista è [...]

8
13
51

Sono uno scrittore povero

(Un povero scrittore?)

02 July 2025

Sono uno scrittore, ma non voglio spaventare nessuno, a parte i bambini sotto il metro e mezzo. Sono uno scrittore inclusivo, ma non esagero perché non è mai bello, soprattutto in pubblico. A proposito, sono uno scrittore in cerca di personaggi pubblici possibilmente ricchi che sanno cosa significa [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Io credo che anche gli scrittori che scrivono per sei mesi nei boschi prima [...]

  • Giovanni: Vi ringrazio per l'attenzione. In ogni commento c'è qualcosa [...]

7
8
41

Parto Lunedì

se non c’è sciopero dei treni.

02 July 2025

Ho sempre detto che sarei partita un lunedì qualsiasi, di una settimana qualsiasi, di un mese qualsiasi. Ti avrei fatto una sorpresa al tuo bar preferito, dove scribacchi, mangiucchi, prendi il caffè e ti guardi intorno. Ma non sai quando e neppure io sapevo quando. Ora lo so. Perché oggi ho [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dario Mazzolini: caspita ondine che bel racconto. spero a breve di leggere il seguito. Brava. [...]

  • Miu: Questo racconto è un treno che parte piano, poi accelera e ti lascia [...]

Torna su