4)

Alba spogliati
della veste sovrumana,
che t’ha sempre rivestito
manco fossi aliena.
Alba io ti conosco,
so che fosca piangi
dietro al colore lieve,
cangi più del previsto.
Sei sola, alba,
e non vorresti dover posare
per un dipinto
ce ormai nessuno osa guardare.
Io ti vedo, alba,
so che urli
ormai nessun’altro t’ama tanto
da fermarsi con i grilli
ad ascoltarti nel tuo pianto.

 

 

5)

Reggiti coscienza,
che se le tue braccia son forti come credo,
ci sarà turbolenza.
Stringiti ad appigli che non si molla
un niente, che potrebbe perdersi chiunque
tra il turbine e la folla
di gente.
È pieno e folle qui dentro,
e c’è vento: frulla, ghermisce,
‘ntruglia e ‘nfastidisce.
Ma tu reggiti coscienza,
che la strada è lunga e non è detto sia bella;
pigiati sul muro e fai spazio
ad ogni mero pezzo che m’imbriglia.
Vita brulla,
muta brilla
se tu, coscienza, sarai veglia.
Vigile, strilla e urla se serve
a farti sentire, verve
viscerale, bile di sopravvivenza.
Reggiti coscienza,
che la vita è vaga
e dovrai morir più volte,
per farmi strada.

 

 

6)

T’avesse il cielo ‘n pioverebbe mai,
e ‘nvece bianca stai, assopita,
con la guancia sdraiata sul mio petto.
T’avvicini, nel tuo sogno,
al battito singhiozzo del mio cuore,
scoperto, al bisogno, d’ogni sua prigione.
T’accasci, resa al suo candore,
mentre la mano posa, e mi rilascia
quel fragore che rilassa il ventre.
Cosce, radici nodose, velate
da coltre cerulea: il lenzuolo, scostato
per poter intraveder un piede, un altro
lo quieta, carezza la pianta,
le dita, chi vede, si celano all’alba.
Ne sento il potere,
nella mancanza creata dai fianchi,
ne sento il calore,
dell’intimo e lento volere
che ora ci tiene distanti,
perché tu
dormiente,
e io
sognatore.

Eppure,
se il tuo corpo è eros e vendetta,
contro un mondo di spine, più che rose,
son’ i capelli a farmi fretta di una dose,
che spero mi faccia presto effetto.
È nel buio dei tuoi ricci
che mi scuoio da morirci,
nelle onde
calde
sulla fronte
sciolte
fresche,
mi esondo
al mondo.

Mondo crudele,
che gira anche sapendo
che io son qui, steso sul mio letto
e tu chissà su quale petto.

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