Il cancello dalle sbarre lunghe e attorcigliate era chiuso, il muro alto e dipinto di giallo paglierino con le sue finestre opache mi mettevano il magone allo stomaco ogni domenica che passavo lì davanti. Il portone centrale grosso e a vetri conduceva al corridoio largo e infinito della mia scuola. Appena attraversato quel corridoio c’era la mia stanza, della quale mi vergognavo. Era l’altra stanza come la chiamavano le maestre dove io insieme ad altri tre bambini facevamo i compiti di matematica che per noi risultavano difficili. Le sedie di quell’aula erano piccole che sembravano fatte apposta per i nanetti di Biancaneve e i banchi affilati a ferro di cavallo, così come amava disporli la maestra Carmela. Quella stanza diffondeva l’odore delle merende scordate e mi piaceva un po’ averlo sotto il naso quel profumo. E poi c’era uno scaffale con dentro un libro. Quel libro aveva la copertina blu che mi ricordava la mia camera. Chissà quale storia era scritta lì dentro, forse tante storie. Era poggiato sullo scaffale almeno da quando io frequentavo la prima, e ogni volta lo trovavo lì intatto. Dal mio banco osservavo con attenzione lo strano titolo. Ma quello che mi colpiva di più era il blu della copertina, il titolo no, il titolo era superfluo per me anche se agli altri bambini forse piaceva molto. E poi non l’avevo fissato bene in mente perché non riuscivo a decifrarlo, sembrava arabo. Ma soprattutto di che cosa parlava? La mia immaginazione aveva pensato che raccontasse di pirati e di tesori perduti, ma per saperlo avrei dovuto aprirlo e iniziare a leggere. Solo che non potevo. Io non sapevo leggere secondo la maestra Carmela, che mi rimprovera sempre. Non dimenticherò la volta che lessi LUCE È ANDATA VIA anziché LUCIA È ANDATA VIA e la punizione che ho sempre trovato poco simpatica: spense di colpo la luce per farmi capire l’errore. La classe scoppiò in una risata rocambolesca e io diventai rosso per la vergogna senza per altro aver capito subito cosa fosse accaduto. Non mi resi conto di cosa avevo letto. Ma ero un bambino curioso, che voleva sapere il finale delle storie e non amavo essere ghettizzato in quel modo. L’altra stanza era troppo vuota, mi sentivo privato del calore della classe e delle loro etture. Avevo un segreto coi miei compagni: mi sentivo diverso.

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Tempo

03 May 2024

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Il tempio dell’amore

02 May 2024

E che tu uomo e tu donna siate una cosa sola, indissolubile, inossidabile, impermeabile ad ogni tentazione e debolezza che possa mettere a repentaglio la vostra reciproca felicità. Siate integri oltre ogni altro confronto, siate unici, siate umili, siate accoglienti, siate compassionevoli! Il [...]

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02 May 2024

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Alina

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02 May 2024

La corriera con un fastidioso stridio di freni si ferma, siamo arrivati a destinazione. Una leggera nuvola di polvere si alza a seguito della frenata. L’orologio che porto al polso, il mio fidato Breil, segna le dieci del mattino. All’interno del bus ci sono solo quattro persone di cui una sono [...]

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30 April 2024

La saliva che lenisce le piaghe macina cemento per le pietre della mia cattedrale.

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30 April 2024

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