Lui appoggiò la valigia per terra e la busta di plastica sulla valigia.
Raddrizzò le spalle e si piazzò davanti a loro.
Rae e Maxim fecero un passo indietro e caddero, travolti dal piombo del revolver.
L’uomo rimase qualche istante fisso immobile a guardare il promontorio dove l’uomo e la donna si trovavano, la pistola ancora ben stretta nel suo pugno quasi a non voler abbassare la guardia.
“Una precauzione, in questi casi è meglio essere prudenti” pensò l’individuo accorgendosi di quella posa irrituale ed avvicinandosi al bordo per guardare giù.
Da lì non si vedeva nulla, neanche le onde contro la scogliera che pure dovevano essere molto alte a giudicare dal fragore del suono che si udiva pur da quella considerevole altezza.
“Deve essere molto agitato, il mare” disse l’uomo “Tanto meglio, chissà dove li trascinerà la corrente…sarà dura ritrovare i corpi” poi con un ghigno cinico “Ammesso che a qualcuno venga in mente di cercarli”.
Ritornò sui suoi passi avviandosi verso la macchina che aveva parcheggiato poco distante, non prima però di aver recuperato la valigia e la busta di plastica che aveva sottratto ai due fuggiaschi.
“Quante azioni stupide a volte la mente umana ti fa compiere” pensò mentre apriva la portiera della sua elegante berlina e si metteva al posto di guida.
Quei due che aveva appena liquidato perché mai si erano dati così tanto da fare? Avevano corso mille pericoli assurdi ed avevano vissuto braccati per mesi, inseguiti per quasi tutto il globo da gente come lui, pronta in ogni momento a spedirli all’altro mondo. Da quando era stato messo sulle loro tracce, un pomeriggio ventoso a pedinarli per le strade di Panama, si era sempre chiesto che cosa li spingesse a tanto.
E dire che non era uno che si facesse troppe domande, specialmente nel suo lavoro: si sincerava solamente di prendere le informazioni necessarie per le missioni, le eseguiva, intascava e poi passava al compito successivo. Non gli interessavano né i dettagli dei suoi obiettivi né i motivi dei suoi mandanti. In questo modo non aveva problemi con nessuno.
Anche questo lavoro non aveva fatto eccezione.
Il tizio indossava una sahariana bianca e portava un cappelloborsalino a tesa larga scuro e con un feltro molto pesante a giudicare dall’apparenza, cosa che stonava con il resto dell’abbigliamento e con il clima di Panama non certo invernale.
Si era avvicinato al tavolinetto del bar dove si trovava, si era seduto e aveva detto: “I miei rispetti Commodoro”
“Lei come fa a sapere che…”
“Li vede quell’uomo e quella donna che passeggiano là sul viale?” l’individuo l’aveva interrotto allungandogli una mazzetta di banconote da 100 dollari “Questi sono suoi, non ho tempo di spiegarle molti dettagli. Sappia solo che se eliminerà quei due e recupererà la busta di plastica che hanno con sé, di mazzette come questa ne riceverà moltissime. Se guarda attentamente noterà che l’uomo ha una valigia che porta legata al polso con una manetta”
“Si, l’ho notato” rispose il Commodoro lanciando per la prima volta una breve occhiata a quelli che sembravano due normali turisti intenti a girovagare pe la città “Quindi?”
“Quindi quella valigia è gonfia di dollari come una vacca che non viene munta da tre giorni. Esegua il lavoro e se la può tenere. Accetta?”
Il Commodoro aveva guardato l’individuo dal cappello invernale mentre soppesava con la mano la mazzetta che gli aveva consegnato poco prima.
“L’offerta è sicuramente allettante” disse infine “ma capirà anche lei che non posso accettare. Per quel che ne so, in quella borsa potrebbero esserci semplicemente il vestiario di un signore che è venuto qualche giorno qua in compagnia della sua consorte”
“Non è così stia pur certo…ma sta bene. Ci aggiungo 20.000 dollari che riceverà a lavoro finito. Affare fatto?” l’individuo gli porse la mano a conclusione dell’affare.
“Se ai quei 20 ce ne aggiunge altri 30.000 si, più il contenuto della valigia ovviamente” rispose il Commodoro porgendo a sua volta la propria.
“E’ fortunato che non abbia tempo per le contrattazioni” disse l’individuo con il cappello ricambiando la stretta. “Sta bene ma mi raccomando non mi deluda. Quei due li voglio morti il prima possibile”
“Oramai non sono più un suo problema, faccia conto che siano già sottoterra”
“Bene, allora è deciso” disse l’individuo alzandosi e porgendogli una lettera sigillata “Qui ci sono i dettagli essenziali che deve conoscere sui due obiettivi. Troverà anche un numero di telefono: mi chiami solo a lavoro finito e le dirò dove potremo incontrarci.¡Hasta luego y suerte!”
“Eppure …” continuava a domandarsi l’uomo mentre con la macchina si avviava a ritornare in albergo, tutta questa storia aveva un non so che di assurdo. Aveva esaminato la busta di plastica ma ci aveva trovato solo un paio di fogli scritti a mano pieni di scarabocchi e qualche moneta.
Non aveva senso! Quel tipo di Panama aveva promesso di pagargli 50.000 dollari solo per recuperare quella roba? E a tutto questo si doveva aggiungere la mazzetta iniziale più il contenuto della valigia.
Già, la valigia. Adesso era sua, finalmente poteva sincerarsi di cosa ci fosse dentro.
“Certo che se è davvero piena di soldi è la volta buona che mi ritiro dagli affari” pensò il Commodoro mostrando ancora il suo ghigno pieno di soddisfazione.
Fermò la macchina al lato della strada, prese la valigia, fece scattare il meccanismo di apertura e sollevò il coperchio.
“Vecchio mio, hai fatto centro questa volta” esclamò il Commodoro contemplando la distesa di biglietti verdi davanti a sé. Aveva smesso di farsi domande: se quello là aveva voluto spendere una fortuna per dei pezzi di carta e per sbarazzarsi di due tipi erano fatti suoi.
“Bene” disse tra se “ora veloci di corsa in albergo a telefonargli”
Avrebbe consegnato il tutto e poi sarebbe partito per una lunga vacanza, magari in qualche isola tropicale dove con tutti quei soldi poteva vivere da nababbo.
Prima di richiudere il prezioso scrigno s’avvide di un piccolo biglietto infilato tra le banconote che nella foga iniziale non aveva notato.
Lo prese e lesse: TANTO QUESTI ALL’INFERNO NON TI SERVONO!
La macchina esplose con un fragore assordante, disperdendosi intanti pezzi scaraventati a parecchi metri di distanza.
In un prato vicino, con il binocolo, Rae continuava ad osservare la scena, il detonatore ancora premuto nella mano sinistra.