Partì di primo mattino quando la nebbia era ancora fitta.

Salì zoppicando con due grosse valigie cariche del suo ingombrante passato sul pullman del Comune, venuto a prenderlo proprio sotto casa per portarlo in salvo.

Si sa che un ragazzino di 9 anni ha più possibilità di sopravvivere in questo mondo iper-tecnologico di persone più mature che però non siano avvezze ai suoi linguaggi astrusi, e il vecchio di certo non conosceva quasi nulla di quel marasma digitale.

Si sa, soprattutto, che la vecchia INPS, quel carrozzone mangia soldi del dopoguerra, era ormai fallita dal 2039.

Così, dall’oggi al domani, il Governo Centrale aveva deciso di trasferire tutta la popolazione over 70 in una speciale riserva nata a “salvaguardia delle antiche tradizioni e dell'inestimabile memoria”.

Un’operazione di facciata, un orribile trucco, e il signor P lo sapeva benissimo.

Nel 1945 suo nonno era stato fatto salire su un treno e adesso toccava a lui: a meno di ottant’anni di distanza la Storia si ripeteva.

Si accomodò sulla corriera assieme a una trentina di anziani, convinti, poveri illusi, che li avrebbero portati in gita in qualche bella località estiva.

O forse, come lui, consapevoli di ciò che li aspettava, vecchi che, come lui, avevano preferito rassegnarsi e rispondere alla bugia con una finzione. L’ennesima.
Le porte si chiusero e il pullman partì verso quel muro di nebbia che sembrava il purgatorio.

Avere piena consapevolezza delle cose per quello che realmente sono, non è detto che sia sempre un buon affare.

*Questo racconto è stato scritto nel 2017 ma sembra attualissimo, visto le ultime ipotesi di legge sull'isolamento degli over 70 per contenere il Covid 19…

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