Dove mi trovo! Ho aperto gli occhi, ma non sono sicuro di essere sveglio. C’è gente intorno a me, uomini, donne, bambini, gente di ogni tipo, gente di colore, gente colorata, donne con gli anelli sulla lingua e uomini dipinti come i vetri di Chagall. Ragazzi pallidi vestiti da straccioni e altri, grassi, che mangiano panini. Poco lontano due gatti copulano senza ritegno e, c’è una donna dai capelli tinti che esce da un portone, ha la gonna bagnata, con una macchia scura. Le macchine corrono sulla strada, sento rumori, tutto si muove, ma io resto fermo. Sono fermo, non posso seguire quel mondo in movimento. Che mondo è, che strada sto percorrendo, chi sono io, dove sono, è un sogno o una realtà virtuale, un gioco di Playstation dove si spara sempre per uccidere tutti; mi guardo addosso e sono disarmato. Un‘ombra, ecco chi sono, solo un’ombra che passa lenta come una nuvola spinta dalla brezza. Questo non è il mio mondo, non può essere questa la realtà di un giorno qualsiasi, chi è questa gente che mi circonda. Perché tutti si muovono e io no. L’uomo di colore ha lo sguardo cupo e un passo lento e indolente, va per la sua strada, magari pensa alla sua savana. I giovani, quelli colorati, camminano in gruppi, guardano i culi delle ragazze. Le donne con gli anelli e le labbra gonfie si guardano furtive nelle vetrine, ridono, poi, stringono le borsette al petto per paura, mentre i ragazzi pallidi si nascondono nei vicoli ed escono ancora più pallidi e gli occhi velati, quelli grassi ricomprano panini. Senza paura i gatti continuano per rinnovare la stirpe. Lungo la strada, io, evanescente, circondato da un mondo che stento a riconoscere, cerco di capire ancora dove mi trovo. Perché sono fermo, io vedo questa vita girarmi intorno, ma nessuno vede me. Se questo è un sogno voglio svegliarmi, se è un gioco non mi piace, non voglio partecipare e non so nemmeno come giocare. Se questa è la vita, è una realtà che non vale la pena vivere. Vorrei, se fosse possibile, solo dormire. Un sonno senza sogni, senza rumori, un sonno profondo, buio e silenzioso dove l’anima possa riposare e ritrovare quel senso di pace che mi ha accompagnato finora.