I calzini spaiati

Credetemi quando vi dico che la vita di una mamma non è facile, ma sicuramente non lo è neanche quella di un povero figlio quando sua madre si scaraventa in camera sua, con una pila di calzini tra le mani, urlando:

 - I calzini! Perché ci sono tutti questi calzini spaiati? Dove sono andati a finire gli altri?

Immaginate il terrore del figlio, mentre cerca di trovare tutti i modi possibili per dirle che quello non è proprio il momento giusto per fare una sfuriata: perché quello è il momento in cui lui ha davvero tante cose importanti a cui pensare. È impegnato a studiare. Ha due interrogazioni, un compito in classe, più una verifica a sorpresa… 

- Di cosa? –, gli chiede lei. Il ragazzino risponde che non lo sa, è una sorpresa. 

E poi che… che ne sa lui dei suoi calzini e di dove li fa finire sua madre!

Lei è incazzata, però si arrende, perché se il figlio dovesse prendere un brutto voto sarebbe colpa sua, e lui sarebbe capace di rinfacciarglielo per tutta la vita e con tutti. Richiude la porta della cameretta, ma poi la riapre per dirgli che li dovrà cercare il giorno dopo, altrimenti… Vede il figlio collegato a Minecraft. Per tutti i diavoli dell’inferno! Adesso lo uccide davvero.

- È per un’esercitazione 3D d’informatica sulla prospettiva –, ribatte subito lui con una faccia da pirla. Davvero furbo il ragazzo. Potrebbe farlo diventare un mestiere e avrebbe successo: “Come improvvisare cazzate da dire per salvarsi il culo”. La donna lo riguarda con uno sguardo così torvo che potrebbe essere quello di Klint Eastwood in “Mezzogiorno di fuoco” e lui risponde allo stesso modo. L’aria fuma di tensione. Dentro di sé la madre pensa: Arriverà un 4… Arriverà un 4… Arriverà…

La sua mente mammavellica (=mamma macchiavellica) sta già pianificando di entrare in camera sua di nascosto e frugare ovunque. 

Il giorno dopo, mentre il figlio è fuori, lei entra con un paio di guanti di silicone. Non sarebbe meglio metterne due? Se si rompono? Va bene, ne mette su un altro paio e inizia a cercare. Dio, che casino in quella stanza, c’è più roba lì dentro che in tutto il resto della casa, anzi, del condominio! Quando non trova una cosa sa che al 99% è finita in quella stanza.

Ma dov’è che ha sbagliato a crescere quel figlio? Aveva forse ragione quella povera anima di sua madre a dirle che in quella casa c’era bisogno di un uomo? Ma era stata colpa sua se suo marito era scappato con una cameriera del bar di sotto in Brasile? E mentre piagnucola, facendosi tutte le paranoie di questo mondo eccoli lì i calzini che stava cercando: sotto il cuscino, e poi dietro e sotto il letto, dentro i cassetti della scrivania, dietro lo schermo del pc, dentro la cassettiera dei “dopo li metto a posto”; sono lì, raggrinziti, sporchi, e sinceramente non ha voglia di annusarli per confermare che lo siano. Sono un bel sacchetto della spesa pieno! Esce dalla camera senza toccare nient’altro. Il purgatorio è finito. Adesso può pulire il resto della casa a mente leggera! Lo fa canticchiando canzoni di radio Italia a voce alta. Come se la ride! Lo sapeva che li avrebbe trovati…

Arrivano le due del pomeriggio e il figlio arriva finalmente a casa. Sente la madre in cucina con la tv accesa mentre sta smacchinando ai fornelli! 

- Maaa, sono arrivato! Ho fame!

Poi entra nel suo regno lasciando cadere per terra lo zaino e il giubbetto sopra. Si lamenta che lo schermo del suo pc è scostato da come l’aveva lasciato.  La porta alle sue spalle è ancora aperta e non fa in tempo a girarsi che lei “sbang”, gli spiaccica davanti agli occhi il sacchetto pieno di calzini sporchi! 

Il ragazzino ispeziona lo sguardo della madre senza stupore. Se giocassero a una battaglia navale lui sarebbe costretto a dire “affondato”. Invece c’è silenzio. Fa niente, lei se ne va con aria soddisfatta, mentre pensa di essere veramente grata di non dover appaiare anche le mutande.

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