Erano tutti davanti a me e io potevo scrutarli negli occhi e vedere le loro ragazze tinte e ben vestite con il loro bicchiere di birra in mano prendere le mani di quelli che le avevano accompagnate e sussurrare qualcosa. Parlavano di lavoro, dell'università e ogni tanto si davano un piccolo bacio mentre si abbracciavano dolcemente e poi continuavano a bere o a fumare. Mi chiedevo cosa ci facessero da quelle parti. L'aria era fredda e aveva cominciato a piovere, si spostarono tutti dentro per non bagnarsi i capelli e il cappotto, rimasi fuori. Tra la folla c'erano alcune ragazze sole come me e amiche di vecchia data. La pioggia batteva tranquilla e ogni tanto si agitava e ritornava sempre alla stessa frequenza, poi si fermava e riprendeva da capo. Avevo avuto una conversazione brillante con una delle ragazze, e la gente s'era messa in disparte per lasciarci fare, forse non volevano entrare nel discorso. Avevo detto che le ore del giorno e della notte non si confondevano mai quando era necessario perciò di giorno bisognava trovarsi qualcosa da fare e di notte si poteva sempre bere qualcosa senza pensare, poi lasciarsi andare al sonno e svegliarsi al mattino con nuova consapevolezza. La ragazza aveva chiesto perché tentassi di confonderle, avevo approcciato dicendo che non faceva differenza soprattutto certi giorni scontati e vuoti ma mai banali, e la notte era meglio perché voleva dire aver superato quelle ore. Andammo dentro e prendemmo un drink, il locale era pieno e le sedie davanti al banco creavano una simmetria perfetta con la stoffa da parato irlandese delle pareti. Bevemmo e fumammo all'interno lasciando cadere la cenere e le cicche nel portacenere, c'era la musica e il pianista aveva una meravigliosa somiglianza con C. Baker. Le presi la mano e la strinsi forte, lasciando che con l'altra si spostasse i capelli sulla fronte per timidezza forse, o perché non sapeva cosa fare . Me ne pentii subito; avevo odiato qualche ora prima i modi di fare di quelli che stavano insieme a qualcuno. Non ero sceso per ubriacarmi, e il vederli mi faceva pensare a tutto quello che non ero io, o non ero stato capace d'essere. Andava sempre cosi e bere a un certo punto sembrava una fantastica soluzione. Non avevo invece mai accarezzato l'idea di darle un bacio, o stringerle la mano ma sentivo il bisogno di farlo ora o di abbracciarla adesso. Ero solo e il mio corpo lo sapeva, lo sapeva anche la testa e quelle mani calde, ben fatte e sottili mi facevano dimenticare certe cose e davano un calore che da li a poco bruciava come l'inferno. Non l'amavo ancora e non sapevo se l'avrei amata dopo, era chiaro, sebbene sia capace d'amare, certe volte, con certe donne è successo di non amarle mai ma la sensazione che ti dava lo stare insieme a qualcuno era di gran lunga migliore. Se si è abili e coraggiosi puoi amare un idea o la sensazione che ti da, e portarla con te nel petto e sapere d'essere quello che si è perché innamorati della propria idea e quando credi che da qualche parte del mondo ci sia la donna che ameresti meglio di tutte le donne che hai avuto ma ti resta da incontrarla e poi andare al bar con lei e prendere la colazione e accorgerti di aver superato le ore del giorno e vederla di notte con te, in quel letto in cui ti sei sentito solo altre volte, ma ora che questa sensazione è finita e comincia un altra, hai dimenticato come si fa perché sai quanto costa la tua solitudine. Si è liberi di amare o di restar soli quando non si ama a sufficienza e più il tempo è lungo maggiore è il prezzo ma poi c'era sempre la notte, maledetta quando piove. Andammo di nuovo al banco e l'invitai a bere, le dissi che beveva poco a parer mio, ma sapevo che non era vero. Presi una birra e la guardai negli occhi, prese una birra anche lei ma non quella solita, ne aveva avuto la nausea. Parlammo come si fa quando si ama qualcuno e ci leggemmo negli occhi, una sensazione di nuovo nuova e poi quando tutti andarono via e rimanemmo soli come al principio, senza badare alle ore e a quello che era stato avremmo avuto da tornare a casa, con l'ubriachezza e la voglia di non svegliarsi il mattino dopo e il mattino dopo avevamo da pensare a ciò che era stato con la bocca che aveva ancora il sapore di birra e di nuovo una nuova consapevolezza e non c'era solitudine in questo perché si poteva pensare nuovo e il pensare nuovamente che non sono mai la stessa cosa e andare a lavoro stanchi e appagati al tempo stesso ma con nuova linfa senza pensare al passato o a quello che era stato prima o in precedenza ma concentrarsi sul nuovo, ogni volta che avveniva e poter dire di pensare nuovo con tutte le sensazioni del caso. Era così che si cambiava, era cosi che doveva andare e bisognava avere coraggio, tutto qui, nulla di nuovo e ancora niente e sempre niente di nuovo e nel migliore o peggiore dei casi si poteva bere qualcosa e perdersi come non si era stati persi mai finché sarebbe stato buio.

 

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